A trent’anni di distanza dal primo allestimento, il coreografo Fabrizio Monteverde riprende per il Balletto di Roma Giulietta e Romeo, un fortunato titolo del repertorio della compagnia che, dopo il debutto bolognese dello scorso 25 febbraio, è atteso in diverse piazze italiane. Non tradendo il testo originale di William Shakespeare e la celebre partitura di Sergej Sergeevič Prokof’ev, Monteverde ambienta la vicenda dei due amanti veronesi in un altro luogo e in un’altra epoca. Il tempo di Giulietta e Romeo è quello che segue al Secondo conflitto mondiale ma sono pochi gli elementi che guidano lo spettatore nel nuovo inquadramento storico. A fare da sfondo alle passioni messe in scena dal Balletto di Roma c’è solo un muro che con la sua grigia imponenza rappresenta silenzioso il male, appena seminato dalla guerra, e l’odio tra le famiglie Capuleti e Montecchi. La scenografia volutamente scarna lascia grande spazio alle nuove coreografie che i danzatori sembrano calzare a pennello.
Azzurra Schena è Giulietta, in lei sembrano reincarnarsi le caratteristiche della protagonista, grazia, leggiadria, passione e carattere; quest’ultimo tratto viene qui particolarmente accentuato, lo si riscontra a partire dal titolo della rivisitazione che antepone il nome di Giulietta a quello di Romeo. Tutte le donne hanno qui un ruolo di grande importanza, oltre a Giulietta, infatti, anche le madri dei due amanti sono fortemente caratterizzate: Lady Montecchi viene rappresentata come una finta paralitica che da una sedia a rotelle governa gli animi e istruisce alla vendetta e Lady Capuleti, al contrario, punta tutto sulla sua manifesta bellezza. Il ruolo di Romeo è affidato a Luca Pannacci, talentuoso ballerino in perfetta sintonia con Azzurra Schena. Affiatato tutto il corpo di ballo che eccelle in precisione tecnica e pathos; di forte impatto emotivo le scene corali del ballo in maschera e dell’uccisione di Mercuzio e Tebaldo.
I giochi di luce del light designer Emanuele De Maria tracciano percorsi, indicano vie e colorano il cielo delle diverse fasi delle giornate che scorrono e le tinte dei costumi segnano l’appartenenza alle due famiglie in lotta. Fondato nel 1960 e diretto da Roberto Casarotto, il Balletto di Roma con Giulietta e Romeo dà ulteriore prova della sua autorevolezza. Nella tragedia shakespeariana di Fabrizio Monteverde lo sviluppo dei fatti ha un’insolita ambientazione e i caratteri dei personaggi acquistano ulteriori sfumature; si fa strada una nuova chiave di lettura di una delle opere più riprese e riadattate nel tempo da tutte le arti che forse, in fondo, custodisce un messaggio di speranza affidato alla nicchia che in scena, fioca, illumina un angolo del muro gigantesco.