GRAFENE: IL MATERIALE DEL FUTURO

Il futuro dell’Europa si basa su un foglio di carbonio spesso quanto un atomo. La Comunità Europea ha lanciato ieri 28 gennaio 2013, un interessantissimo progetto: “Flagship Graphene”. A Bruxelles è stato così scelto uno dei due progetti che per i prossimi dieci anni plasmerà il futuro tecnologico del nostro continente.

L’obiettivo di questo nuovo lavoro (costato oltre un miliardo di euro) è quello di sviluppare appieno le potenzialità del grafene e di altri materiali bidimensionali. Si mira insomma a produrre uno spettro di nuove tecnologie mirate a rivoluzionare la maggior parte dei settori industriali. Tra i principali coordinatori della futuristica iniziativa, il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) che guiderà le attività di “Graphene” dedicate ai settori dell’energia.

Fin dai primi rivoluzionari esperimenti che nel 2010 portarono Andre Geim e Kostya Novoselov a ricevere il Nobel per la fisica, molti lavori in campo scientifico furono fatti sul grafene. Questo materiale infatti risultò essere stupefacente, versatile ed estremamente indicato come punto di partenza per qualsiasi innovazione scientifica e tecnologica in innumerevoli settori. Ecco quindi che “Graphene” è adesso il più ambizioso programma di ricerca congiunto mai messo in campo dalla Comunità Europea. Per questo progetto sono stati coinvolti 126 gruppi di ricerca tra enti, università e industrie in più di 17 paesi.

Da questa ricerca definita “la nuova rivoluzione basata sul carbonio” ci si aspetta di poter riuscire un giorno a costruire cellulari indossabili e pieghevoli (nella foto) oltre che aerei più leggeri ed energeticamente più efficienti. Il progetto coinvolge tantissimi partner internazionali e  moltissime università tra cui più di una è italiana. Il Cnr però avrà un ruolo fondamentale rispetto alle altre in quanto coordinerà due attività strategiche.

Le ricerche dedicate ai materiali compositi saranno dirette dal ricercatore Vincenzo Palermo «Il grafene è il materiale più sottile che esista in natura – spiega lo scienziato -. La sua forma, resistenza e stabilità possono essere utilizzate per creare materiali mai visti prima, provocando una rivoluzione simile a quella causata nel secolo scorso dall’utilizzo dei polimeri per produrre plastica». Sarà invece Vittorio Pellegrini, dell’Istituto nanoscienze del Cnr, a guidare le attività dedicate allo sviluppo di sistemi per applicazioni energetiche. «Batterie al grafene potrebbero durare più a lungo, avere tempi di carica più veloci, immagazzinare più energia. Potrebbero essere usate nelle future auto elettriche», commenta il ricercatore.

Il Presidente del Cnr, Luigi Nicolais, ha dichiarato:  «Con questo  progetto anticipiamo importanti pezzi del futuro, assicurando all’Europa un ruolo da protagonista nello studio e utilizzo, industriale e commerciale, del grafene, un sorprendente nanomateriale dalla  grande versatilità applicativa»

Come annunciato oggi dalla vice presidente della Commissione Europea, Neelie Kroes, tra i progetti vincitori delle FET (Future and Emerging Technologies) Flagship, oltre a “Graphene”, c’è “Human Brain”. I due progetti sono stati scelti da una giuria di esperti che include scienziati e docenti tra cui premi Nobel e rappresentanti del mondo industriale.

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