Ercole, dio della forza, protettore degli atleti e delle palestre per la sua prestanza fisica e per le dodici fatiche che lo vedono combattere contro leoni, serpenti e creature mostruose.
Ma Ercole nella mitologia era un dio o un eroe? Citato più volte da Dante nella Divina Commedia, Ercole era figlio di Alcmena – moglie di Anfitrione – e di Zeus, padre di tutti gli dei e sovrano dell’Olimpo. L’eroe – che era dunque mezzo uomo e mezzo dio – ha affascinato la letteratura, l’arte e anche il cinema che a Ercole ha dedicato diversi film. “Le Fatiche di Ercole” (1958) di Pietro Francisci, tratto da “Le Argonautiche” di Apollonio Rodio, si classificò al primo posto negli incassi della stagione cinematografica 1957-1958 e diede il via in Italia alle pellicole mitologiche del secondo dopoguerra che negli anni Sessanta si tinsero anche di comicità.
Poi, Luigi Cozzi nel 1983 diresse una pellicola insipida che si poneva l’ambizioso obiettivo (non riuscito) di far rinascere il cinema mitologico. Il 2014 è stato l’anno di Hercules (l’eroe ha il nome romano; per i greci egli era Eracle), nel corso del quale la settima arte ha dato una doppia interpretazione del mito, sebbene tra le due pellicole non manchino alcune similitudini. “Hercules – La leggenda ha inizio”, diretto da Renny Harlin, è uscito nelle sale il 30 gennaio 2014.
Il lungometraggio, ambientato nella Grecia della mitologia, ha per protagonista un Hercules (Kellan Lutz) che somiglia a un principe del Romanticismo, il quale in nome dell’amore è pronto a tutto, soprattutto a riconoscere la sua divinità e a vendicarsi del patrigno Anfitrione, un tiranno geloso di tutto ciò che è suo e soprattutto della moglie Alcmena, che, dopo aver dato alla luce Iphicles, nega al perfido marito rapporti coniugali. Il piccolo Hercules è concepito durante una notte di passione tra Alcmena e Zeus, quasi sotto lo sguardo furioso di Anfitrione che odierà a tal punto il figliastro da tentare di farlo morire in battaglia ma Hercules non è un semplice mortale e proprio in Egitto diventa consapevole della sua forza spinto dalla passione per Hebe di Creta. Zeus in questo film assume le sembianze di un Dio monoteista che, si dice nella pellicola, non può cambiare la mente degli uomini. «Abbraccia tuo padre e scoprirai cose che nemmeno t’immagini», dice Era al bel protagonista.
Di tutt’altro genere è “Hercules – Il guerriero”, uscito in Italia il 13 agosto con la regia di Brett Ratner. Interpretato da Dwayne Johnson, Hercules è un uomo non proprio bello, che ha accresciuto la sua fama facendo credere di essere il figlio di Zeus. Scompaiono nel film i riferimenti alla mitologia (tranne che per la testa del leone, per i serpenti uccisi e per le dodici fatiche); Hercules al contrario è un guerriero che guida un gruppo di mercenari. L’eroe dovrà superare le prove di un uomo qualunque (l’assassinio della moglie e dei figli), diventando così sempre più forte non solo nel fisico statuario ma soprattutto nel carattere. Qui Hercules non è una divinità, né un principe innamorato della sua donna, ma è un’anima tormentata che cerca la sua gloria. Superlative le scenografie create a computer e passabili le sceneggiature dei due film che poggiano su una solida base, perché dopotutto la leggenda di Ercole ha e avrà sempre il suo fascino. Ieri, oggi e domani.
Maria Ianniciello