Al Royal Free Hospital di Londra è morto ieri, 1 ottobre 2012, uno degli storici più celebri di tutto il Novecento: Eric Hobsbawm (nella foto). Aveva 95 anni ed era molto malato, a darne la notizia la devota figlia Julia.
Nato ad Alessandria d’Egitto da una famiglia inglese ebraica, visse gli anni della maturità tra Vienna e Berlino trovandosi in quest’ultima proprio negli anni dell’ascesa di Hitler.
A salvarlo in quegli anni bui fu la sua nazionalità britannica, che gli consentì di trasferirsi nel Regno Unito nel 1933. Diventò in breve tempo un ottimo anglofono e ciò gli permise di ottenere giovanissimo una cattedra a Cambridge.
Hobsbawm ha scritto vere e proprie pagine di storia: resta tutt’oggi lo storico e l’intellettuale più letto e rispettato in Gran Bretagna. Dichiaratamente di fede marxista ed iscritto al partito comunista britannico, egli è stato uno degli ispiratori del New Labour. Con i suoi studi e soprattutto con i suoi scritti egli ha influenzato tantissime generazioni di storici che lo hanno seguito e preso a modello.
Durante la sua longeva e prolifica vita, lo storico ha scritto più di 20 opere, tra tutte la più celebre resta “Lungo ilo 19esimo secolo”, mentre quella più influente resta “Il secolo breve”, studio che lo ha portato a raggiungere l’apice della sua fama, un lavoro definito da tutti “il miglior inizio per chiunque voglia cominciare a studiare la storia moderna”. Hobsbawm non era semplicemente uno studioso, ma una magnifica personalità poliedrica.
Oltre a scrivere di storia, infatti, scrisse di musica jazz sul famoso settimanale britannico “New Statesman”, con lo pseudonimo di Francis Newton,in onore del trombettista comunista che accompagnava Billie Holiday.
Il New York Times lo ha definito: “Grandissimo storico britannico, comunista mai pentito ed erudito la cui storia colta ed elegantemente scritta è studiata nelle scuole di tutto il mondo”.
Uno storico che non scriveva solo di storia, ma la faceva: per moltissime riviste pubblicò saggi da temi scottanti come i conflitti tra anarchia e comunismo e i movimenti sindacali. E’ stato definito negli ultimi anni il “Guru di Kinnock”, in quanto dopo aver criticato il Labour per non essere riuscito a stare al passo coi tempi, influenzò in maniera evidente il New Labour. Nonostante il passare del tempo e anche dopo il suo ritiro ufficiale, la sua fama non ha mai accennato a diminuire. Per tutti questi motivi era continuamente chiamato a partecipare ad importanti trasmissioni televisive e radiofoniche. Uno studioso che resterà per tutti un esempio vivente. Un uomo che fino al suo ultimo giorno di vita non ha mai smesso di difendere con tutte le sue forze i propri ideali.
Maria Rosaria Piscitelli