Ci sono le fragilità, le miserie e le pochezze dell’essere umano in Hunger Games: Il canto della rivolta Parte 2, e c’è inoltre la consapevolezza che il mondo potrebbe essere salvato dalla freccia di una giovane, la quale colpisce al cuore del sistema, marcio e altamente corrosivo, perché pervaso dalla brama di potere che può annichilire ciascuno, sia uomo che donna. I distretti, guidati da Alma Coin (Julianne Moore), finalmente uniti e consapevoli della loro forza, dichiarano guerra a Capitol e all’agonizzante Snow, mentre Peeta (Josh Hutcherson), con la mente annebbiata, cerca di uccidere Katniss (Jennifer Lawrence), unica eroina in una realtà grigia dove i buoni e i cattivi non sono riconoscibili, perché il nemico può essere ovunque, anche nelle viscere della città sotterranea, raggiunta dai mostruosi ibridi che molto ricordano le figure apocalittiche di film come Io sono Leggenda o World War Z, le quali annientate da un male interno seminano morte e paura. Il regista Francis Lawrence segue le peripezie della ghiandaia incantatrice che con il proprio gruppo di ribelli – dove ci sono anche Peeta e Gale, suo amico d’infanzia (Liam Hemsworth) – si aggira per le strade della metropoli in un’ardua corsa a ostacoli, mentre il sistema colpisce alle spalle per sfruttare la popolarità di Katniss e soprattutto impedire che lo status quo sia rovesciato.
In Hunger Games: Il canto della rivolta Parte 2 non c’è divisione tra spettacolo e morte, proprio come accadeva nelle arene dell’Impero Romano, e attraverso una serie di effetti speciali dal grande impatto emotivo, quali per esempio la fuoriuscita dal sottosuolo di un magma che ha il colore del petrolio, si attenta alla vita dei cittadini che si stanno ribellando. Sembra di essere in un videogioco molto avvincente, che fa leva su diverse emozioni in un periodo in cui la lotta contro il terrorismo diventa sempre più serrata. Si tratta di un cancro che si annida nei luoghi e nelle persone più impensabili, proprio come accade in Hunger Games, e la domanda a questo punto è d’obbligo: i giovani contemporanei, non più abituati ai riti d’iniziazione, che segnano il passaggio dall’adolescenza all’età adulta, saranno capaci di salvare con decisione la Democrazia? Katniss ha in sé altruismo, sensibilità, capacità di discernere; e guidata dalla forza dell’amore farà la cosa giusta, entrando così nel mondo degli adulti con quell’audacia che si riesce a guadagnare solo sul campo e grazie ai migliori valori di cui è dotata l’umanità.
Hunger Games: Il canto della rivolta Parte 2 nel complesso è un film ricco di spunti ed è, forse proprio per questo aspetto, il migliore della serie. I numerosi effetti speciali sono un valore aggiunto di questa pellicola dal messaggio forte che non perde di efficacia e che sicuramente ci spinge a leggere (se ancora non lo abbiamo fatto) i romanzi di Suzanne Collins, dai quali è stata tratta la saga cinematografica. L’autrice affronta il tema politico dal punto di vista di un gruppo di giovani adulti e, in particolare, di una ragazza coraggiosa, pronta a sacrificarsi per il bene non solo dei suoi cari ma soprattutto del proprio Paese. E lo fa in nome di quegli ideali che, dalla seconda guerra mondiale in poi, ci hanno consentito di vivere meglio, nonostante le falle del sistema che spesso ci vuole succubi, privi d’iniziativa, in balia delle regole mediatiche, dove ogni cosa si trasforma in un grande show per decantare le masse e quindi una storia d’amore autentica, come quella tra Katniss e Peeta, deve essere controllata, senza mezzi termini, e posta sotto i riflettori. Ribellarsi è dunque un dovere verso le future generazioni, come si evince nel finale rassicurante. Hunger Games: Il canto della rivolta Parte 2, nelle sale dal 19 novembre 2015, supera l’esame e convince appieno anche per il talento di una meravigliosa Jennifer Lawrence. Ed ecco il trailer del film.