La recensione e la trama de “I Mercenari 3 – Expendables” (uscita 4 settembre 2014)
Squadra che vince non si cambia? Non proprio. Alla loro terza missione segreta, gli allegri e supereccitati nonnetti duri a morire, dopo un incidente a uno di loro che mina l’entusiasmo del sempre troppo sentimentale guru Barney Ross (Sylvester Stallone), affrontano l’ennesima sfida rocambolesca a suon di fucilate, cazzotti e furori esplosivi, insieme a nuove reclute d’antan e giovani esperti di tecnologia. Tra le file dei mercenari, confermati i veterani Randy Couture, Jet Li, Dolph Lundgren, Jason Statham, Terry Crews e Arnold Schwarzenegger, mentre rinforzano i reparti offensivi le nuove leve superaccessoriate Glen Powell, Kellan Lutz, Ronda Rousey, Victor Ortiz. Le new entry, non proprio freschissime ma sempre letali, sono Harrison Ford (santone del team), Wesley Snipes (ancora abilissimo nel maneggiare lame), Antonio Banderas (incredibilmente fuori luogo) e Mel Gibson, quest’ultimo nei panni di Conrad Stonebanks, villain dal viso spigoloso e familiare poiché aveva fondato il gruppo degli “Expendables” insieme a Barney “Sly” Ross. Divenuto un pericoloso trafficante d’armi, il “nemicoamico” passato dalla parte del lato oscuro darà filo da torcere ai nostri in un susseguirsi ipercinetico e a volte un po’ raffazzonato di detonazioni ad alto raggio ed effetti digitali abbastanza grossolani e poco credibili. Ci sarebbe poco altro da dire, perché entrambi i due sequel resuscita-morti dopo l’“evergreen” del 2010 (che era simpaticamente autoironico e festoso nell’omaggio all’action movie anni ’80 straripante di machismo e fieramente testosteronico) hanno aggiunto ben poco. O meglio, hanno puntato al sovraffollamento di linee narrative e nuovi comprimari. Di sorprendente davvero c’è un paradossale R-rated 13 che rende questa terza avventura eccessivamente edulcorata e poco avvezza alla violenza iconica, senza nemmeno quei pochi sprazzi drammaturgici e quell’(auto)ironia che era essenziale marchio del franchise. Insomma, la produzione ha optato per un progetto che il 4 settembre richiami al cinema tanto i fan sfegatati quanto i giovani neofiti. Se i dettagli gore sono puntualmente nascosti dalla macchina da presa, la Cgi sbatte in primo piano effetti digitali a dir poco inverosimili. Stallone, che preferivamo director come nel primo film, dopo aver arruolato il bravo mestierante Simon West (ricordate “Con Air”?) per il secondo “grandfather’s party” bellico, chiama al timone di regia prima Gibson che rifiuta, poi Patrick Hughes che ricordiamo per l’efferato “western – roll” “Red Hill” del 2010. Bruce Willis non interpreterà nuovamente il borioso Mr. Church, ma francamente quattro milioni e mezzo per sole quattro giornate di riprese sono troppi; Harrison Ford e Schwarzy si ritrovano per la prima volta insieme in più di un “ritratto dal fronte marziale”; Milla Jovovich non può essere della squadra a causa di altre riprese parallele e Nicolas Cage non impersona più Bonaparte, ruolo andato poi a Kelsey Grammer. Insomma, per la serie, quando gossip cinefilo e genesi del film sono quasi più avvincenti del prodotto finito. Non scontenterà gli aficionados, questo è certo, ma con “I Mercenari III” si poteva fare di più e meglio.
Trailer de “I Mercenari 3 – Expendables”: http://youtu.be/zOaFk3iZ2iE
Vincenzo Palermo