La trama di 50 sfumature di grigio – tratto dall’omonimo romanzo di James, al cinema dal 12 febbraio 2015, – e la recensione del film.
La curiosità è il vero oppio dei popoli ed è da questa, più che dallo spessore culturale di un’opera o dal mero passaparola che nasce un fenomeno mediatico. 50 sfumature di grigio è la dimostrazione lampante di questa triste teoria che conta oltre 100milioni di lettori in tutto il mondo e non è da escludere, anzi, che le cifre saliranno ora che l’attesissima trasposizione cinematografica diretta da Sam Taylor Johnson è arrivata nei cinema, in tempo per San Valentino. Ma esaminiamo la trama del film 50 sfumature di grigio. Anastasia Steele (Dakota Johnson) è una studentessa di letteratura, Christian Grey (Jamie Dornan) un miliardario a capo di un’importante società. I due s’incontrano, come ogni storia d’amore vera o immaginata vuole, per volere del destino. Anastasia è costretta a fare le veci della sua coinquilina in un’intervista al Mr. Grey e dal momento in cui entra nell’ufficio dell’affascinante imprenditore inciampando scatta una scintilla tra i due dalla quale nasce il fuoco della passione. Ma Christian non è solo quello che appare e la sua facciata di rampollo nasconde feroci segreti di un passato mai dimenticato e il bisogno di controllare ogni cosa e ogni persona, anche le donne che entrano a far parte della sua vita con le quali stipula, ogni volta, un contratto che le rende sue schiave sessuali. Anastasia, la casta Anastasia, quando scopre gli intimi gusti di Christian cerca di assecondarli restando al contempo e interdetta affascinata dall’anima grigia dell’uomo. Il film 50 sfumature di grigio, basato sull’omonimo primo libro della trilogia scritta da E.L. James, è estremamente coerente, nella trasposizione degli elementi della storia e nella resa visiva del racconto, con il romanzo da cui è tratto. La tensione erotica tra i due protagonisti interpretati con dignità dagli attori perfettamente in parte è presente e caricata attraverso inquadrature ad hoc e allusioni continue per tutta la durata del film che, esattamente come il romanzo, si sofferma con tanta banalità sul desiderio sessuale della coppia da risultare grottesco e in alcuni punti addirittura comico. La regia di Taylor Johnson è alla completa mercé più che della sceneggiatura del bisogno di dare allo spettatore esattamente ciò che si aspettava dal punto di vista narrativo non potendogli donare, dato il divieto ai soli minori di 14 anni, il sesso che avrebbe voluto. Da premiare, quindi, c’è una certa coerenza: non è poco ma non è abbastanza. Quello che stupisce nel film, soprattutto considerato che alla regia di 50 sfumature di grigio c’è una donna, è il modo in cui è stata ripresa nel film la figura di Anastasia che risulta ancor più degradante per il genere di quella descritta nel libro dove la ragazza ha una personalità, sebbene goffa e infantile nei modo, molto più spiccata tanto da essere meno soggiogata dal fascino e dal denaro di Grey. La trilogia di E.L. James nasce su internet come fan-fiction di Twilight e anche dalla pellicola è possibile notare moltissimi riferimenti alla saga della Meyer: come Howard anche Christian suona il pianoforte e la parte oscura dell’uomo invece di essere legata a una “vampiresca” natura è palesata dalle voglie e dalle abitudini sadomasochiste dell’uomo che, proprio come nel fantasy, porteranno i due protagonisti a dividersi per ritrovarsi ogni volta. 50 sfumature di grigio non è altro che un nuovo “dal libro al film” feticcio per i – perdonabili – curiosi e per coloro che erano adolescenti ai tempi di Twilight e che ancora, nei gusti e nella sensibilità estetica del giudizio un’opera, non sono cresciuti.
Sandra Martone