“Out of the furnace”, nella traduzione italiana “Il Fuoco della vendetta”, è un potente e granitico crime movie declinato in chiave western, con musiche evocative e nostalgiche, atmosfere ovattate da romance epico “all’ultimo duello” e interpreti d’eccezione. Funziona tutto e piuttosto bene in questo poderoso thriller dal tono elegiaco e dagli accenti drammatici, sui nostri schermi a partire da mercoledì 27 agosto. Sulla storia di due fratelli uniti da un destino crudele, si plasma la vicenda che rimanda alle tragedie universali della “working class” e a una terra promessa, quella americana, sempre più inattingibile e chimerica. Il film è ambientato in epoca pre-obamiana, ma di poco, nei quartieri poveri della Pennsylvania, dove spalare carbone o lavorare l’acciaio in fabbrica è l’occupazione più redditizia, “habitus” delle frange proletarie che vivono di Eldorado irraggiungibili. È l’America della religiosità pentecostale, della giustizia privata, di antichi rituali messianici; l’ha raccontata bene Cormack McCarty nei suoi romanzi, con i suoi detriti e le sue macerie, nello scenario distopico di “The Road” o in quel paese inviolabile, e non “per vecchi”, al confine tra Texas e Mexico.
Scott Cooper, attore e regista, ha già affrontato il tema della frontiera, del riscatto e della redenzione nel racconto a stelle e strisce, al suo esordio dietro la macchina da presa. “Crazy Heart” ha riscosso molti consensi nel 2009 e ha contribuito a far conoscere un cineasta il cui stile, oggi, è facilmente riconoscibile nei campi lunghi, nella rappresentazione dello spazio-tempo epico che rimanda al filone “on the road” anni ’70 o al classicismo western, nell’uso di personaggi a tutto tondo capaci di inquadrare psicologie e identità ben strutturate. Tutto ciò lo ritroviamo ne “Il fuoco della vendetta”, lungometraggio dosato sapientemente attraverso precisi raccordi narrativi e cesellato all’interno di una toccante parabola familiare. Russell Baze, detto “Slim”, è instancabile lavoratore presso un’acciaieria in cui aveva lavorato anche il padre, ora gravemente ammalato. La sua vita è scandita da ore interminabili in cui indossa la tuta ignifuga imbracciando la fiamma ossidrica e momenti appassionati in cui è stretto al corpo sensuale dell’amata Lena. Suo fratello minore Rodney, reduce della guerra in Iraq, è ancora ossessionato dai suoi fantasmi, che esorcizza imbarcandosi in estenuanti lotte a mani nude in fight Club clandestini, guidato dal corrotto John Petty a cui deve sempre del denaro. Ovunque regnano degrado e disfacimento, di corpi e anime, e la gente del luogo ha disconosciuto l’integrità morale dei padri per darsi a truffe e bische clandestine che nemmeno la polizia riesce ad arginare. Accusato di omicidio, Russell deve scontare la sua pena in carcere, lasciando il fratello allo sbaraglio, la bella compagna e il padre in bilico tra la vita e la morte. Appena uscito di galera scopre che il microcosmo dei suoi affetti è cambiato o sta cambiando: Lena è andata via con un altro ed è incinta, Rodney è sparito senza lasciare traccia e il padre non c’è più. Inizia così una serratissima indagine che si trasforma ben presto in una spietata caccia all’uomo per trovare il fratello, vittima di un’efferata gang criminale. Il film racconta una tragedia filiale in cui due fratelli (Christian Bale e Casey Affleck) sono uniti da un destino, di morte e sopraffazione, che non lascia scampo. Nelle terre selvatiche dell’America odierna, Russell, sempre alle prese con il fuoco, le fiamme, il calore e l’oscurità della fabbrica, si trasforma in pura essenza ferina, creandosi una personale visione della giustizia “fuori dalla fornace”, dove non esiste redenzione.
Trailer: http://youtu.be/GwUdh2q3tyc
Vincenzo Palermo