Sarà aperto il mercato Nordamericano ai salumi, alle pancette, alle coppe, allo speck e ai cotechini italiani. Ad esprimere la propria soddisfazione è Confagricoltura che così commenta la decisione delle Autorità statunitensi di APHIS (Animal and Plant Health Inspection Service) di aprire le frontiere per molti prodotti pregiati a partire dal 28 maggio: «Confagricoltura plaude all’importante lavoro portato avanti da Assica che ha permesso, dopo oltre 15 anni di attesa, la liberalizzazione dell’esportazione di salami, pancette coppe e altri salumi a breve stagionatura negli Usa. La decisione delle autorità americane, infatti, riconoscendo a pieno titolo l’indennità sanitaria di Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, Piemonte e delle Province autonome di Trento e Bolzano, apprezza anche il forte impegno dei nostri allevatori, che con sacrifici hanno indirettamente contribuito alla liberalizzazione questi prodotti sul mercato USA, assicurando e mantenendo un sistema di sicurezza sanitaria, all’altezza degli alti standard di mercato». Confagricoltura sottolinea anche che, «secondo le stime di Assica, il blocco ha finora comportato mancate vendite stimate per circa 2 mila tonnellate con un danno quantificato in circa 18 milioni di euro ogni anno. Solo l’implementazione di queste quantità e questi valori nel nostro export di pancette, salsicce e salumi stagionati, nel prossimo anno, secondo il Centro Studi Confagricoltura, potrebbe determinare un aumento dell’export italiano di questi prodotti di quasi il 7 per cento» (v. tabella) Alla famiglia dei prosciutti crudi, prosciutti cotti e mortadelle, «si è finalmente “ricongiunta” un‘importante fetta del made in Italy, per la produzione dei quali contribuiscono ogni giorno circa 26mila allevamenti per oltre 9 milioni di capi», precisa l’associazione degli agricoltori. «Rimane comunque forte l’impegno della nostra organizzazione – ribadisce la Presidente della Federazione Nazionale allevamenti suini di Confagricoltura Giovanna Parmigiani – affinché nell’immediato futuro si possa, con l’impegno delle Autorità nazionali, regionali e della filiera, raggiungere anche il prossimo traguardo, ovvero ottenere lo stesso riconoscimento sanitario anche per le Regioni finora escluse e quindi per i loro importanti prodotti».