Il piccolo principe, trailer del film e recensione

Il piccolo principe, trailer del film, trama e recensione – C’è un passaggio de Il Piccolo Principe che rende bene l’idea di quale sia la metafora di vita alla base del capolavoro letterario di Antoine de Saint-Exupéry, pubblicato per la prima volta nel 1943, proprio in piena Seconda Guerra Mondiale. Il piccolo principe – che è giunto sulla Terra, dopo aver visitato tanti micro pianeti – cade nel deserto, dove incontra prima un serpente e poi un fiore, ai quali chiede informazioni sugli uomini. «Gli uomini? Ne esistono, credo, sei o sette. Li ho visti molti anni fa (…) il vento li respinge qua e là. Non hanno radici e questo li imbarazza molto», gli dice il fiore. Qualche pagina dopo la volpe, addomesticata, afferma: «Ecco il mio segreto, è molto semplice, non si vede bene che col cuore, l’essenziale è invisibile agli occhi. E` il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante. Gli uomini hanno dimenticato questa verità ma tu non la devi dimenticare, tu sei responsabile della tua rosa».

La versione cinematografica – uscita nelle sale il primo gennaio e liberamente ispirata al libro di de Saint-Exupéry – si concentra al contrario sulla storia di una bambina che vive in una città cupa e grigia, le cui giornate sono segnate da regole e da piani programmatici. La madre – decisa a farla studiare in una scuola prestigiosa – stila infatti un vero e proprio programma affinché la figlioletta diventi una adulta perfetta. Nel frattempo però la piccina perde la bellezza e l’autenticità dell’infanzia, perché nella sua vita predomina la logica con equazioni algebriche e allenamenti mattutini fino a quando non incontra un anziano aviatore, simbolo dei nonni di una volta, i quali tramandavano vicende iniziatiche con animali e piante parlanti. Nella prima fase l’uomo cerca di attirare l’attenzione della piccola e ci riesce facendole conoscere la storia de Il Piccolo Principe.

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Il film si concentra soprattutto su quest’aspetto. La fantasia non può essere accantonata per favorire un processo di produzione fine a se stesso, perché sono le favole, come quella de Il Piccolo Principe, che ci regalano emozioni vere. Ma il regista Mark Osborne, per far emergere questo concetto, dimentica l’essenza stessa di un’opera che ha fatto sognare milioni di bambini confondendo quanti forse non hanno mai letto il libro, perché le peripezie del piccolo principe restano in secondo piano. Questo è il demerito e al contempo il merito (scusateci per quest’antinomia, necessaria) di un cartone animato graficamente ben realizzato (le illustrazioni sono superlative) che demolisce la tendenza contemporanea a considerare il mondo fiabesco inutile. Così facendo però il lettore rischia di rimanere con i piedi ancorati a terra, nel tentativo (inutile) di comprendere una storia che però nel cartoon non ci è stata narrata fino in fondo.

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