“Notte Magica – A Tribute to the Three Tenors”, il nuovo album che Il Volo ha pubblicato lo scorso 30 settembre, è una di quelle operazioni che non devono essere solamente studiate, pianificate, organizzate, ma devono anche trovare il momento giusto per ottenere il massimo del risultato secondo i rigidi dettami del marketing. La riflessione nasce dall’ascolto del disco in questione che immancabilmente, come del resto era logico aspettarsi, è un prodotto curatissimo sotto ogni punto di vista. Del resto il pubblico a cui è destinato esattamente questo si aspetta: un ascolto impeccabile; un’immagine rassicurante; tre volti giovani e puliti alle prese con un repertorio che non si improvvisa, per poter cantare il quale è necessario studiare e studiare davvero. Il valore aggiunto del nuovo album de Il Volo è il tributo a una leggenda che prevede anche, come ciliegina finale, un passaggio di consegne da una parte di detta leggenda la quale, con la propria partecipazione, promuove gli eredi designati (magari non per investitura diretta ma per acclamazione pubblica e a nome dello showbiz). Nel 1990 Placido Domingo, Josè Carrera e Luciano Pavarotti, all’apice delle rispettive carriere, si esibirono insieme in un concerto diventato mito alla Terme di Caracalla diretto da Zubin Mehta: erano nati i Tre Tenori. Ventisei anni dopo Piero Barone, Ignazio Boschetto e Gianluca Ginoble, il terzetto nato con il talent per bambini, condotto da Antonella Clerici Ti lascio una canzone, vincitore anche di un Festival di Sanremo nel 2015 con Grande Amore, il 1° luglio 2016 a Piazza Santa Croce a Firenze ha omaggiato la ricorrenza con un altro concerto (con Placido Domingo come guest star) che è stato per l’appunto ripreso e registrato per diventare un nuovo album da promuovere con un tour mondiale di prossima partenza: il famoso “momento giusto” richiesto per ottimizzare il risultato.
I ragazzi de Il Volo nel nuovo album mescolano i grandi classici “easy listening” della musica lirica (quelli che per un motivo o per l’altro conoscono tutti, anche chi non è affatto appassionato di musica classica) con una puntatina nella tradizione napoletana, una in quella latina, una capatina a Broadway che certo non guasta mai e le immancabili evergreen natalizie come bonus in previsione delle vendite di dicembre: Adeste Fideles e un’Ave Maria. Difficile discutere della scelta dei brani, equivarrebbe a discutere della Storia della Musica, visto che si va dal Nessun Dorma alla Traviata, dalla Mattinata di Leoncavallo all’Elisir D’Amore, passando da Torna A Surriento, My Way, West Side Story e Cielito Lindo. Del resto molti sono ripresi dello storico concerto che s’intende omaggiare, altre evidentemente cavalli di battaglia dei Tre Tenorini (soprannome, peraltro errato visto che si tratta di due tenori e di un baritono, con cui i tre ragazzi erano simpaticamente chiamati dalla stampa all’inizio della loro carriera). Prodotti da Michele Torpedine e Tony Renis, vecchie volpi della discografia che promuovendo lo stereotipo dell’Italia come patria del Bel Canto hanno fin da subito pensato al mercato statunitense e internazionale in primis e a quello nostrano solo in seconda battuta, i ragazzi de Il Volo sono magistralmente accompagnati dall’Orchestra del Teatro Massimo di Palermo diretta da Placido Domingo e da Marcello Rota. Il risultato, come dicevo è musicalmente ineccepibile, ma la questione è cosa potranno dare in futuro questi ragazzi. Saranno in grado di rinnovarsi, di offrire altro rendendo merito al proprio talento e alla propria vocazione o si esauriranno quando non saranno più una novità? Perché malgrado l’ineccepibile qualità del prodotto quest’album non è una operazione che avvicina al pubblico (e tantomeno i giovani) al Bel Canto, ma lo cristallizza, lo invecchia paradossalmente malgrado la giovane età dei tre alfieri chiamati a rappresentarlo.
Il nuovo album de Il Volo è quindi una bella operazione patinata e, se la consideriamo dal punto di vista discografico perfettamente riuscita, ma per molti aspetti artisticamente fredda, in cui sembra mancare una vera ispirazione visto che anche i momenti emozionanti appaiono studiati a tavolino (il duetto con Placido Domingo è Non ti scordar di me). I melomani, a cui ultimamente si è peraltro aggiunta l’autorevolissima voce dello stesso Domingo, obbiettano che cantare è altro. Che un cantante deve affrontare la lirica nei teatri e nel repertorio e non in sala di incisione o sui palchi di musica leggera. I tre ragazzi de Il Volo ne sono presumibilmente molto ben consci. Il loro pubblico probabilmente meno.