INDUSTRIALIZZAZIONE E COLONIZZAZIONE

Pure Socrate pare battuto da sofisti: parole ed immagini vuote orientano. Insegnino la detta industrializzazione dell’agricoltura, semplice meccanizzazione finanziata dallo stato, la sbandierata industrializzazione del Sud e la trascurata relativa definizione, diffusione e verifica sul campo: che si sappia infatti l’agricoltura italiana non si è adeguata a quella dei paesi più avanzati del mondo ed il Sud è ancora problema. Virtus et malitia, ossia civis faber et homo servus: presente e futuro nelle proprie mani o dalle mani di altri; promesse più accattivanti di temi e tesi, che richiedono studio, competenza e rischio non remoto di sbagliare.

Terzo mondo, Meridione e giovani non predestinati continueranno a rimanere tali, cioè dipendenti da potenti locali e stranieri, che premiano il desiderio di sopravvivenza in concessione, fino a quando contadino non penserà ad impresa agricola aperta al mondo; fabbro, nero di fuliggine, non penserà a siderurgica; bottegaio non penserà di mettere le sue capacità distributive a disposizione di produzione prima di tutto locale; scolaro non si lascerà distrarre dalla utile conoscenza e dalla attività ricreativa che abitua a regola, a crescita ed a confronto; le famiglie non saranno impegnate a valorizzare in indipendenza i loro giovani ed i potenti non si distrarranno o non si infiacchiranno. Le notizie che arrivano dai media, che non sono tutte, perché sono solo quelle portate alla luce dalle indagini, non sono confortanti, non tanto per i fatti ed i misfatti, che spesso sono gravissimi e mortali, quanto perché molti cittadini, italiani in generale e meridionali in particolare, non sanno di avere dalla loro parte la Costituzione e le leggi che ne discendono, le quali consentono a tutti di fare impresa, pagando tasse, di fare fortuna e godersi beni mobili ed immobili in piena libertà, senza temere 41 bis, confisca, Magistratura e Forze dell’Ordine. Non a caso si consiglia ripetutamente la conoscenza della Costituzione, che non dà speranze vane, ma certezze di diritto, che vieta l’illegalità, ma favorisce e sostiene la legalità e che in fondo, con tutti i difetti, che pure contiene, vuole cittadini liberi, autonomi e soddisfatti della loro vita.

Italiani, che vogliono cambiare, cambino pure la Carta, ma dopo averla conosciuta ed usata con perizia contro chi ne fa e ne fa fare pessimo uso: torneranno all’attenzione per pensiero, economia, scienza ed arte.

Nunziante Minichiello

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