Dare un volto alle emozioni, rappresentare concetti astratti, creare nuovi paesaggi mai visti prima, disegnare tutto ciò che si vuole. Non stiamo parlando del processo artistico in generale, o per lo meno non di quello tradizionale. Stiamo parlando delle opportunità spalancate dall’Intelligenza Artificiale, pronta a rivoluzionare non solo il modo di lavorare e di stare online, ma anche il concetto di arte.
Le creazioni di Midjourney e il giornalismo
Facciamo un esempio e prendiamo come spunto una delle ultime copertine de Il Venerdì, il settimanale de La Repubblica. Il titolo, che campeggia sotto il volto di una bambina dagli occhi azzurri e in testa un particolare strumento tecnologico, colpisce subito il lettore: “Questa copertina l’ho fatta io*”. Con un piccolo asterisco che spiega come l’immagine sia stata creata da Midjourney, un programma di IA a cui è stato chiesto di creare una “rappresentazione in stile fotografico dell’idea di Intelligenza Artificiale”. L’obiettivo di queta piattaforma è quello di “espandere i poteri immaginativi della specie umana”, almeno questo si è prefissato il suo fondatore, David Holz, pronto a rivoluzionare l’industria dell’arte e della fotografia. Hanno fatto scalpore, ad esempio, le foto di Papa Francesco con un improbabile piumino bianco, oppure gli scatti dell’arresto di Donald Trump.
Le visioni oniriche di DeepDream
Ma non solo Midjourney, un altro esempio di Intelligenza Artificiale applicato all’arte è quello di DeepDream. Sviluppata nel 2014 da Google, questa forma di IA è in grado di elaborare le immagini che le vengono fornite e plasmarle in uno stile onirico e surreale. Questa IA “trasforma l’immagine al fine di ottimizzare ciò che vede in essa, ossia di ridurre le differenze (o, se vogliamo, di accrescere la similitudine) tra ciò che esiste e ciò che percepisce”, stando alle parole dell’artista britannica Anna Ridler, riportate in questo articolo su Il Tascabile.
Ma possiamo veramente parlare di arte per questi prodotti? Dietro la creazione di una fotografia, di un’immagine, di un dipinto, di un frammento fatto dall’IA c’è davvero una funzione artistica? L’Intelligenza Artificiale in realtà non fa altro che assemblare delle immagini, gestire la memoria che ha a sua disposizione, combinare e confrontare dati e informazioni che le arrivano dal suo autoapprendimento. L’invasione dell’IA nell’arte, insomma, è appena iniziata. Così come sta succedendo nel mondo della scrittura, della comunicazione, della sicurezza, della scuola. Eppure non tutto il male vien per nuocere. Questa nuova invasione, infatti, spinge tutti noi a fare una riflessione più ampia: cosa si intende, oggi, nell’era della rete, per arte?