Intervista a Marco Cassini, regista di “Terremotati”, film girato in Emilia

Locandina provvisoria
Locandina provvisoria

E’ un ragazzo con le idee più che chiare Marco Cassini, 28 anni abruzzese, apprezzato attore di teatro e fiction televisive (a breve lo vedremo su Sky nella nuova stagione de “I Borgia”). In questi giorni Marco è molto emozionato perchè siamo alla vigilia dell’inizio delle riprese di “Terremotati”, la sua opera prima da regista, una storia di speranza e amicizia tra le macerie del terremoto dell’Emilia. Da queste parti il mostro del sottosuolo poco più di due anni fa ha seminato 27 vittime lasciando il segno su abitazioni, monumenti, industrie e soprattutto nel cuore della gente.
«E’ vero – spiega il giovane regista – siamo tutti molto emozionati perchè ci stiamo apprestando a fare il lavoro speriamo migliore, con pochissimi mezzi, con pochissimi soldi e questo per noi rappresenta una sfida. Sono emozionato anche perchè sto per girare il mio primo film nella città di Michelangelo Antonioni un regista che ho sempre apprezzato anche durante la mia formazione professionale».

Qual è la genesi di questo film?
E’ stato pensato dagli attori Stefano Muroni e Walter Cordopatri con il contributo del giornalista Samuele Govoni. Abbiamo fatto insieme la sceneggiatura, il soggetto ed è stato fodamentale lavorare con loro e con la produttrice esecutiva Ilaria Battistella. Ho parlato con Laura Ansaloni, sorella di Leonardo, una delle vittime del sisma, e attraverso questo colloquio, attraverso il suo sguardo, ho compreso il dolore, il senso di dispersione che ti lascia il terremoto quando capisci che la tua casa non diventa più il luogo sicuro. Sono abruzzese e ricordo come stavamo con i miei in quel periodo, ricordo le giornate passate in macchina».

Che storia racconta il film?
L’amicizia tra due ragazzi, uno emiliano e uno calabrese, quest’ultimo ha un percorso diverso perché deve ambientarsi. Ho cercato di rappresentare l’Emilia così come la conosciamo, come quella terra che accoglie i lavoratori. Nel film dal titolo provvisorio ‘Terremotati’ c’è una storia di amicizia ma anche di sperenza.

Sopralluoghi tecnici in corso Marco a MirabelloMirabello, piccola cittadina del ferrarese sarà la location ideale per le riprese?
La realtà di questo posto è davvero speciale. Ci sono costruzioni meravigliose, alcune periferiche e poi le campagne appena dopo, ambientazioni dove si riesce a fare tutto velocemnete. Sabato 20 settembre inizieremo le riprese che dureranno poco più di dieci giorni”.

Quando sarà pronto “Terremotati”?
Dipende molto dal post produzione ma spero di avere per dicembre un pre-montato più che reale. Il mio obiettivo è portarlo ai principali festival del mondo, poi trovare una distribuzione sarebbe davvero una seconda vittoria.

E’ vero che nel cast ci sarà anche un attore molto importante?
In generale per le scelte fatte mi sono affidato solo sul merito a prescindere dai nomi ma confermo la presenza di un attore di assoluto rilievo.

sopralluoghi tecnici in corso Marco e PabloEppure questo progetto che adesso sta entusiasmando sembrava destinato a rimanere solo sulla carta…
Incredibilmente sì, stavamo rimanendo a piedi. Per un progetto basato su documentazioni, per un dramma sociale che non vuole fermarsi solo all’Emilia-Romagna abbiamo avuto aiuti soltanto da chi è stato vicino alle vittime o da chi il terremoto l’ha vissuto davvero. Questo ti fa capire che in Italia purtroppo non si punta più sulla cultura. L’intervento di una cittadina è stato fondamentale e posso dire che Maria Rita Storti, insegnante di liceo con il suo contributo economico è a tutti gli effetti la produttrice del film. Ha letto la storia e ha detto: ‘Ve li darò io i soldi perchè ci credo’. Poi c’è stata anche l’accoglienza di Mirabello.

Dopo aver presentato il progetto nei giorni scorsi a Sant’Agostino sul palco dei Nomadi ed essere pronto con le riprese, cosa ti aspetti da questa nuova avventura professionale?
Mi aspetto un bel film, quello che oggi vedo sulla carta. Mi aspetto una risposta del pubblico particolare e perché no anche da parte della critica. Fare a 28 anni un’opera prima è una grande responsabilità ma tutti noi ci sentiamo pronti.

Emilio Buttaro

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