«Non possiamo lasciare il web a Google» disse nel 2003 Renato Soru. Oggi le sue parole appaiono quanto mai profetiche alla vigila del lancio del nuovo motore di ricerca tutto italiano, che debutterà a novembre. Dietro iStella, questo il nome del progetto, c’è proprio Soru, già fondatore nel 1998 di Tiscali e tornato al mondo dell’innovazione web dopo l’esperienza politica che lo ha visto arrivare a ricoprire la carica di Presidente della Regione Sardegna del 2004 al 2008.
L’operazione iStella, partita già nel 2006 dopo un incontro tra Soru e con l’allora presidente del Consiglio Romano Prodi, appare come una sfida impari, una sorta di Davide contro Golia destinata, questa volta, a premiare il più forte. Contrastare lo strapotere di Google e imporsi sul mercato è una battaglia ardua ma, come spiegano i promotori, iStella è un progetto partecipativo che sarà sviluppato puntando al massimo sui contenuti italiani, secondo il modello di koti di ricerca già esistenti in altri Paesi.
A spiegare meglio e ad anticipare il progetto sono le parole dello stesso Soru che, in un’intervista rilasciata a La Repubblica, ci tiene a precisare che non si tratta affatto di una sfida a Google: «Primo, tutti possono partecipare aggiungendo documenti. Secondo, nessuno viene tracciato quando effettua delle ricerche. Terzo, i risultati delle ricerche saranno obiettivi e non profilati in basi ai nostri precedenti comportamenti. Quarto, la popolarità non è tutto, se uno cerca Dante Alighieri e per qualche motivo una pizzeria Dante Alighieri ha molto successo, da noi troverete sempre primo l’omonimo Istituto. Quinto, i tre miliardi di pagine che scarichiamo saranno gratis a disposizione di chiunque voglia fare studi sul web italiano».
Tre miliardi di pagine indicizzate, quante ce ne sono nella nostra lingua, più quelle solitamente visitate dagli italiani che usano il web. E il tutto senza tracciare gli utenti. È questa la sfida lanciata dal team di sviluppo, guidato da Giuseppe Attardi, Domenico Dato e Antonio Gulli (i genitori di Arianna e del sistema IXE). Si parte con l’indicizzazione di tre miliardi di pagine web italiane, poi spazio per gli archivi di enti, fondazioni e istituti. Infine, chi vuole, potrà contribuire con studi, foto o altri contenuti. Il rischio è bissare l’esperienza fatta solo pochi anni fa dal matematico padovano Massimo Marchiori che lanciò nel web, con scarsissimi risultati, il motore di ricerca Vulonia.
Tuttavia, assicurano gli ideatori di iStella, nel mondo esistono già molti motori di ricerca nazionali che puntano tutto sui contenuti web domestici e che hanno grandissima risonanza in patria, tanto da convivere pacificamente accanto al gigante Google. Questa è la strada che intende seguire iStella, che ha l’obiettivo di inglobare al suo interno l’intera storia italiana, indicizzando gli archivi di enti, fondazioni e istituti che oggi non sono ancora sul web. Altro punto a favore del motore di ricerca di Soru è il suo carattere social. Uno degli obiettivi del progetto, infatti, è permettere gli utenti di contribuire condividendo contenuti e inserendo pagine.
La sfida è ardua, quasi impossibile. Ce la farà questa volta il piccolo Davide a battere il gigante Golia?
Piera Vincenti