Come Jovanotti, in concerto, nessuno mai. Il tris di concerti che Lorenzo Cherubini ha portato a San Siro il 25, 26 e 27 giugno ha dell’incredibile. Tre serate consecutive allo stadio Meazza di Milano, rigorosamente sold out. Un’impresa che non era riuscita ad alcun artista prima d’ora. Oltre 140mila spettatori e una scaletta di 30 canzoni che ha fatto ballare ed emozionare per oltre due ore di pura magia. Jovanotti è il potere della musica, è la bellezza della passione, è l’energia che trasporta allegria. Ciò a cui ho assistito ieri sera è andato oltre le mie più rosee aspettative. “Lorenzo negli stadi 2015” mi ha fatto emozionare e divertire come una bambina per la prima volta al Luna Park. Sono salita a bordo di un’astronave e Jova mi ha fatto girare, sognare, volare alto, in un cielo stellato di note.
Palco a forma di saetta, un fulmine colorato che colpisce al cuore il pubblico e lo abbraccia calorosamente. Jovanotti vuole il contatto con i suoi fan: c’è bisogno di umanità. Di amore. Giallo, rosso, blu. Tinte che infondono gioia e vita. Un mega schermo alle spalle di Jova e della sua band mostra immagini che commuovono oppure video che fanno sorridere e riflettere (con incursioni di Ornella Muti, Fiorello, Filippo Timi e Carlo Conti). Il clima è di festa. E non potrebbe essere altrimenti con Lorenzo. “Io penso positivo” canta l’artista, per poi scatenarsi con “Tutto acceso” e “Attaccami la spina”. L’inizio del concerto di San Siro è un’esplosione di ritmo. “Una scintilla”, come recita il titolo di una delle canzoni in scaletta, che accende e fa bruciare l’anima di felicità. E’ bello assistere a un live così coinvolgente, ci si sente parte di una grande famiglia. L’atmosfera che si respira allo stadio è stranamente intima e piacevole (per una come la sottoscritta che non ama i concerti in posti del genere è una vera sorpresa e un regalo immenso). Il merito di Jovanotti è quello di riuscire sempre a far sentire importante ogni suo singolo spettatore: sembra cantare guardando negli occhi uno a uno i propri fan sotto il palco e in tribuna.
Con Lorenzo Jovanotti Cherubini è sempre “sabato”. Il suo concerto è “il più grande spettacolo dopo il big bang”, una “stella cometa” che ci conduce ad una favola. Si salta, si canta a squarciagola dall’inizio alla fine del concerto. San Siro è una bolgia, infuocata. Jova intona “Bella”, suo vecchio successo, per poi passare a “Ora” e alla splendida “Fango”, infondendo coraggio, speranza, forza. Qui la poesia si fa musica, la fantasia plasma emozioni. “Il mondo è tuo” afferma Lorenzo al pubblico di San Siro. Il mondo gira come vuoi tu, se lo vuoi davvero. L’amore è il motore che tutto muove, che tutto trasforma. “E’ la cosa più importante che abbiamo”, spiega Jovanotti. E come non essere d’accordo con lui.
Milano per qualche ora diventa “l’ombelico del mondo”, con migliaia di persone riunite al Meazza per una nuova tappa del Lorenzo negli stadi 2015. Il concerto cambia marcia, tra laser tridimensionali, giochi di luci e di colori, con una serie di cartoni animati che narrano storie di incontri, di viaggi, di passioni. Jovanotti ci cuce l’”Estate addosso”, ci porta con sé in un viaggio inaspettato, come un vero e proprio “Astronauta” con il suo equipaggio, tra nuove galassie musicali e pianeti ancora da scoprire. “E’ la notte dei desideri” che si esaudiscono? Forse. Di sicuro Jovanotti sa come coccolarci, magari dedicandoci una “serenata rap”, che improvvisamente ci porta indietro di due decenni, a quelle giornate fatte di amicizie speciali, di prime cotte tra i banchi di scuola e di “tasche piene di sassi” e di belle speranze.
Da “Tensione evolutiva” a “Mezzogiorno”, da “Come musica” a “Tutto l’amore che ho”, il concerto prosegue sulla scia del divertimento. Jovanotti durante il concerto non si ferma un attimo, è incontenibile. Percorre il palco in lungo e in largo, salta, lancia le gambe a destra e a sinistra, improvvisa una samba, si rotola a terra oppure si lancia sul suo pubblico, con buona pazienza degli uomini della sicurezza. Lorenzo negli stadi realizza un sogno, il nostro e il suo. Dice di essere un “ragazzo fortunato” ma i veri fortunati siamo noi, seduti sugli spalti o in piedi nel prato di San Siro: noi, che abbiamo la possibilità di assistere a un evento unico, indimenticabile. Noi, fortunati ad essere invitati speciali alla festa in “casa Cherubini”. E per una sera ci sentiamo tutti “Immortali”, invincibili. Merito di Jovanotti e del “superpotere dell’amore” e della sua musica.
Silvia Marchetti