Ci siamo. E` uscito “Le cose che non ho”. Il 2015 è stato l’anno d’oro di Marco Mengoni; a gennaio l’uscita del disco “Parole in circolo”, che ha guadagnato tre dischi di platino e sancito il successo di due brani come “Guerriero” e “Io ti aspetto”, ora, il 4 dicembre, la pubblicazione del nuovo album, il quale, già dal primo ascolto, soddisfa le aspettative dei numerosi fan di Mengoni e, in alcuni brani, le supera perfino. Benché il nuovo lavoro si presenti come la seconda parte di un progetto musicale più ampio e iniziato proprio con “Parole in circolo”, non possiamo proprio dire che il bravissimo cantautore di Ronciglione si sia ripetuto o che tema di sperimentare. Del resto la sua duttilità vocale, fortemente ancorata alla radice soul, gli consente di esplorare con grande padronanza della tecnica musicale e vocale sia il pop che il rock. Marco, insomma, è un artista da non sottovalutare: il suo “marchio di fabbrica” è quello dei testi dedicati all’introspezione, ai sentimenti, al percorso esistenziale dell’essere umano, temi che ritroviamo anche in “Le cose che non ho”, ma con una capacità di approfondimento e di analisi da diversi punti di vista che rendono lo stile di Mengoni inconfondibile, da ascoltare con le orecchie e con la mente.
Il disco si apre con il brano “Ricorderai l’amore”, pop intenso, dal ritmo trascinante, forse il pezzo più bello di tutta l’opera. Da ascoltare attentamente il testo, incentrato sulla capacità di rialzarsi, di rinascere dopo la fine di un amore, sul crollo emotivo, la delusione che, pian piano, diventano esperienza, maturità in grado di spostare più in là i nostri confini. Le ferite si richiudono diventando, così, vita vissuta. “Ti ho voluto veramente bene”, composta da Fortunato Zampaglione, è una melodia lenta, di ampio respiro, in cui il passato, i ricordi, diventano rimpianto. La voce di Marco Mengoni, letteralmente, rivive questo sentimento, con sfumature più intimiste. “Ad occhi chiusi”, terzo pezzo dell’album, è una canzone dallo stile raffinato sul potere dell’amore, della magia di questo sentimento che permette a due persone, magari lontane migliaia di chilometri, di trovarsi, di “percepirsi” come anime gemelle. Un vero miracolo in cui, purtroppo, ancora molti non credono. Molto particolari e, allo stesso tempo, malinconici, sono la melodia e il testo di “Resti indifferente”, ritmo cadenzato, evocativo per parole che rappresentano una presa di coscienza delle differenze, degli errori, dell’indifferenza del mondo e persino della persona amata. L’attesa di un cambiamento in positivo non è sempre possibile e bisogna saper riconoscere il momento in cui essa diventa un ostacolo da eliminare sul cammino dell’esistenza.
Se vi piace ascoltare un disco per la prima volta scegliendo a caso le canzoni, partite da “Parole in circolo”, un vero e proprio inno alla sincerità, un canto lento, melodioso, sul viaggio delle nostre vite, un percorso che potrebbe non avere una meta precisa, ma deve essere vissuto giorno per giorno, tra fallimenti, voglia di farcela, smania di libertà, rabbia per le ingiustizie, tutto espresso dalle parole che diciamo e ascoltiamo giorno per giorno. Parole vere o false, generose o superbe eppure, proprio attraverso queste e la nostra voglia di vivere, di trovare un equilibrio, riusciamo a conquistare la nostra indipendenza, ad assaporare ogni respiro plasmando noi stessi e la nostra personalità. “La nostra estate” è una musica vibrante di energia, di voglia di amare e stare insieme. Potremmo dire che questo sia il brano più spensierato dell’album. E’ interessante notare che questa canzone, dal sapore assolutamente estivo, come possiamo capire già dal titolo, non ha lo schema, l’orecchiabilità e la banalità classici dei tormentoni estivi, al contrario: è un pezzo che non stanca mai, neppure dopo il decimo ascolto consecutivo. Una delle melodie più personali e sentimentali (nel senso positivo del termine) di “Le cose che non ho” è “Solo due satelliti” una poetica dichiarazione d’amore, firmata Sangiorgi, in cui gli innamorati sono paragonati a due satelliti destinati a gravitare l’uno nell’orbita dell’altro per sempre, una sorta di “piacevole, bella e desiderata prigionia” che, paradossalmente, fa credere di essere completamente liberi. Questo brano ha un testo che andrebbe riascoltato non perché di difficile comprensione, ma per le sfumature di significato che spiega in termini semplici: l’amore ci rende pulsanti di vitalità, proprio come accade quando raggiungiamo con le nostre forze la vera libertà e possiamo decidere di noi stessi. Si tratta di uno stato di felicità euforica che non ci fa vedere un dettaglio non trascurabile: la libertà donata dall’amore non è assoluta, ma intrecciata a quella della persona amata, come possono essere le orbite di due satelliti.
Il pezzo “rivelazione” del nuovo album di Marco Mengoni è, però, “Rock Bottom”, scritto da un genio musicale dei nostri tempi, Sia, cantautrice e autrice di meravigliose canzoni come “Chandelier” e “Diamonds” (cantata da Rihanna). “Rock bottom” è una ballata pop dal testo intimista in cui la personalità eclettica e originale di Sia è evidente, così come la “costruzione” musicale che l’artista riesce sempre a prevedere e concretizzare sia per la propria vocalità, che in vista dell’esecuzione di un altro interprete. Mengoni, infatti, non ha alcuna difficoltà a personalizzare un brano del genere, spiegando la voce senza forzarla, senza spingerla per cercare di imitare il canto più “disperato”, “urlato”, a volte, di Sia. “Le cose che non ho”, nona traccia dell’album omonimo, un invito a godere di ogni momento, a vivere consapevolmente le emozioni senza paura, a essere grati per ciò che abbiamo, è proprio l’essenza di questo elegante lavoro di Marco Mengoni. “Dove siamo” ha un testo in grado di dare carica, motivazione, grazie anche al ritmo sostenuto ed è un inno alla perseveranza, alla capacità di vivere il nostro tempo per quello che è, qui e ora, nonostante il fallimento. Anzi, l’errore è una ragione in più che spinge alla rivalsa, ma in modo sano, per se stessi, evitando inutili confronti o vendette contro la vita che, a volte, appare ingiusta. Chiude l’album “Nemmeno un grammo”, in cui i temi del disco, ovvero la forza d’animo e di volontà, sono ripetuti rispettando la vocalità “calda” di Mengoni. “Le cose che non ho” punta alla semplicità, pur non essendo mai ripetitivo né “semplicistico”. I valori veicolati da ogni canzone sono positivi, spingono alla crescita, all’evoluzione personale che può essere raggiunta solo passando attraverso le sofferenze che insegnano a vivere. Un lavoro sul senso dell’esistenza e del tempo, cantato e interpretato con eleganza e raffinatezza persino nell’uso della voce, che perfino negli acuti più difficili non perde mai il proprio “colore”, il timbro che la contraddistingue. “Le cose che non ho” di Marco Mengoni avrà un grande successo e rimarrà impresso nella memoria di chi lo ascolterà non come un tormentone irritante e banale, ma come un lavoro musicale basato sulle sfumature di emozioni che tutti, prima o poi, (e per fortuna) proviamo nella nostra esistenza. Puoi ascoltare l’album di Mengoni gratuitamente cliccando sul pulsante sottostante.