Leonardo DiCaprio tra film, Arte e sport estremi

Laonardo DiCaprio
@Siebbi – Nella foto DiCaprio

Leonardo DiCaprio e i film. Leonardo DiCaprio e l’Arte. Leonardo DiCaprio e l’ambiente. Quarant’anni di passioni e non dimostrarli. Una vita costellata di grandi successi e molti amori, dal Cinema all’Arte, passando per le belle donne (in particolare per le modelle) fino agli sport estremi, tanto che una volta, come ha raccontato egli stesso a L’Espresso, si è trovato in Sudafrica faccia a faccia con uno squalo bianco. Ma è nel Cinema che DiCaprio dà il meglio di sé. La cura, quasi maniacale, dei dettagli e lo studio psicologico dei personaggi hanno fatto di lui un grande attore che si è evoluto nel corso del tempo, affinando le sue doti innate. Vegetariano convito, Leonardo alterna l’impegno sociale con il lavoro di attore; una carriera cominciata alla tenera età di tre anni, recitando in campagne pubblicitarie e in piccoli ruoli per la televisione. Dal 1993 – quando in Voglia di ricominciare  vestiva i panni di un ragazzino ribelle che odiava il patrigno – Leonardo DiCaprio ne ha fatta di strada: ha lavorato con attori del calibro di Meryl Streep e Robert De Niro, facendosi guidare dall’esperienza di famosi registi. Uno su tutti Martin Scorsese, che lo ha diretto in Gangs of New York (2002), in The Aviator (2004), The Departed (2006), Shutter Island (2010) e The Wolf of Wall Street (2014), con il quale DiCaprio ha concluso la trilogia “del denaro e del potere”, cominciata con Django Unchained di Quentin Tarantino e Il Grande Gatsby di Baz Luhrmann. L’ossessione per i soldi dei suoi ultimi personaggi, però, racconta l’attore a D di Repubblica, non è una sua caratteristica, anche se come tutti – dice – aspira ad avere sempre più successo e quindi soldi. Ama le giacche, le case e l’arte contemporanea, tanto che farebbe follie per un Andy Warhol.

THE WOLF OF WALL STREET

Ma è nel cinematografo che investe gran parte del suo denaro: ha fondato infatti una sua casa di produzione spinto, precisa, da ragioni egoistiche, cioè dal desiderio di trovare storie che facessero al caso suo per evitare di acquisire un’immagine stereotipata. Sono, dunque, lontani gli anni del romantico ragazzo biondo di Titanic. Quel Jack che ha fatto sognare milioni di ragazzine nel mondo, compresa la sottoscritta, e che lo ha reso celebre. Leonardo DiCaprio è cresciuto e nei suoi film interpreta non più personaggi stereotipati ma, con la sua carica espressiva e le tonalità vocali dirompenti, dà le sembianze a uomini forti, che rischiano. Alcuni sono animati dalle migliori intenzioni e da valori nobili, come Hugh Glass de “Revenant – Il redivivo”, altri sono gestiti dalla brama di potere e per quest’ultimo commettono le azioni più ignobili, come Jordan Belfort de “The Wolf of wall street”.

revenant–il-redivivo

DiCaprio con le sue performance – prima di calarsi nei panni di Hugh Glass – ci portava nella mente del personaggio da lui interpretato, facendoci conoscere anche i lati oscuri di persone, talvolta esistite, che hanno agito in nome di un ideale a volte non positivo. Interpretazioni basate soprattutto sulla parola, come in J. Edgar (2012), dove l’attore si muove poco, perché è il linguaggio che conta. E forse è per questo o per altre ragioni a noi sconosciute che l’Academy non lo aveva ancora premiato. Nell’ultimo film “Revenant – Il redivivo” (2015) Leonardo DiCaprio trasforma il suo corpo mettendosi ancora una volta in discussione e porta il fisico all’estremo tra i ghiacci e le intemperie. E` taciturno, perché deve risparmiare le forze, ma sa il fatto suo e ha una spiritualità dirompente che va oltre le apparenze diventando un Tutt’uno con la Natura. L’ambiente è il suo grande cruccio, come abbiamo ascoltato durante la cerimonia di premiazione degli Oscar 2016, quando con la prestigiosa e tanto ambita statuetta tra le mani ha spronato tutti a darci da fare per salvaguardare il nostro meraviglioso pianeta. Il suo viaggio a Roma da Papa Francesco rende l’idea di quanto la spinosa questione ambientale gli stia a cuore. Auguri Leonardo!

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