Les Souvenirs: trailer del film e recensione

Sempre più romanzi diventano fonte di ispirazione per film. Les Souvenirs diretto da Jean-Paul Rouve è tratto, infatti, dal libro di David Foenkinos, “L’eroe quotidiano” (tradotto da Alberto Bracci Testasecca per le edizioni E/O). Se il testo è incentrato principalmente sul ragazzo, Romain (Mathieu Spinosi), la sceneggiatura sceglie di tralasciare l’ultima parte dedicata alle sue evoluzioni amorose, dando maggiore spazio alla figura del padre, Michel (interpretato da Michel Blanc), e inventandosi nuovi personaggi come quello del coinquilino Karim (William Lebghil). L’intenzione è quella di mostrare e far dialogare tre generazioni attraverso il giovane ventitreenne, suo padre e la nonna di ottantacinque anni Madeleine (Annie Cordy). Tutto parte con una scena legata all’estremo saluto, che tornerà, a suo modo, ciclicamente in conclusione quasi a voler chiudere il cerchio per poi guardare avanti. Nella vita tutti devono, prima o poi, far i conti con la morte e il dolore ed è da questo dato di fatto che lo scrittore prima e il regista dopo (co-sceneggiatore insieme a Foenkinos) fanno cominciare il viaggio del protagonista più giovane e dello spettatore di turno. Di qui il collegamento con l’eroe quotidiano. Chi egli sia, ve lo lasciamo scoprire leggendo il libro e/o guardando il film, vi basti, però sapere, che c’entra molto con ognuno di noi indipendentemente dall’età. Romain vorrebbe fare lo scrittore, ma pur di essere autonomo rispetto alla famiglia cerca un lavoro per sopravvivere. Si ritrova a fare il portiere di notte in un albergo. Il gestore dell’hotel (lo stesso Rouve) gioca anche con l’immaginario legato a questa figura tanto che ascoltiamo battute del tipo: «Ragazzo, col romanzo a che punto sei? […] fai lettere, vuoi far il portiere di notte, hai la faccia del depresso come uno scrittore» ironizzando amorevolmente. L’uomo ha un atteggiamento ora paterno pensando a suo figlio – coetaneo di Romain – ora incoraggiante verso i sogni di un ragazzo con aspirazioni autoriali, che, in questo mondo, appaiono poco concrete. Parallelamente osserviamo i figli di Madeleine, cosiddetti adulti, che decidono di mettere la loro madre in una casa di riposo con Michel che subisce la decisione dei fratelli. Non riesce a reagire anche perché è sovrastato da un mix di emozioni connesse con l’andare in pensione. L’unico ad accorgersi del disagio dell’anziana in un luogo che non è casa propria è il nipote. L’accudimento è un altro tasto molto attuale e che tocca chiunque. «Obblighiamo gli anziani a fare quello che fa comodo a noi e allora tagliano la corda», dice l’albergatore nel momento in cui la nonna è scomparsa. A tratti, quando la Cordy manifesta in modo toccante il disorientamento della donna all’arrivo alla casa di riposo, la mente va a “Marigold Hotel” (2012).

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Nel film di John Madden i protagonisti erano gli anziani con le proprie storie, i quali si ritrovavano, per motivi differenti, in un hotel dove metabolizzare la propria età, ripensare agli anni trascorsi e scegliere cosa farne di quelli che restano. Il Romain de Les Souvenirs ha quegli atteggiamenti amorevoli che tutti vorremmo ricevere risultando un po’ sfalzato rispetto al suo tempo. Sfiora un po’ la perfezione, suggerendo un che di irreale, ma ci piace anche per questo. Lo vedevamo per altri versi in “Veloce come il vento” di Matteo Rovere dove la sorella appare più matura del fratello maggiore. Ne Les Souvenirs il ragazzo è più “padre” di suo padre – permetteteci il gioco di parole. «Quando il presente non va più, va rimessa benzina nel passato», è una delle frasi emblematiche di quest’opera.

Les Souvenirs viaggia, infatti, su diversi binari: un passato da ricordare e cercare (vedi anche il viaggio della nonna ad Étretat in Normandia), un presente che vive dei ricordi per la coppia di genitori – Michel e Nathalie (Chantal Lauby) – troppo seduti su loro stessi, ma a cui lei cercherà di dare una scossa e una terza via ancora. Una linea fondante, che fa da ponte, è, infatti, costituita dal rapporto nonna-nipote, che i due attori rendono dolce, strappando al contempo sorrisi grazie al mood da commedia tipicamente francese. Spesso questa relazione è stata affrontata in pellicole, basti pensare al lungometraggio di Ann Hui, “A Simple Life”, premiato alla 68esima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia o alla commedia di Verdone, “Bianco, rosso e Verdone” (1981). Ne Les Souvenirs la parola va ai francesi per declinare sentimenti estremamente universali. Di seguito il trailer.

 

 

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