La recensione del nuovo singolo di Luciano Ligabue “Siamo chi siamo”, tratto dall’album “Mondovisione” che ha dato il nome al tour
Quante volte ci siamo chiesti chi siamo, da dove veniamo e quale direzione far prendere alla nostra tormentata esistenza. Tutto ciò che ci circonda, tutto ciò che ci accade è frutto della casualità oppure di un disegno cosmico, magari divino? Ligabue deve aver riflettuto a lungo su questi temi, crogiolandosi in una miriade di domande e di non-risposte. Anni di vita vissuta, di esperienze, di capriole sentimentali e professionali più o meno acrobatiche, formano l’individuo e lo portano a pensare in un determinato modo, a compiere azioni ben precise e a scegliere secondo istinto, cuore o ragione.
Con “Siamo chi siamo”, nuovo singolo estratto dall’album “Mondovisione” (il più venduto del 2013), Luciano Ligabue trae le sue conclusioni con lucidità e onestà: “Ogni giorno mi è più chiaro che quelle rughe sono solo i tentativi che non ho mai fatto”. Inutile dannarsi l’anima nel tentativo di comprendere la natura umana e il gioco caotico e imprevedibile che è la vita. Nessuna verità assoluta è nascosta in chissà quale scrigno sepolto, nessuna sfera di cristallo svelerà mai l’arcano: l’unica cosa che ci è dato, e che ci interessa, sapere è che “siamo chi siamo”. Questo deve bastare.
Il rocker emiliano dipinge un vero e proprio inno alla “casualità non casuale” del vivere quotidiano. “Non c’è niente da capire. Di tutte quelle strade, averne presa una, per tutti quegli incroci, nessuna indicazione. Di tutte quelle strade, trovarsi a farne una, qualcuno ci avrà messi lì. Siamo chi siamo”. Tra citazioni poetiche e letterarie (da Carducci a Dante, scomodando perfino la Bibbia) e schiaffi di modernità (con parole che grondano concretezza e autenticità), il cantautore e musicista 54enne si guarda attorno, osserva le persone: c’è la ragazza di Torino che “ha un occhio mezzo vuoto e un occhio pieno” ma anche la fanciulla di Salerno, che non sa cosa sia la pace”. Il Liga ne descrive pensieri e illusioni, terminando il suo cammino nell’introspettiva necessità di guardarsi allo specchio e di mettere a nudo, in tutta libertà, la propria anima.
“Siamo chi siamo” presenta un testo perlopiù crudo, a tratti filosofico, lontano dalle atmosfere rockeggianti e rabbiose de “Il Muro del Suono” e “Il sale della terra”, ma vicino, per intenzioni, a “Uno dei tanti” (brano del 1999). “Non ci si bagna nello stesso fiume, non si finisce mai di avere fame. Conosco le certezze dello specchio e il fatto che da quelle non si scappa”, canta Ligabue nel nuovo singolo. Dopo un morbido intro di chitarra, le parole si adagiano su un tappeto soul, per poi incontrare un delicato assolo di piano, creando un perfetto equilibrio tra musica e significato del testo.
Domani sera, in seconda serata su Rai Uno, Luciano Ligabue parlerà di “Siamo chi siamo” ma anche della sua visione del mondo (da qui “Mondovisione”): storie inedite e curiosità sulla nascita dell’album e sulla vita del rocker (da non perdere il duetto con Francesco De Gregori sulle note di “Alice”) si alterneranno a immagini ed emozioni legate all’ultimo tour negli stadi che ha fatto registrare un record di presenze da nord a sud. Ligabue tornerà ad esibirsi il prossimo 6 settembre (stadio Nereo Rocco di Trieste), per proseguire il 9 a Torino, il 13 a Bologna e il 20 a Bari. Ad ottobre l’artista di Correggio volerà, per la prima volta in carriera, in America (Canada e Usa) per cinque date live speciali.
Ascolta il singolo “Siamo chi siamo” qui: http://youtu.be/aeML_TOQHTk
Silvia Marchetti