«Lo sviluppo sostenibile apporta benefici all’ambiente ed al territorio ma anche all’economia ed all’occupazione. Green economy deve diventare green job». Lo ha sottolineato il vicepresidente di Confagricoltura Ezio Veggia intervenendo, a Roma, al workshop “Il contributo dei lavori verdi allo sviluppo sostenibile in Italia dopo Rio+20”, organizzato dal ministero dell’Ambiente e dal Dipartimento della Funzione Pubblica.
«Il mercato del lavoro in agricoltura – ha spiegato Ezio Veggia – sta cambiando profondamente e si apre a nuove attività e figure professionali per lo sviluppo delle attività agro energetiche che acquistano grande rilevanza; questo sforzo però va sostenuto e favorito proprio perché crea occupazione».
Il vicepresidente di Confagricoltura ha ricordato come il decreto sviluppo colleghi l’erogazione di alcuni finanziamenti alla creazione di nuovi posti di lavoro per i giovani. «La misura agevolativa, così come prevista, attraverso il riferimento testuale al settore della green economy, sembra escludere le imprese agricole, trascurando il loro apporto, le potenzialità e la propensione agli investimenti».
Il rappresentante di Confagricoltura ha quindi evidenziato la rilevanza delle nuove attività che interessano un gran numero di imprese agricole che abbinano all’attività produttiva tradizionale altre integrative ed innovative. Dai dati del censimento agricolo si rileva che sono quasi 22 mila le aziende che si occupano di energia da fonte rinnovabile; circa 45 mila le imprese biologiche. Le aziende interessate alla manutenzione ed alla realizzazione di siepi, filari di alberi e muretti per la prevenzione del dissesto idrogeologico invece sono quasi 274 mila. «Tendenzialmente negli ultimi anni va crescendo il numero delle imprese che si dedicano ad attività bio-sostenibili – conclude Ezio Veggia -. Maggiore attenzione alle imprese del settore agricolo si traduce in una maggiore tutela del territorio».