Dal 17 Dicembre arriva nei cinema La Battaglia delle cinque Armate, terzo capitolo della trilogia diretta da Peter Jackson. Curiosità e analisi dunque sul fenomeno de Lo Hobbit, la saga Fantasy ispirata ai libri di Tolkien, in attesa della recensione dell’ultimo film della trilogia.
Prima che l’Anello “li ghermisse e li domasse”, i popoli della Terra di Mezzo vivevano tranquillamente la loro esistenza finché il drago Smaug non si è risvegliato dalle profondità della Montagna Solitaria. Ambientato sessant’anni prima la grande avventura vissuta da Frodo Baggins, ora un giovane Bilbo (interpretato da Martin Freeman, il Watson televisivo), seguito da una congrega di 12 Nani e dal fido Gandalf, inizia un viaggio inaspettato per salvare la Terra di Mezzo da una minaccia oscura e pericolosa.
Su questo incipit, l’abile Tolkien nel lontano 1937 è riuscito a raccontare gli eventi antecedenti alla saga del Signore degli Anelli, decidendo di puntare su uno stile fresco, giovanile, senza fronzoli e alla portata di tutti. Peter Jackson che, per anni dopo la conclusione de Il Ritorno del Re si è battuto per realizzare questo prequel, durante la lavorazione si è trovato di fronte ad una miriade di racconti perduti, di storie fantastiche che, insieme a Lo Hobbit, andavano a completare il quadro scritto da Tolkien, un affresco geo/politico/culturale di un mondo magico, fatato, pieno di miti e leggende.
Un viaggio inaspettato, proiettato nei cinema nel 2012 ha fatto da apripista alla nuova trilogia de Lo Hobbit, infatti si sono sussguiti La Desolazione di Smaug (del 2013) ed ora è atteso La Battaglia delle cinque Armate che debutterà nei cinema dal prossimo 17 Dicembre. Anche se questo moderno trittico di film non rispecchia fedelmente i libri di Tolkien, dato che il regista ha attinto da molti racconti perduti dell’autore (anche dal famigerato Simarillion), Peter Jackson ha creato comunque una moderna saga fantasy in puro stile pop, dimenticando i temi crudi e violenti del Signore degli Anelli e portando sul grande schermo un racconto più scanzonato ma comunque emozionante e di grande impatto visivo. Gli effetti speciali non sono mancanti, come non latitano frasi filosofiche, battute graffianti e personaggi dalla psicologia perfetta, ma il regista è stato abile anche nel creare un ponte tra le due trilogie, arricchendo la narrazione con voli pindarici, digressioni storiche e soprattutto facendo transitare nel plot alcuni personaggi molto amati dal pubblico. Tutto ciò però ha portato alla rottura con la continuità narrativa, creando alcuni gap temporali che si vanno a scontrare con quelli del Signore degli Anelli.
Peter Jackson non ha compiuto un vero e proprio passo falso, ma ha peccato d’orgoglio nel cercare di realizzare unnuovo e fruttifero franchise che fosse al passo con i tempi. Senza capire che i gusti del pubblico sono cambiati, il regista con Lo Hobbit ha realizzato una saga cinematografica dedicata solo a pochi eletti, nata già vecchia e che colpisce i sentimenti del vero amante della scrittura di Tolkien. Sta di fatto, però, che Lo Hobbit è per davvero un viaggio straordinario, grazie alla grande maestria di una sceneggiatura fulgida, ad un’ambientazione simile ad una favola dark e soprattutto grazie ad un plot twist ingenioso e poco complesso.
Un fenomeno quindi che brilla grazie al Signore degli Anelli, perché a conti fatti la trilogia de Lo Hobbit non verrà ricordata come si vorrebbe negli annales della filmografia di genere.
Quindi nell’ultimo capitolo cinematografico, i “nostri” amati avventurieri, dovranno difendersi non solo dalle insidie di Smaug, ma dallo stesso Bilbo, che sta incominciando a conoscere i poteri dell’Anello, e dovranno fronteggiare l’ombra di Mordor che pian piano sta recuperando forza ed energia.
Carlo Lanna
Trailer “Un viaggio inaspettato”: http://youtu.be/C3_RqRPF-OY
Trailer “La Desolazione di Smaug”: http://youtu.be/BgZ0S3vPDcs
Trailer de “La Battaglia delle cinque Armate”: http://youtu.be/yDE_p_n1Do0