London Film Festival: humour inglese sì o humour inglese no?

_TFJ0076.NEFEbbene il giorno che i cinefili europei stavano aspettando è finalmente arrivato. The Imitation Game – L’enigma di un genio ha inaugurato questa mattina il London Film Festival. Si è trattato tuttavia di un esordio un pochino più in sordina rispetto a quello dello scorso anno che tanta attenzione mediatica aveva calamitato. Innanzitutto sono ancora pochi i giornalisti internazionali che hanno presto parte all’evento, ancora meno le donne (come fa notare qualcuno) ma siamo solo all’inizio e siamo certi che l’effetto Brad Pitt mieterà presto le sue vittime. In compenso la stampa norvegese ha letteralmente presto d’assalto la conferenza stampa del film a causa della medesima nazionalità del regista Morten Tyldum. In secondo luogo The Imitation Game non è purtroppo Captain Phillips – Attacco in mare aperto, il film inaugurale dello scorso anno diretto dal regista inglese Paul Greengrass, che aveva inchiodato alle poltrone pubblico e critica grazie a una storia avvincente e un ritmo strepitosamente incalzante. Ora, The Imitation Game non è affatto un brutto film ed è ben lontano dalla descrizione sommaria che ne è stata fatta negli ultimi giorni. E’ la storia della “solitudine di un numero primo”, di un’identità violata e soprattutto di un talento divino. Alan Turing non è soltanto un matematico passato alla storia per i suoi calcoli ma un geniale crittografo e filosofo che svelò il mistero del sistema “Enigma” durante la seconda guerra mondiale evitando che si protrasse per altri due anni e salvando la vita a più di 16 milioni di persone.

The Imitation Game – L’enigma di un genio2Nell’ultimo decennio la sua figura è stata rivalutata e gli sono stati finalmente attribuiti i meriti che gli spettavano con annesse scuse per il terribile calvario che dovette affrontare prima della sua morte a causa della sua omosessualità. The Imitation Game è il film che farà conoscere al mondo la sua commuovente storia ma è anche un’opera estremamente convenzionale e piuttosto deludente se consideriamo le aspettative di partenza.

La stampa britannica ha appena accennato un applauso al termine dell’anteprima e non si è spesa in particolari elogi durante la conferenza stampa con gli attori protagonisti. E qui vengono le note dolenti. L’anno scorso il festival era partito alla grande, complici il carisma e l’ironia di Tom Hanks, protagonista inoltre di una performance da Oscar (anche se non l’ha vinto) in Captain Phillips. Questa mattina Benedict Cumberbatch e Keira Knightley erano le star di un incontro tutto londinese.

THE IMITATION GAME

L’humour inglese, si sa, non è compreso e amato proprio da tutti eppure Cumberbatch ha fatto del suo meglio per animare una conferenza stampa leggermente sottotono. Per la Knightley, che la critica stronca regolarmente, è stato ovviamente tutto più difficile. Sherlock in Inghilterra (e non solo) è un’icona e l’interpretazione di Cumberbatch è stata talmente convincente che qualche giornalista fa persino notare come il suo Alan Turing abbia molto a che vedere con il detective inventato da Doyle. “Quando ho letto la sceneggiatura di The Imitation Game non ho pensato che si trattasse di Sherlock in tweed”, ha scherzato lui. Battuta divertente? Fate voi.

Insomma un inizio non proprio entusiasmante ma già gli appuntamenti di domani fanno ben sperare circa il decollo della rassegna. Oltre al toccante Timbuktu del regista mauritano Abderrahmane Sissako, che terrà una masterclass, e al poetico Still the Water di Naomi Kawase visti a Cannes, domani sarà la volta del regista canadese Jason Reitman che tornerà a raccontare l’adolescenza sette anni dopo il clamoroso successo di Juno. Questa volta per il suo Men, Women & Children ha scelto come protagonisti Adam Sandler, Jennifer Aniston e (udite, udite!) Ansel Elgort, il giovane interprete di Colpa delle Stelle, per il quale domani si prevede l’arrivo di orde di ragazzine impazzite di gioia.

Rosa Maiuccaro

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