Ma Ma – Tutto andrà bene è un film carico di simbolismi che con una serie di flashback ci porta avanti e indietro nel tempo, per andare oltre i semplici luoghi comuni affinché ciascuno riscopra, in modo diverso e trascendendo le proprie sovrastrutture mentali, ciò che dovrebbe essere scontato: dalla morte nasce la vita e dalla vita nasce la morte, in un circolo a spirale che circonda ogni cosa, anche l’essere inanimato, pure la pietra più piccola, anche il semplice granello di sabbia. Ma Ma – Tutto andrà bene è un concentrato di emozioni, forse troppo esplicite, poco velate e sicuramente d’effetto. La protagonista ha il volto di Penelope Cruz, una madre sola che scopre di avere il cancro, la malattia del secolo, alla quale la settima arte sta dedicando molto spazio, ormai da anni. Chi non ricorda film come La voce dell’amore o anche Amiche nemiche? Sul grande schermo i mali fisici dunque sono portatori di nuove consapevolezze, basti pensare al recente Still Alice, dove non è una neoplasia a dettare le regole bensì l’Alzheimer, altro male contemporaneo.
In Ma Ma – Tutto andrà bene le immagini si riconcorrono e le stagioni si susseguono, cambiando l’aspetto della protagonista che decide di portare a termine la gravidanza nonostante la malattia. Qui le stagioni – dicevamo -, proprio come in due film molti simili tra loro, quali Sweet November e Autumn in New York, riflettono la Vita stessa di ogni essere umano; tutte e quattro hanno qualcosa di magico, unico e irripetibile; di conseguenza anche l’inverno è intriso di un’eterna bellezza, perché in esso il circolo aspirale, di cui scrivevamo prima, si completa custodendo però in sé il seme dal quale nascono altre creature, più evolute, somigliante tutte ad alberi che si proiettano verso il cielo mantenendosi saldi e intatti grazie alle radici.
Ma Ma – Tutto andrà bene non è un film che eccelle; diversi sono i difetti stilistici, ma il contenuto è all’altezza delle aspettative perché quest’opera ci insegna ad amare oltre misura e a guardare agli eventi con la saggezza di chi non giudica perché accetta di fare quell’ultimo giro di giostra, di cui parlava anche Tiziano Terzani, accogliendo le conseguenze di gesti apparentemente carichi di un’insana follia. Nella pellicola molti sono i riferimenti al cattolicesimo, in generale all’anima e a ciò che potrebbe accadere dopo la morte. Il nome del personaggio principale è emblematico. La protagonista si chiama Magda, proprio come Maria Maddalena, nome molto diffuso in Spagna. Il regista, Julio Medem, ci fornisce, infatti, uno spaccato di una Nazione che vive di calcio e di religione, nonostante la crisi e la disoccupazione, tracciando il profilo di un uomo (il nuovo compagno di Magda) che affronta prove molto dure – la morte della moglie e della figlia – con un coraggio quasi estremo. Questo personaggio è interpretato da un ottimo Luis Tosar che in Italia avevamo visto nella pellicola Cella 211, uscita nel 2009, nella quale l’attore interpreta Mala Madre, un detenuto rinchiuso in un carcere di massima sicurezza. Ma Ma – Tutto andrà bene è un film, dunque, che vale la pena di vedere, se non altro per la sempre convincente Penelope Cruz che si cala nei panni di questa donna meravigliosa con incisività toccando tutte le corde del cuore.