Uno sguardo al passato per intravedere il futuro. Soul, jazz, funky, pop, blues, elettronica, dance. Questo è il mondo di Mario Biondi, questo è Beyond. L’artista catanese ha da poco pubblicato un nuovo album ricco di sonorità e di infinite contaminazioni melodiche. Un progetto che riassume anni di ricerca e di incontri importanti, anche a livello internazionale, e che mostra l’evoluzione artistica compiuta da Biondi, instancabile performer di classe e di ineguagliabile raffinatezza. Beyond è già un successo di vendite e di critica perché è un disco stiloso, emozionante e curato nei minimi dettagli. Le tredici canzoni dell’album sono nate in periodi diversi della lunga e fortunata carriera del crooner italiano, e raccontano spaccati di vita e sentimenti contrastanti.
Mario Biondi ha cominciato a progettare Beyond parecchio tempo fa. Impegnato in svariati progetti, tra centinaia di concerti sold out in giro per L’Europa e album natalizi di successo, il cantautore ha raccolto materiale e scritto molte delle tracce del nuovo album. Alcune di queste sono nate già nel 2007, altre sono arrivate più tardi, interagendo con nuovi e vecchi amici musicisti oppure semplicemente traendo ispirazione dalla quotidianità e dalle sensazioni più personali.
Beyond è “andare oltre”, come afferma il titolo stesso. Oltre il classico e tutto ciò che è banale oppure noioso. E’ evoluzione di suoni, di colori armonici, di vocalità e di interpretazione. Mario Biondi confeziona forse il suo disco più bello. Perché Beyond è poesia che incontra la modernità, è adrenalina che si fa ritmo, è suono che, come fiume in piena, attraversa gli anni Settanta, Ottanta e Novanta, trascinando con sé ciò che più gli aggrada, strumenti “primitivi” come fiati, corde e percussioni, per sfociare nel mare del nuovo Millennio, permeato di elettronica e di tecnologia. Ci aveva stupito con “Sun”, progetto in studio uscito due anni fa, ma con questo ultimo lavoro ha decisamente superato ogni più rosea aspettativa. Per quale motivo? Per il coraggio di Mario di mettersi in gioco, per la sua voglia di non cullarsi e adagiarsi sul trono del successo già raggiunto, per la forza di azzardare e di non fermare la forza della Musica.
Evoluzione in Mario Biondi significa cantare partendo dalle atmosfere da jazz club, per poi terminare alla Coldplay. C’è anche questo in Beyond, l’album che non ti aspetti, che ti spiazza per la genialità dei suoi contenuti, per i testi profondi e per la coralità delle musiche. Musica è ricerca, l’intimità di una canzone si fa condivisione, l’amore sussurrato ci raggiunge come grido di gioia in piena notte. Beyond è un album trascinante, coinvolgente, energico. Basterebbe ascoltare brani come “Open up your eyes” e “All of my life” per trovarsi improvvisamente oltreoceano, magari con un drink in mano da sorseggiare e nel quale affogare sogni e illusioni. La voce di Mario Biondi si fa ancora più calda e sensuale in “Love is a temple”, incontro d’amore e seduzione. Ci inebria, invece, nella romantica e delicata “All I want is you”, voce-piano che ipnotizza e lascia senza respiro.
La ricerca compiuta da Mario Biondi parte da suoi vecchi album, dai quali prende in prestito sonorità e melodie preziose: pensiamo, ad esempio, al new jazz di “Handful of soul”, ma anche alle sonorità Seventies di un disco capolavoro come “Sun”. Generi e stili inconfondibili che ritroviamo miscelati con gusto e armonia in Beyond, album che riassume perfettamente il percorso umano e professionale di Mr Biondi.
“You can’t stop this love beteween us” è un’altra perla del nuovo disco dell’artista siciliano. Un pezzo tutto da ballare, frizzante e attuale, arricchito da una voce femminile pronta a sedurre cantando in lingua francese. Magico il tocco soul/funk anni Novanta di Bini & Martini, due DJ di fama internazionale. Seguono “Blind”, dai toni più vintage, e “Come Down”, altra prova di sperimentazione e di innovazione, con particolare attenzione ad un sound più americano rispetto ai precedenti album di Mario Biondi.
“Heart of Stone” è un incontro con il Motown più puro, “Fly Away” e “Another kind of love” ci invitano, invece, a chiudere gli occhi e “volare altrove”, per sognare nuovi orizzonti e, magari, “un altro tipo di amore…”. Gran finale con “Over the world”, brano rimasto per quasi un decennio nel cassetto di Biondi, oggi rispolverato e modernizzato, e “Where does the money goes”, la canzone più originale e frivola del disco, con incursioni reggae e un testo ironico, a tratti pungente.
L’evoluzione musicale di Mario Biondi è stata possibile anche grazie alla collaborazione di musicisti affermati come i Dap-Kings, gruppo funk/soul di Brooklyn (band di Sharon Jones che ha lavorato a stretto contatto con l’indimenticabile Amy Winehouse), ma anche con autori internazionali come Bernard Butler (ex chitarrista degli Suede) e D.D.Bridgewater: professionisti del settore che hanno contribuito alla realizzazione di un album senzatempo, dinamico ed equilibrato sotto tutti i punti di vista e in tutte le sue sfumature. Un disco, Beyond, che merita il primo posto in classifica e un enorme successo non solo in Italia, ma anche fuori dai confini nazionali.
Silvia Marchetti
Voto: [usr 4]