Walter Rolfo, un personaggio dall’inesauribile energia. Torna in Tv su Canale 5 da giovedì 2 giugno in Masters of Magic, il programma condotto da Gerry Scotti, ideato e prodotto dall’illusionista e imprenditore torinese. Quattro puntate, tratte dal campionato mondiale di magia in cui si sono sfidati maghi provenienti da 66 nazioni. Vivremo i numeri più innovativi e originali, selezionati dallo staff di Rolfo, fondatore e presidente dal 2008 di Masters of Magic, l’associazione che accomuna tutti i più famosi maghi del mondo. Walter Rolfo detiene quattro Guinness dei Primati, ufficialmente attestati dal Guinness World Record. Il primo nel 2008 per aver estratto 300 conigli da un cilindro; il secondo, superato e poi ripreso nel 2015, per aver organizzato lo spettacolo di magia con più maghi di sempre e, infine, quello per aver rotto 66 bicchieri con la forza del pensiero. Ha avuto anche la nomina unanime del Consiglio dell’Inner Magic Circle a Member with Gold Star, il riconoscimento più prestigioso nel suo settore a livello internazionale. Walter Rolfo si concede a Cultura & Culture, tra i mille impegni delle sue giornate.
Walter Rolfo, dal 26 al 29 maggio hai organizzato la quattordicesima edizione del Revolution Fantasy Festival a Saint Vincent, ti chiedo innanzitutto se sei soddisfatto del risultato ottenuto.
E’ andata benissimo, più di quanto mi aspettassi, perché se è vero che il Congresso di Magia a Saint Vincent è ormai un appuntamento storico giunto al quattordicesimo anno, in questa edizione era la prima volta che aprivamo anche ai cosplay e a tutto il mondo del fantastico, come la zombie invasion, e quindi eravamo nel campo dell’imprescindibile, perché io non potevo prevedere in alcun modo quanta gente venisse. Voi della comunicazione ci avete aiutato ma poteva esserci qualsiasi risultato…invece più di ventimila persone sono venute, va benissimo. Babbani che sono venuti a vivere tutto quel che abbiamo fatto, molto bello.
Ora sta per partire questa nuova avventura su Canale 5, dal 2 giugno, con Masters of Magic, Ti batti da sempre per il rinnovamento dell’immagine dei maghi e della magia. Cosa vedremo di nuovo in queste quattro trasmissioni?
Sì, io la chiamo Magia 3.0 o Rinascimento magico. Innanzitutto vedremo i migliori artisti al mondo. A Rimini sono venuti 5mila maghi, noi abbiamo selezionato i più innovativi, quelli appunto legati alla magia 3.0. Mapping, proiezioni, giochi con gli iPad, un grosso lavoro di restyling per cui tutto quello che puzza un po’ di vecchio, gli archetipi classici della magia…conigli, cilindri, bacchette, lo abbiamo messo via e abbiamo dato spazio ad artisti che utilizzano oggetti moderni. Meglio un cellulare che un bastone da passeggio che non usa più nessuno. Offriremo agli spettatori un tipo di magia che non hanno mai visto.
Walter, ti faccio una domanda provocatoria. Devi avere davvero dei poteri inimmaginabili se in Italia, in un periodo storico come quello attuale, riesci a organizzare eventi di questa portata! Sei un supermago!
(ride – nda) Accidenti, hai ragione davvero! Ho fatto un miracolo, una follia. Un campionato del mondo non era mai stato organizzato in Italia, e sono 67 anni che esiste, siamo arrivati alla ventiseiesima edizione, è stato a Tokio, Berlino, Pechino, New York, Londra. In Italia non volevano farlo, non si fidavano perché eravamo ritenuti a un basso livello di magia per poter garantire un evento di tale portata qualitativa. Tutte le trasmissioni televisive di magia che sono state fatte in Italia le ho ideate o condotte io. Ho preso un’arte morta da venti anni e dal 2006 stiamo risalendo. Ora se ne parla. Comunicando, perché la magia è bella e divertente, ma bisogna saperlo che c’è e che è fatta bene. Quindi ho organizzato la cosa più importante della mia vita nel periodo economico peggiore dell’Italia, oltretutto nell’anno dell’Expo. Ma ce l’ho fatta, autoproducendomi, realizzando partnership…ho fatto una magia vera! Entrando nel Guinness dei Primati come l’evento di magia più grande di tutti i tempi ed è stato giudicato il mondiale più bello di sempre. Ma questo è tipico di noi italiani. Io sono torinese, quando ci furono le Olimpiadi si partì in grande ritardo, eppure c’erano gli imprenditori di Vancouver, che le avrebbero ospitate quattro anni dopo, che venivano a studiare la nostra arte di arrangiarci! Non è una cosa scientifica, però funziona!
La magia è un gioco?
La magia è un’arte meravigliosa, forse una delle più antiche che ci siano, ed è un’arte con una gran cultura perché è vero che il magico ora tende al gioco, ma per millenni il magico era la conoscenza e chi ne deteneva il segreto, deteneva il potere e la sapienza. Pensa allo sciamano, il capo del villaggio, che 15mila anni fa deteneva il potere del fuoco, era un mago. Merlino, un alchimista, era un mago. La magia di pochi diventa poi la scienza di tanti. Quando smette di essere segreta, è scienza appannaggio di tutti.
La figura del mago, è tendenzialmente sola o c’è un gioco di squadra dietro ogni performance?
Anticamente era solo, geloso dei segreti per i quali potevano anche accecare gli assistenti per non farli svelare a nessuno, costruiva le cose da solo. Adesso, come in tutto, è necessario avere una competenza trasversale, per cui si va dalla tecnologia alle luci, dal light designing al mapping, gli ologrammi, e quindi il mago del futuro, come facciamo noi in Masters of Magic, deve avvalersi di maestranze di alto livello. Qui abbiamo un grande regista come Alessandro Marrazzo, esperto di mapping, un esperto di web per la realtà aumentata, un pool di persone, e poi credo che il segreto sia condividere, per cui io lavoro con maghi da tutto il mondo, grandi nomi con cui ci scambiamo idee, segreti, senza farci concorrenza ma al fine di migliorare il nostro modo di fare magia.
Walter Rolfo, ora ti faccio una domanda non solo da babbano, ma anche da babbeo. Io guardo i vostri spettacoli come un bambino, a bocca aperta davanti alla televisione e ancora oggi mi pongo la questione di cosa sia la magia rispetto al mentalismo. Se nella prima è implicita l’illusione, il trucco, nella seconda che accade? Tu che rompi 66 bicchieri con la forza del pensiero…non riesco nemmeno a immaginarlo l’inganno. Puoi spiegarmi?
Non lo immagini perché non c’è. La magia è un’arte altamente spettacolare, dove accadono delle cose tendenzialmente impossibili come, per fare un esempio, persone che volano o cose simili. Quello che stupisce e regala un’emozione al bambino, che è dentro ognuno di noi, è insito nella parola “illudere” che deriva dal latino in-ludus che significa essere nel gioco. Quando tu decidi di farti stupire da un mago, stai giocando con lui e con il suo modo di presentarti la realtà. Il ruolo del mentalista, invece, è cambiato molto negli anni. Prima c’era Uri Geller che affermava di essere stato rapito dagli alieni e di avere poteri paranormali, ora il mentalista è una persona che ha studiato tantissimo comunicazione paraverbale, PNL (Programmazione Neuro Linguistica – nda), linguaggio del corpo, ipnosi, quindi ha un bagaglio tecnico notevole che gli permette semplicemente di amplificare le caratteristiche di ogni individuo. Il mentalista è un’atleta della mente. Non fa delle cose impossibili o paranormali, ma delle cose che chiunque si possa allenare e sia dotato può fare. Certo, non tutti quelli che si allenano tanto diventano Messi, per fare un esempio sportivo, però magari possono star bene e divertirsi con gli amici il sabato pomeriggio. Se uno si allena tanto ed è dotato può rompere bicchieri con la forza del pensiero.
In Italia abbiamo un solo campione del mondo, Denis Moroso nel 1952. Cosa manca qui per produrre grandi talenti?
Mancava un team con cui lavorare. Masters of Magic lo sta creando da qualche anno, in collaborazione con College of Magic e tutti i circoli italiani. Da otto anni facciamo questo campionato di magia e giriamo tutta Italia, come il concorso di Miss Italia, per scegliere il migliore da portare al Congresso di Saint Vincent. Quindi, formiamo una squadra. Perché tutti sono bravi a giocare a calcio? Perché si gioca dappertutto. Noi vogliamo fare questo con la magia, farla conoscere a tutti. Poi, lo sai bene, gli italiani fanno quello che vedono in tv. Quando Tomba sciava, eravamo tutti sciatori, quando Valentino Rossi vince siamo tutti motociclisti, Soldini attraversa l’oceano in barca a vela, diventiamo tutti velisti. Coi nostri programmi in Tv stiamo insegnando che la magia esiste, che si può praticare. Vogliamo insistere per stimolare un seguito.
Vedi qualche talento italiano all’orizzonte?
Sì, ci sono diversi giovanissimi che si stanno avvicinando, anche grazie a Youtube. Nell’ultimo campionato italiano c’erano quattordici ragazzi con età media molto bassa e questo fa ben sperare. Il movimento cresce.
Seguendo essenzialmente il teatro, mi accorgo che in questi ultimi anni molti teatri inseriscono sempre più frequentemente spettacoli di magia nei loro cartelloni. Secondo te, come mai in un periodo di grande disincanto come questo, gli spettacoli di magia dal vivo riscuotono così tanto interesse?
Il primo motivo è che in un momento storico in cui la gente ha ormai visto di tutto, magari su internet, noi stiamo proponendo qualcosa di nuovo. Il secondo motivo è che – me ne accorgo spesso dopo uno spettacolo quando qualcuno del pubblico mi ferma per dirmi che non pensava che fosse così divertente – tanta gente non sa che c’è magia, che c’è magia nuova. E’ rimasta col pensiero della magia di trenta anni fa e quando vede i nostri show si meraviglia. Tutto questo crea un effetto volano, come accennavo prima. Più gente scopre la magia, più aumenta la richiesta. Aumentando il mercato, aumentano le persone che investono del tempo a creare magia, aumenta la qualità e aumenta il numero di artisti che scelgono questa disciplina.
Tu hai ideato e condotto diversi programmi in televisione: Arcana, Cartoon Magic, La Grande Magia – the illusionist. Non temi che la televisione, se da una parte ci consente di vedere numeri che altrimenti non vedremmo mai, possa indurre a pensare: “sì, ok, bello, ma in Tv fare trucchi è più semplice”?
Giusta osservazione. L’effetto per cui un numero funziona è la sospensione dalla realtà. Non capire il passaggio da uno stato all’altro, mano vuota – mano piena per spiegarmi, crea l’effetto di stupore. Più profondo è questo effetto, più c’è magia. Il cervello si crea un alibi, per cui pensi: mi ha fregato perché è stato tanto veloce da non farmi vedere il trucco. Per questo dico sempre che il bravo mago non è veloce ma lento, ha dei movimenti così perfetti che non ha bisogno della velocità e accresce lo stupore in chi guarda. Il problema della Tv è che lo spettatore può crearsi l’alibi nel dire che c’è il trucco televisivo, per tacitare il cervello e uccidere la sospensione dalla realtà. In Tv bisogna dare al pubblico la prova che non ci siano trucchi televisivi. In Arcana, io dicevo: vi giuro che il trucco c’è però non è un trucco televisivo per cui voi vedrete quello che vedreste se foste qui. Arrivai, in una puntata, a esibirmi davanti a dei testimoni che attestassero questo.
Un’ultima domanda. Qual è la magia che l’uomo, non necessariamente il mago Walter Rolfo, vorrebbe realizzare nella sua vita?
Fammi dire intanto che è stato un piacere risponderti, mi hai fatto delle domande originali, diverse dalle solite. (riflette a lungo – nda). Imparare a essere felice. Molte volte riteniamo che la felicità sia una conseguenza di qualche cosa, di un fatto. La felicità deve essere uno stato d’animo. Spesso invece buttiamo via le nostre emozioni, non ci perdoniamo di essere felici. Quindi la magia personale sarebbe quella di essere sempre sereno, imparare a dare un senso reale alle cose. Quello che in una giornata ti fa arrabbiare come un picchio, se lo sposti un mese avanti non conta nulla. Mi piacerebbe crescere di un cielo, imparare a dare il giusto peso alle cose e rendermi conto che essere felici è una scelta, che dobbiamo fare. Ottenere risultati impossibili è una filosofia che si applica a tutto. L’impossibile non esiste, è solo un limite della nostra mente.
A che punto sei in questo percorso?
Al 90 per cento, qualche “scimmia” mi scappa ancora, ma sono sulla buona strada. Quando avevo venti anni, studiavo ingegneria, lavoravo d’estate da un architetto. Un giorno mi disse una cosa importante: quando ero giovane, costruivo le case per guadagnare soldi, quando sono invecchiato, le facevo per avere qualcosa di bello che restasse. Ecco, io prima facevo magia per soddisfazione personale, per vanità, per guadagnare. Adesso mi piace farla per gli altri, non è solo spettacolo. Mi colpì una signora che mi chiese, dopo uno show, dove mi sarei esibito per portare delle amiche da curare. Io non curo nessuno, ma tornando alla domanda che mi hai fatto prima…la gente ha bisogno di sognare che non ci siano limiti e che con applicazione, passione, un po’ di fortuna e determinazione, si possa davvero cambiare la propria vita. Se riuscissi a trasmettere questo, non avrei vissuto invano e avrei fatto qualcosa di utile. Come recitava il logo di una casa editrice, Loescher editore, dico: “E bello, doppo il morire, vivere anchora”.