Buone notizie da Milano. Nel capoluogo lombardo, nel 2011, si è invertita una tendenza storica: il numero di italiani che si sono iscritti all’anagrafe è stato maggiore rispetto a coloro che si sono cancellati. E sono soprattutto i giovani tra i 18 e i 34 anni che la scelgono o decidono di non lasciarla. E ancora, un bimbo su tre, nel 2011, è nato da genitori non sposati (circa il 35 per cento; nel 2003 erano il 29 per cento). Al 10 per cento il numero di nascite da mamme sotto i 25 anni; stessa percentuale per madri di almeno 40. Nel 2011, poi, torna a scendere lievemente l’età media del primo ‘sì’, mentre il numero dei matrimoni rimane invariato rispetto al 2010 (circa 2.900). Questi dati sono solo alcuni di quelli che saranno rilasciati domani sul portale Open data del Comune di Milano, che arriva così a 90 dataset a disposizione di tutti.
«Con questi dati su nuovi iscritti all’anagrafe, nascite e matrimoni continua ad arricchirsi il portale Open data lanciato dal Comune di Milano a ottobre», ha dichiarato l’assessore alle Politiche per il Lavoro con delega alla Statistica Cristina Tajani. «Con il rilascio di domani arrivano a 90 i dataset pubblicati, grazie ai quali molti fenomeni economici, sociali e culturali che modificano la nostra città sono alla portata di chiunque voglia conoscerli, per studio, lavoro o pura curiosità. Una maggiore consapevolezza delle trasformazioni socio economiche, inoltre, può aiutare anche i decisori pubblici a intraprendere le strade più giuste nell’azione amministrativa».
Milano sempre più giovane: salgono i nuovi residenti italiani under 34; scendono gli over 65. Per la prima volta dal 2006 sono più i connazionali che la scelgono di quelli che la lasciano. Nel 2006 il saldo migratorio degli italiani a Milano (la differenza tra coloro che si iscrivono e che si cancellano dall’anagrafe) aveva (il Fatto Quotidiano) segnare un passivo di oltre 8.700 persone. Un numero che, da quell’anno è progressivamente diminuito, fino a invertire la rotta nel 2011 con un +163 persone. Inoltre, grazie agli stranieri che Milano è sempre stata in grado di attrarre, il saldo migratorio generale è positivo fin dal 2008 (+1000 persone all’anno) e ha fatto sfiorare le 20mila persone in più nel 2010. In generale, è aumentata la capacità di attrazione per tutte le fasce d’età.
Ma sono soprattutto i giovani tra i 18 e i 34 anni che la scelgono o decidono di non lasciarla: nel 2011, infatti, a ogni 1000 residenti italiani tra i 18 e i 34 anni se ne sono aggiunti 28. Si tratta, verosimilmente, soprattutto di ragazzi che hanno spostato la propria residenza per ragioni di lavoro, perché il picco massimo si registra intorno ai 30 anni. Al contrario, un rapporto dal segno meno si registra tra i residenti over 65 e tra i minori di 18 anni (in entrambi i casi, nel 2011, -5 persone ogni mille).
Infine, nonostante le famiglie che hanno avuto recentemente un figlio siano quelle che lasciano Milano più di frequente, nel 2011, rispetto al 2005, il saldo migratorio tra i bimbi 0-2 anni è passato da -732 a -217: per il 44% si tratta di bambini in più iscritti, per il 56 per cento di un minor numero di cancellati.
Crescono i nati da coppie italiane. Egiziane, cinesi e filippine rappresentano il 12% delle mamme in città. In Zona 2, record di bimbi da coppie miste.
A Milano, nel 2011 sono aumentate del 10 per cento le coppie italiane che hanno deciso di avere un figlio, passate dal 24% del 2003 al 34%. Cresce anche la percentuale di bimbi nati da entrambi genitori stranieri, che nel 2011 sono stati il 26% (18,5% nel 2003). Tra le madri straniere, rispetto al totale delle mamme a Milano, il 12% è rappresentato da egiziane (494 nascite), cinesi (480) e filippine (442), seguite da peruviane e cingalesi. Non solo dati sulla situazione generale di nascite a Milano, ma da domani il portale Open data conterrà anche informazioni sulle singole zone della città: se, infatti, in Zona 2 ben il 48% dei nati ha almeno un genitore straniero (il 44% in Zona 9), questa percentuale in Zona 1 è del 23%. E ancora, le Zone 2 e 9 sono anche le uniche dove le nascite hanno superato i decessi.
In linea generale, nel 2011, così come nel resto d’Italia, anche a Milano la ripresa della natalità ha subito una battuta d’arresto. Era, infatti, grazie alle donne degli Anni 60, nate durante il cosiddetto baby boom e che oggi ormai stanno superando l’età in cui mediamente si hanno figli, che nel primo decennio del 2000 si era verificato un “recupero” delle nascite rispetto agli Anni 90. Se si considerano le sole nascite da mamme italiane, già nel 2003 quelle oltre i 40 anni erano più numerose delle madri sotto i 25: un numero che fino al 2011 è continuato a crescere (da 600 a 1.052), mentre è rimasto costante (al 5%) quello delle mamme giovani. Continuata ad aumentare, inoltre, l’età media per le mamme italiane (34,9 anni: +1,3 anni rispetto al 2003), con una fascia d’età tra i 26 e i 39 anni che rinvia la scelta di avere un figlio.
In calo il numero dei matrimoni. Nel 2011 comincia a diminuire l’età del primo ‘sì’. In linea con i dati nazionali diffusi da Istat a fine novembre 2012 (dal rapporto “Il matrimonio in Italia”), nell’ultimo decennio anche a Milano si è verificato un mutamento di abitudini sul fronte matrimoni: dal 2003 al 2010 il numero di celebrazioni in città si è ridotto di circa il 40%, arrivando a 2.900 l’anno. Dal 2007, il numero di matrimoni con rito religioso si è attestato intorno al 37-40% e, nel 2011, l’1% è stato celebrato secondo riti religiosi non cattolici.
Dal punto di vista delle età di chi pronuncia il ‘sì’, gli sposi hanno mediamente due anni in più delle spose e, più in generale, la differenza (in entrambi i casi: sposa più giovane o viceversa) nel 58% dei casi non è superiore ai 5 anni. L’età media per il primo matrimonio, infine, si è alzata, passando da 33 a 37 anni per gli uomini e da 31 a 34 per le donne. Anche se, su quest’ultimo dato, il 2011 è stato un anno particolare e, forse, un primo segnale per una possibile inversione di tendenza. Mentre, infatti, il numero dei matrimoni è rimasto invariato rispetto al 2010 (circa 2.900), l’età media è tornata, dopo molti anni, diminuire lievemente.