Oggi è il grande giorno di Barack Obama. Il 44esimo presidente degli Stati Uniti inizia ufficialmente il suo secondo mandato alla Casa Bianca e lo fa con una cerimonia di insediamento che si svolgerà davanti al Campidoglio alla presenza di circa 700.000 persone. Obama ha già giurato ieri in forma privata recitando la formula di rito alla Casa Bianca davanti al giudice John Roberts della Corte Suprema.
Oggi, invece, è in programma una grande festa, con tanti ospiti, musica e momenti solenni. Ci saranno James Tylor, Kelly Clarkson, Richard Blanco e Beyonce, che chiuderà con l’inno nazionale prima di lasciare il passo alla tradizionale parata. La banda dei Marine invece suonerà “Hail to the Chief”, poi scatterà il saluto militare con 21 colpi di pistola. Al reverendo Luis Leon l’onore di impartire la benedizione.
Obama giurerà su due Bibbie: quella che è stata del presidente Abramo Lincoln, utilizzata anche quattro anni fa, e quella che Martin Luther King portava sempre con sé durante i suoi viaggi per il Paese. L’invocazione che precede il giuramento è stata affidata a Myrlie Evers-Williams, moglie del leader degli attivisti per i diritti civili assassinato, Medgar Evers.
Il discorso inaugurale del presidente è previsto alle 12 locali (le 18 italiane). Dopo le 14.30 Obama, accompagnato dalla moglie Michelle e dal vice presidente Biden, si recherà al pranzo al quale parteciperanno circa 200 invitati nella sala delle statue del Capitol.
Il giuramento del presidente è una formula prevista dall’articolo II della Costituzione degli Stati Uniti. Si tratta di una formula breve, in tutto 39 parole più il nome completo del presidente: «I do solemnly swear (or affirm) that I will faithfully execute the office of President of the United States, and will to the best of my ability, preserve, protect and defend the Constitution of the United States», ossia «Giuro (o affermo) solennemente che adempirò fedelmente all’incarico di Presidente degli Stati Uniti, e preserverò, proteggerò e difenderò, al meglio della mia capacità, la Costituzione degli Stati Uniti».
Obama è pronto a scrivere un’altra pagina di storia americana, accettando le sfide del suo secondo mandato e cercando di approntare quelle riforme che non gli erano riuscite nel primo. È il presidente dell’America che cambia e, nei quattro anni a disposizione, vuole cambiare l’America secondo quel programma presentato in campagna elettorale e votato dai democratici. Le sue intenzioni sono mantenere un ruolo incisivo dello stato, migliorare la redistribuzione del reddito, estendere, come succederà nel 2014, l’assistenza sanitaria a tutti. La prima vittoria, il presidente l’ha ottenuta sul fronte fiscale con l’aumento delle tasse per i più ricchi e la separazione tra i negoziati sul tetto sul debito e quelli sui tagli alla spesa. La riforma sanitaria è già pronta. I prossimi scogli saranno la riforma dell’immigrazione e quella sul porto delle armi. Per attuarle Obama dovrà scontrarsi contro i Repubblicani ma la sfida non lo spaventa. I prossimi quattro anni sono ancora suoi e farà di tutto per lasciare un segno.
Piera Vincenti