Pino Strabioli: «Ecco il mio Colpo di scena»

Pino Strabioli sta per tornare in televisione con una nuova edizione di Colpo di Scena, in sette puntate su Rai Tre, in prima serata, a partire da domenica 19 giugno. Protagonisti sette grandi nomi del cinema, del teatro e della cultura del Novecento italiano, raccontati dalla voce dei loro figli. Un album di ricordi che Pino sfoglierà insieme ad Alessandro Gassman, Simone Annichiarico (Walter Chiari), Paolo Jannacci, Massimiliano Pani, Gianmarco Tognazzi, Roberta e Luca Manfredi, Giampiero Ingrassia. Ospite fissa del programma sarà Franca Valeri che in ogni puntata dedicherà il suo personalissimo editoriale sul suo rapporto personale e professionale con i sette padri raccontati dai rispettivi figli. Abbiamo raggiunto Pino Strabioli che si è gentilmente concesso a Cultura & Culture.

 

Pino Straboli con Alessandro Gassman
Pino Straboli con Alessandro Gassman

 

Pino Strabioli, torni in prima serata su Raitre con una nuova edizione di Colpo di Scena. Stavolta hai pensato di raccontare sette storie, sette grandi nomi dello spettacolo e della cultura del Novecento, ma attraverso la voce dei loro figli. Come mai questa scelta?
Nella prima edizione furono otto grandi nomi, grandi menti come Dario Fo, come Albertazzi, la cui intervista mi è rimasta nel cuore. Poi l’anno scorso otto puntate con Paolo Poli, stavolta mi è venuta l’idea dei padri… ma sai, un po’ per frequentare la memoria, che è la mia passione da sempre, un po’ perché questi figli d’arte sono degli esempi di figli risolti. Trovo che sia un luogo comune pensare che essere figli d’arte spiani la strada. Certo, forse la facilitano, ma queste persone che andrò a incontrare nelle puntate raccontano sì gli artisti, sì gli uomini, ma soprattutto raccontano “il padre”. Cominceremo con Alessandro Gassman, il quale ha dimostrato e continua a dimostrare che è sì figlio di Vittorio ma è un uomo di grande successo. Teatro, cinema, direzione artistica di Teatri Stabili importanti. Insomma, sono persone che, per assurdo, potrebbero anche offuscare l’immagine dei rispettivi padri e tutti hanno accettato con entusiasmo il mio invito. In fondo, il loro è anche un atto d’amore verso l’uomo, più che verso l’artista genitore.

Parlando con tutti loro, che sensazione hai avuto? Il teatro, lo spettacolo, è ancora una tradizione che si tramanda di padre in figlio?
Nel caso di Gassman, di Tognazzi, di Ingrassia, assolutamente sì. Sono figli di grandi attori e a loro volta fanno teatro e cinema. Nel caso di Jannacci, è la musica il filo conduttore, mentre nel caso dei figli di Nino Manfredi, Roberta e Luca, nessuno dei due ha fatto l’attore, ma lavorano nello spettacolo. Luca è regista e Roberta produttore. Quando si cresce in queste famiglie, l’ambiente dello spettacolo rimane nel dna, accade molto spesso.

straboli

Nei colloqui che hai avuto, hai scoperto qualche aspetto particolare di questi personaggi?
Innanzitutto, la tenerezza. Devo dire che tutti si sono inteneriti parlando dei propri genitori. Poi sai, inevitabilmente sono usciti fuori aspetti molto privati, significativi. Mi ha colpito molto, ad esempio, Simone Annichiarico, il figlio di Walter Chiari, quando mi ha detto che le manca molto la mamma, Alida Chelli. Poi sai Paolo, io detesto la televisione che scava nel privato, per me la delicatezza è fondamentale, per cui li ho lasciati veramente liberi di dire o non dire delle cose molto private. Quindi, tornando alla tua domanda, è chiaro che nel fare i conti col ricordo di persone care che non ci sono più, ci si commuove.

Questa domanda ce l’avevo da tempo: la figura di Ciccio Ingrassia, secondo te, non viene ricordata troppo poco?
Eh sì, proprio per questo ho voluto inserirlo nel programma, così come Corrado Pani. Mi faceva piacere ricordare i mostri sacri come Gassman, Manfredi, Tognazzi, ma anche quelli meno celebrati e che hanno però lasciato una traccia fondamentale nella storia dello spettacolo e della cultura del nostro Paese. A parte il film con Fellini, voglio dire, Ingrassia insieme a Franco Franchi ha davvero lasciato un’impronta importante nella storia del cinema, facendo ridere intere generazioni. Ecco, loro due rappresentano un’antichissima tradizione teatrale! Poi Giampiero Ingrassia, attore straordinario, è una persona talmente squisita che mi sembrava davvero giusto coinvolgerlo nel ricordo del grande Ciccio. Posso dirti che nella puntata dedicata a Ingrassia, ci sarà anche un’intervista al figlio di Franco Franchi.

Pino, sei un riferimento per tutti noi che ci occupiamo di teatro e hai avuto il merito, tu e pochi altri, di aver portato le storie del palcoscenico in televisione. Tempo fa lessi una tua intervista in cui criticavi il modo attuale di far vedere il teatro sul piccolo schermo, con le telecamere che riprendono integralmente lo spettacolo. Però tanti anni fa, la tv ha consentito di far conoscere Eduardo e le sue commedie al grande pubblico.
Sì, ma Eduardo registrava in studio e faceva una regia televisiva del suo spettacolo! Oggi lo si riprende senza tentare una regia e questo è male.

Da qualche tempo hai portato in tanti teatri lo spettacolo-intervista WikiPiera, con Piera Degli Esposti, ci hai fatto conoscere l’irriverenza e la raffinatezza di Paolo Poli, ora nel nuovo programma avrai come ospite fissa Franca Valeri. Ma nascono ancora personaggi così o sono frutto di un’epoca?
(ride – nda) Sono frutti di un’epoca, sono talenti straordinari, sono ricchezze che dobbiamo preservare. Franca Valeri, in ogni puntata, ci lascerà il suo ricordo personale di questi grandi personaggi, ma ricordando loro, ci ricorda un’epoca, uno stile, un’eleganza. Franca è ancora un punto di riferimento, così come lo è Piera con cui andiamo in giro con lo spettacolo che hai citato e che nella stagione prossima faremo anche a Milano al Teatro Franco Parenti. Hai citato Paolo Poli, che per me è stata una persona molto importante, ma è stato importante per la cultura italiana. Il fatto di avere Franca nel programma, per me è un regalo.

Pino Strabili con Franca Valeri
Pino Strabili con Franca Valeri

 

Oltre ai ricordi legati alla frequentazione dei personaggi di cui si parlerà in Colpo di Scena, cosa ha aggiunto umanamente Franca Valeri al tuo programma?
Tutto quello che possono aggiungere i grandi. L’emozione, il valore di averli. Il valore che dovrebbe avere un Paese civile, che è quello di riconoscere la memoria, di riconoscere la grandezza di chi ci ha preceduto e di chi ha fatto la storia di questo Paese come Franca, nata nel 1920, una testimonianza e una cultura vivente.

Pino, tu hai fatto tante cose nel teatro: attore, regista, produttore, divulgatore di quest’arte meravigliosa, però non ti sei mai fermato su una sola professionalità. Come mai, è un tuo eclettismo?
Sì, sì, eclettismo, hai detto bene! Io amo la curiosità, lo spettacolo mi incuriosisce a tutto tondo. In questa stagione ho fatto Sister Act, per dire, era la prima volta che partecipavo a un musical e mi sono divertito tantissimo!

Ti ha mai deluso il mondo del teatro?
Ma no, direi di no. Il teatro, il cinema, la televisione, sono fatte da persone. E’ la vita, ci sono persone migliori e peggiori, oneste e disoneste. Mi hanno deluso delle persone, ma non il teatro. Mi deludono i presuntuosi, e nel mondo dello spettacolo ce ne sono moltissimi.

Pino-Strabioli

Il tuo intuito ti suggerisce qualche attore giovane su cui, tra 20/30 anni, il Pino Strabioli del futuro potrà imbastire un programma come i tuoi, oppure saremo costretti a frugare nelle cineteche per i vecchi dvd di Colpo di Scena?
No dai, di attori bravi ce ne sono. C’è tutta una generazione di attori molto interessanti. Penso a Luigi Lo Cascio, Zingaretti, Claudio Santamaria, Alba Rohrwacher, ma tanti altri. Forse più nel cinema che nel teatro e non so dirti perché. C’è una generazione di mezzo, che è quella dei Castellitto, dei Bentivoglio, sono tanti dai.

Allora non saremo costretti a cercare le tue registrazioni tra vent’anni!
(ride – nda) No, no, però se le cercherete sarò contento. Vorrà dire che anche io farò parte della memoria.

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