Il prossimo 8 dicembre si rinnova la segreteria del Partito Democratico e al momento il candidato che più di tutti sembra essere il favorito è Matteo Renzi. Il sindaco di Firenze, secondo i sondaggisti, non ha rivali. Perché? Renzi è giovane e soprattutto è un ottimo comunicatore, dote indispensabile in un Paese (e non solo) che si informa prettamente tramite la Televisione. La politica italiana, come si è evinto anche durante l’ultima puntata di Servizio Pubblico di Michele Santoro, alla quale ha partecipato Matteo Renzi, è un grande talk show, durante il quale i partecipanti, chiamati a esprimere le loro opinioni, si interrompono a vicenda, alzando la voce. Matteo Renzi esprime invece il proprio parere con toni pacati e soprattutto non conosce, o almeno fa finta di non conoscerlo, il politichese, un modo di comunicare molto in voga fino agli anni Novanta, durante la Prima Repubblica, e utilizzato dalla Sinistra italiana anche nel corso della Seconda Repubblica. Pierluigi Bersani lo ha usato durante l’ultima campagna elettorale. Il politichese è un misto di cose dette e non dette, spesso indirizzate alla controparte politica. Ai comizi il pubblico di solito non comprende il senso del discorso, ma applaude perché il candidato ha comunque impressionato la platea, con il suo linguaggio aulico e barocco, che mi ricorda il Marinismo di Giovan Battista Marino, il poeta che diceva tutto e niente. Il politichese è l’incubo dei giornalisti e dal 1994, quando Silvio Berlusconi è entrato in Politica, è in disuso. E` stato infatti proprio il Cavaliere – con i suoi sorrisi e con il suo atteggiamento rassicurante – a cambiare la comunicazione della Politica italiana, facendo leva sui bisogni dei cittadini che, dopo Tangentopoli, vedevano nello Stato un acerrimo nemico, perché gestito da gente corrotta. Nauseati, gli italiani hanno eletto Berlusconi perché rappresentava il nuovo, il tanto agognato cambiamento. Ho sentito persone dire: «Ha fatto bene con le sue aziende; si è costruito da solo e quindi riuscirà a “risanare” l’Italia». E mentre Berlusconi usava le parole del popolo con successo, la Sinistra cercava di ritrovare la propria identità, dopo aver perso in Russia il suo punto di riferimento. La domanda è: riuscirà Matteo Renzi a piacere agli italiani? Io penso di sì. Ma il sindaco di Firenze dovrà prima avere il sostegno dei personaggi storici del suo Partito, che hanno un grande seguito di fedelissimi e che per spartirsi la torta, se sentono odore di popolarità, certamente lo appoggeranno. Al contempo Renzi è un’incognita in casa PD, dove non si riesce a capire realmente quali siano le sue intenzioni. Vinte le primarie, comunque bisognerà andare alle elezioni che adesso non sono ben viste sia nel centrodestra, sia nel centrosinistra, in quanto il Governo delle larghe intese, guidato da Letta, sta mantenendo un certo status quo. Cosa non da poco in un momento di forti indecisioni. E nel centrodestra? Il destino di Marina Berlusconi come nuova leader, a mio avviso e da una prima analisi, è fortemente legato a quello di Renzi, l’unico candidato della Sinistra che, in caso di elezioni, potrebbe seriamente mettere in difficoltà Berlusconi che in campagna elettorale non ha eguali, togliendogli elettori. Marina, a differenza del padre, è giovane ed è donna. Due qualità che per gli italiani non guastano. Staremo a vedere…
m.i.