POLITICHE 2013, IL PROGRAMMA DI SILVIO BERLUSCONI

berlusconiCon il Popolo della libertà, si chiude il nostro viaggio tra i programmi elettorali per le elezioni 2013, proprio nel giorno in cui – come prevede la par condicio – non si potrà più parlare o scrivere di sondaggi. Noi non lo abbiamo mai fatto tra l’altro e non lo faremo certo in futuro sia per non influenzarvi sia perché riteniamo che molte di queste statistiche siano poco attendibili. Chiarito questo aspetto, possiamo soffermarci sul programma elettorale di Silvio Berlusconi.

Ogni parlamentare del Pdl ha sottoscritto un patto con cui promette di «votare il dimezzamento degli emolumenti dei parlamentari, approvare la riforma della Costituzione con il dimezzamento del numero dei parlamentari, votare una legge che azzeri il finanziamento pubblico ai partiti, non tradire il mandato degli elettori, passando ad altro gruppo parlamentare, impegnarsi alla totale trasparenza sulla sua attività e sui suoi redditi nonché impegnarsi al servizio del Paese per non più di due legislature, a partire da questa». Il documento prosegue con la lettera di Silvio Berlusconi che agli italiani dice: «Non ricordo nella mia vita un momento più difficile di questo: la gente è davvero sfiduciata. Sono sceso ancora una volta in campo perché non posso lasciare sprofondare l’Italia in una deriva senza speranza. Il governo tecnico di Monti ha scelto di seguire la politica di austerità imposta dall’Europa germanocentrica e i risultati deprimenti sono sotto gli occhi di tutti. Avevo sperato che il mio passo indietro favorisse un accordo per fare una riforma istituzionale e rendere l’Italia governabile come le altre grandi democrazie. Invece le opposizioni hanno affossato la nostra proposta e il governo tecnico le ha assecondate». Poi il cavaliere elenca i motivi per cui non è riuscito a fare molte delle cose che si era prefissato: «Il nostro sistema istituzionale impedisce che la modernizzazione possa avvenire: il premier ha meno poteri del sindaco del più piccolo comune. Ho già chiesto scusa agli italiani: ero in buona fede perché anch’io mi illudevo che si potesse fare. Tuttavia i nostri anni di governo non sono passati invano. Abbiamo avviato riforme in tutti i settori: scuola, università, lavoro, pensioni, fisco, turismo, immigrazione, pubblica amministrazione, grandi opere, sicurezza politica estera. Alcune di esse stanno dando buoni frutti, altre sono da completare, altre sono state cancellate dai governi di sinistra o dal referendum».

Nel programma elettorale si va dalle elezioni dirette del presidente della Repubblica alla riforma del bicameralismo, dalla centralità dell’Italia nella politica europea all’abolizione degli enti definiti inutili con una riforma federale da attuare come prevede la legge 42 del 2009.  Tra gli  altri punti programmatici figurano la famiglia – da sostenere con incentivi, bonus, aiuti per gli anziani e un piano di sviluppo per gli asili nido –  la riforma fiscale, il turismo, definito «il nostro petrolio», le banche – che, si legge, «hanno avuto moltissimo ora diano» -, l’ambiente e il welfare.

In tutto 23 punti che si possono approfondire qui: http://www.pdl.it/speciali/programma-elettorale-2013.pdf.

Carla Cesinali

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