«Avere un’idea è fondamentaleı. Così il manager Mikael Lindholm e il giornalista Frank Stokholm introducono, nella parte da loro curata, Lego Story (Egea 2012, 128 pagg., 15 euro, 8,99 in formato e-pub), il volume che racconta la storia dell’azienda danese ancora oggi universalmente riconosciuta come uno dei maggiori successi di gestione dopo la seconda guerra mondiale. Se questa idea è talmente originale da sopravvivere per intere generazioni, se non addirittura per secoli, allora chi l’ha avuta e l’ha tradotta in attività, azienda, impresa ha il compito di assicurarsi che tutte le persone che fanno parte di quella attività, azienda e impresa la comprendano e la reinterpretino in accordo con i cambiamenti dello spirito del tempo, con il passare delle generazioni di clienti, con i mutamenti nelle condizioni di mercato e nelle tecnologie. In caso contrario l’impresa rischia di esaurirsi con l’esaurirsi dell’idea stessa. Chiunque almeno una volta nella vita ha avuto per le mani un mattoncino Lego, ma in pochi probabilmente conoscono le origini: dal fondatore nel 1932 Ole Kirk Kristiansen per poi passare attraverso le trasformazioni economiche degli anni della guerra, fino alla direzione del figlio Godtfred Kirk e a quella odierna del nipote Kjeld Kirk, senza trascurare i momenti di grave crisi, legati alla scadenza dei brevetti e alla concorrenza dei giochi elettronici negli anni Novanta. E’ la storia del mattonicino, «ma il mattoncino – scrivono gli autori, non rappresenta né l’essenza di Lego né l’idea sulla quale l’azienda è stata costruita». Essenza e idea rappresentate, invece, dal buon gioco, ovverosia da un giocattolo che stimoli quanto più possibile la fantasia del bambino, la sua creatività e la sua voglia di costruire. Questa l’idea che i diversi leader succedutisi alla guida di Lego sono stati in grado di ripensare e rinnovare, di generazione in generazione. «Un’idea che ha rischiato di andare persa nel momento in cui l’azienda ha perso fiducia in se stessa, alla quale Jorgen Vig Knudstorp e il suo team sono ritornati, aggiornandola però all’era del digitale e dell’interattivo». I mattoncini Lego non interessano però solo ai bambini. Giocando, infatti, s’impara. E a sostenerlo è il consulente Leonardo Previ, nella seconda parte del libro. «Nelle mani dei manager i mattoncini diventano uno strumento per accelerare la comunicazione interna e i processi decisionali. E i risultati si vedono», racconta Previ. Lo insegna Lego Serious Play, una metodologia di sviluppo organizzativo nata nei dipartimenti di ricerca della IMD di Losanna e approdata nelle aule di formazione manageriale di tutto il mondo.
GLI AUTORI
Mikael Lindholm dirige un servizio di sviluppo aziendale, Innovationinside. È autore di diversi libri sulle strategie, sullo sviluppo e sulla gestione aziendali ed è redattore capo del Berlingske Nyhedsmagasin.
Frank Stokholm lavora come giornalista free-lance e insegnante di giornalismo e scrittura. In passato è stato dipendente di Weekendavisen, Dagbladet Information, Ugebrevet Mandag Morgen e Børsens Nyhedsmagasin.
Leonardo Previ, docente di Storia Economica della Cultura all’Università Cattolica di Milano, è fondatore e presidente della società di consulenza Trivioquadrivio e Certificate Facilitator di LEGO Serious Play™ dal novembre 2003.