Credevamo tramontata la lotta di classe. Ma era solo un’illusione. E il libro “La forma Stato” di Antonio Negri, edito oggi da Dalai editori, ci aiuta a capire perché. Edito nel 1977 da Feltrinelli nella collana “Materiali Marxisti”, raccoglieva scritti attorno alla questione dello Stato, che vanno dal 1964 al 1977. Libro profetico e, scopriamo oggi, quanto mai attuale. Perché a distanza di 40 anni, molti dei problemi che dopo il ’68 un folto gruppo di intellettuali, particolarmente attenti alla realizzazione della Costituzione e alle lotte operaie, veniva ponendosi, sono ancora irrisolti. Lo Stato e le forze politiche hanno saputo rispondere alle nuove istanze sociali degli anni ’60-’70 solo con la repressione, ma quei problemi riemergono ora in tutta la loro forza. Quali sono? Quelli del mercato del lavoro e della sua costituzionalizzazione, quelli che riguardano i partiti e la loro crisi di rappresentanza e infine quelli che riguardano le prime crisi fiscali e del debito pubblico e le tematiche legate alla nascita del monetarismo e del neoliberismo. I nodi irrisolti della modernità.
Antonio Negri (Padova 1933), è uno dei più controversi intellettuali italiani. Da giovane docente di Dottrine dello Stato all’Università di Padova, diede vita a un laboratorio di idee per le quali i suoi denigratori lo hanno definito «cattivo maestro». È stato tra i fondatori del gruppo extraparlamentare Potere Operaio e in seguito del gruppo Autonomia. Molti suoi libri hanno lasciato il segno, fino al best seller Impero del 2002.