I testi delle canzoni di Rino Gaetano continuano a descrivere il presente. La recensione del nuovo album della Sony “Solo con io”, uscito in occasione del suo compleanno
Il 29 ottobre Rino Gaetano avrebbe compiuto 64 anni. Se quel maledettissimo 2 giugno di trentatré anni fa la sua auto non fosse andata a scontrarsi contro un camion su via Nomentana, se quei tre ospedali che lo hanno rifiutato gli avessero dato in tempo le cure di cui aveva bisogno, se lui fosse ancora qui con il suo cilindro, la sua maglietta a righe e la sua chitarra, probabilmente oggi il panorama musicale italiano sarebbe diverso, sarebbe migliore, sarebbe sicuramente molto più sincero.
Ma Rino non c’è più e a 40 anni dal sul primo long – playing “Ingresso libero”, la Sony ha deciso di celebrarlo pubblicando il doppio album “Solo con io”, due CD che contengono rispettivamente una raccolta dei grandi successi del cantautore calabrese e alcuni omaggi di grandi artisti italiani, da Gianluca Grignani a Roberto Vecchioni.
Prima di continuare a parlarvi di lui, credo sia giusto fare una premessa: questo articolo è stato scritto da una persona che Rino Gaetano lo ama profondamente, visceralmente, ma che ha imparato ad amarlo piano piano, in anni in cui la musica smette di essere qualcosa di puramente istintivo e diventa anche un momento di riflessione, di cultura, di storia. Per questo motivo mi scuso se troverete qua e là qualche sentimentalismo di troppo, ma ci sono momenti in cui scrivere professionalmente, in cui mantenere un atteggiamento distaccato, diventa terribilmente difficile. Lui per me è Rino, è un amico, è un mentore, è un professore che con i suoi versi mi racconta un periodo storico che non ho vissuto, ma che è indispensabile conoscere per capire i mali del presente.
Perché Gaetano parlava di vita e verità, di politica e imprenditoria, di prostituzione e povertà, di emarginazione e protesta. Ma lo faceva utilizzando nomi e cognomi, mettendoci la faccia, impiegando un tono dissacrante, provocatorio, divertente e uno stile che faceva ballare i ragazzi nelle discoteche e al contempo smuoveva le coscienze degli italiani, facendo arrabbiare più di un potente. «Mi diverte perché è l’erede di un certo tipo di nonsense, di marinetterie, del surrealismo più antico», così lo descriveva Gino Paoli nel lontano ’77. E probabilmente è per questo che ancora oggi le sue canzoni, pur essendo politicamente e socialmente impegnate e contestualizzate, non hanno colore né tempo. Molti dei suoi versi sembrano descrivere la realtà a noi contemporanea e non solo l’epoca di Umberto Agnelli, Gianni Brera e dello scandalo di Capocotta.
Nonostante l’aspetto scanzonato e le parole graffianti, chi lo ha conosciuto lo descrive come un ragazzo timido e insicuro, soprattutto nei primi anni, quando scelse di utilizzare lo pseudonimo Kammamuri’s (in riferimento ai Pirati della Malesia di Salgari) per pubblicare il 45 giri che conteneva “I love you Marianna/Jaqueline”. La consacrazione arrivò nel ’78, anno in cui con “Gianna” si classificò al terzo posto al Festival di Sanremo. Il cantautore di Crotone non si aspettava quel successo, né la pioggia di consensi che sarebbe arrivata con “Il cielo è sempre più blu”, due brani che lo aiutarono ad ampliare la propria fama, ma che lui stesso considerava troppo commerciali e poco rappresentativi di quello che era, di quello che cantava e di ciò che aveva da dire.
Sono passati 40 anni dal giorno in cui Rino Gaetano entrò in punta di piedi nel panorama musicale italiano e lo scorso 27 ottobre è uscito sul mercato “Solo con io”. Il primo disco contiene molte delle canzoni più famose, ma anche rarità come “Fabbricando case”, “Sandro trasportando” e il brano che dà il titolo all’album, “Solo con io” appunto.
Il secondo CD ospita invece 18 tributi cantati da grandi artisti italiani che hanno deciso di omaggiarlo reinterpretando le sue canzoni: Gianluca Grignani canta “Mio fratello è figlio unico”, Luca Carboni “E io ci sto”, Simone Cristicchi “Le Beatitudni”; Roberto Vecchioni incanta con “Io scriverò”, la PFM lo celebra con “E cantava l canzoni”, mentre Giusy Ferreri presta la sua voce roca per “Il cielo è sempre più blu”. All’interno del CD troviamo anche il nipote di Gaetano, Alessandro, che in coppia con Diana Tejera, interpreta “Supponiamo un amore”.
“Solo con io” contiene infine una versione di “E io ci sto – DanceAndLove Remix”, ma anche la splendida “Corta El Rollo Ya”, trasposizione spagnola di “Nuntereggaepiù”. A impreziosire il tutto troviamo poi il disegno realizzato dal giornalista Vincenzo Mollica e una testimonianza inedita del regista Ferzan Ozpetek, che nel suo film “Allacciate le cinture” ha omaggiato Gaetano utilizzando “A mano a mano”.
Questo doppio album fornisce a chi ama Gaetano l’occasione di riviverlo e di cogliere, anche attraverso le voci dei cantanti che hanno deciso di celebrarlo, nuove sfaccettature del suo talento.
Rino Gaetano non c’è più, ma l’attualità e la pertinenza delle sue canzoni continua a sorprendere chiunque si fermi un attimo ad ascoltare le sue parole. Lui, dal canto suo, aveva previsto tutto: «Sento che, in futuro, le mie canzoni saranno cantate dalle prossime generazioni! Che, grazie alla comunicazione di massa, capiranno cosa voglio dire questa sera! Capiranno e apriranno gli occhi, anziché averli pieni di sale! E si chiederanno cosa succedeva sulla spiaggia di Capocotta ». Buon Compleanno Rino, magari ci vedremo a Khatmandù.
Vittoria Patanè