La caratteristica di Alessandro Longobardi, direttore artistico del Teatro Brancaccio, nonché dell’altrettanto storico Teatro Sala Umberto, è stata sempre la grande dinamicità di intenti. E’ uno dei pochi che non si adagia, dal punto di vista di scelte artistiche, sullo zoccolo duro degli abbonati ed ha sempre avuto il merito e la voglia di innovare senza stravolgere. Per quanto riguarda la Sala Umberto, con lui “al comando” ha avuto un’impennata di pubblico formidabile in questi ultimi anni, anche grazie a campagne pubblicitarie di grande impatto in città. Il Teatro Brancaccio, diciamolo con franchezza, con lui è tornato a vivere, a pulsare spettacolo e iniziative culturali, dopo un interregno (successivo alla direzione di Gigi Proietti) non proprio distintosi per qualità artistiche e capacità amministrative. Nei tre anni, da lui temuti come spiega nel suo comunicato, come cifra funesta, il Brancaccio ha ripreso slancio con grandi produzioni, soprattutto musical, connotandone la cifra artistica per un distacco dalla prosa, e diversificandone la proposta rispetto al passato. Nella prossima stagione, non smentendo il suo modus operandi, l’offerta del suo secondo teatro è quanto mai varia e per tutti i gusti. «E’ una grande responsabilità la direzione del Brancaccio – esordisce Longobardi nella conferenza stampa di martedì 24 giugno –, questo è un teatro che ha avuto illustri direttori artistici in passato. In questi tre anni abbiamo investito tanto, oltre che sulla struttura rinnovandola, anche nella proposta artistica. Vogliamo aprire all’Europa – spiega – al mondo, anche per chi non ha la possibilità di viaggiare e vedere spettacoli straordinari, abbiamo aperto ancora di più alla multidisciplinarità, seminando con l’obiettivo di far crescere la pianta della cultura. Ospiteremo il primo spettacolo di un attore cinese, in Italia da quando aveva 11 anni, Shi Yang Shi, un progetto scritto per aprire ai cosiddetti cinesi di seconda generazione, quelli cresciuti in Italia».
La virata sulla danza è evidente, con ben sette eventi in cartellone, a partire dal Balletto di Roma, il 4 ottobre, con una produzione denominata We/Part, in collaborazione con la Royal Opera House di Londra. Tra gli altri eventi di danza, spiccano sicuramente la reinterpretazione della Carmen, a cura della coreografa sudafricana Dada Masilo, e Plexus, con la danzatrice giapponese Kaori Ito. Dal 2 dicembre il grande ritorno a Roma di Stomp, un’esplosiva miscela di teatro, danza, musica e percussioni effettuate con ogni mezzo. L’eterno Lindsay Kemp incuriosisce i cultori del suo sempre innovativo stile. Non solo danza, ma spazio anche ad altra tipologia di spettacolo, come il nuovo circo, che tanto seguito di pubblico riscuote nel mondo: dal 24 marzo il debutto romano del Cirque Eloize, che con il passaggio al Cirque du Soleil fonde le discipline circensi con la break dance e le acrobazie, del quale abbiamo visto un contributo video durante la presentazione: sicuramente un grande spettacolo! Anche la musica vedrà, nella prossima stagione, le assi del palcoscenico del Brancaccio, con due grandi eventi: i concerti di Noa (21 ottobre) e di Goran Bregovic, con la sua celebre Wedding & Funeral Orchestra.
Per il secondo, si sta organizzando con le Università di Roma un incontro con gli studenti. Per quanto riguarda il teatro vero e proprio, la stagione inizierà appunto con l’inedito artista cinese Shi Yang Shi (dal primo ottobre) che, con il suo spettacolo scritto insieme a Cristina Pezzoli, “Ton Men – G”, ci racconterà in modo divertente la ricerca della propria identità, lui cinese italiano. Anche per questo evento è prevista una coda culturale grazie al legame con la festa della Repubblica Cinese il primo ottobre. L’inossidabile Massimo Ranieri sarà in scena dal 6 novembre con Riccardo III di Shakespeare. Purtroppo non era presente alla conferenza e ha affidato a un videomessaggio il suo saluto. Family Show dal 16 dicembre con Rapunzel, diretto dal vulcanico Maurizio Colombi, che tanto successo riscosse con Peter Pan qualche anno fa e che sicuramente saprà stupire il pubblico con le sue trovate registiche. Rapunzel è una produzione del Teatro Brancaccio, audizioni ancora da aprire. Dal 20 gennaio un altro spettacolo che promette emozioni e divertimento, perché Sal Da Vinci, diretto da Alessandro Siani, con le sue musiche proporrà la commedia musicale “Stelle a metà”, «con cui – spiega Da Vinci – affrontiamo l’esigenza di raccontare quei talenti che non vanno in tv. Il talento entra senza bussare, dico sempre, e noi saremo a Roma dopo il debutto di Napoli. Speriamo che Roma possa decretare un altro grande successo quale fu quello di “C’era una volta… scugnizzi!”». La prosa concluderà la sua personale stagione dal 9 aprile con un grande show di Luca Barbareschi, diretto da Chiara Noschese: “Cercando segnali d’amore nell’universo.” «Raccontiamo anche l’emigrazione italiana, – spiega Barbareschi – in questo spettacolo che è un viaggio del cuore. C’è molta musica, un’orchestra dal vivo diretta da Marco Zurzolo e sono felice di essere diretto da Chiara Noschese, che è il più bravo regista con cui abbia mai lavorato. La sua sensibilità mi ricorda quella di Polanski».
Ma le porte del teatro si apriranno già dal 23 settembre, con una grande serata spettacolo, “Music – all Party” che vedrà protagonista il teatro musicale italiano, nell’ambito del quale saranno assegnati i premi Boradway World. Evento che sarà presentato da due grandi nomi del musical italiano: Giampiero Ingrassia e Maria Laura Baccarini, che finalmente potremo rivedere in Italia.
Da segnalare la particolare attenzione, davvero nobile, del Brancaccio verso i disabili. Oltre a migliorare la struttura della platea per aumentare a 50 i posti disponibili, un progetto denominato “Officine teatrali” prevede un laboratorio teatrale per persone con disabilità cognitiva insieme ad un membro della famiglia, per aiutare a far emergere potenzialità difficili da scovare in ambito familiare, «per nuovi spazi di espressione ed autonomia». Un’iniziativa straordinaria. In effetti il cartellone della nuova stagione, più che un semplice elenco di spettacoli, ci sembra nettamente orientato a creare sinergie, stimoli culturali, coinvolgendo le nuove leve, anche “di seconda generazione”, continuando a sviluppare anche il Teatro Ragazzi, sostenendo le categorie sociali più deboli. Una strada in cui il direttore Longobardi crede fermamente, per uscire dal pantano in cui sta sprofondando il teatro romano. Speriamo che la sua audacia abbia il successo che merita. Finora ha sempre saputo vedere molto lungo. Che il suo sogno di creare «un welness teatrale come esperienza culturale che deve essere desiderata e vissuta» si avveri presto.
L’intero programma, completo degli spettacoli ancora in definizione, tra pochi giorni sul sito internet www.teatrobrancaccio.it
Paolo Leone