Roma, Teatro Eliseo: ecco il cartellone 2014/2015

locandina Teatro EliseoUn grido di dolore, forte, angosciato, si è levato dalla conferenza stampa tenutasi lunedì 9 giugno al Teatro Eliseo di Roma per la presentazione della nuova stagione 2014/2015. Il direttore Massimo Monaci, in primis, esponendo pubblicamente quelli che sono i numeri della stagione appena conclusa, ha esordito con un eloquente: «Ancora qui… e non vi rendete conto di quale impresa sia essere ancora qui!». La politica culturale istituzionale che «a Roma non esiste – ribadisce il direttore – e il cui contributo per una realtà come l’Eliseo è pari a zero, farà in modo che, in base al nuovo testo in cui vengono riscritte le regole di distribuzione del FUS (Fondo Unico per lo Spettacolo – ndr), il Teatro Eliseo non potrà accedere alla categoria dei teatri di elevato interesse culturale. Perché uno dei parametri fondamentali – spiega Monaci – è che gli Enti Locali contribuiscano all’attività del teatro per almeno il 50 per cento di quanto contribuisce lo Stato». Grande è lo sforzo per riproporre una stagione all’altezza di un gigante come il Teatro Eliseo, probabilmente il più importante di Roma. In un clima non proprio sereno, carico di tensioni anche per qualche polemica forse di troppo in un contesto come quello che dovrebbe essere la presentazione di una stagione teatrale, il nuovo cartellone presenta comunque una varietà di spettacoli sempre mirati all’alta qualità, pur riducendone il numero rispetto alla stagione precedente, che passano da 35 a 27 tra “grande” e Piccolo Eliseo. «La nuova stagione – riprende il direttore Monaci – punta su una leggerezza intelligente, che permetta allo spettatore di entrare in un modo a teatro e di uscirne in un altro, ci crediamo molto in questo. Abbiamo una collaborazione con l’Accademia Silvio D’Amico, grazie alla quale presentiamo grandi classici ma anche nuova drammaturgia». La grande attrice Giuliana Lojodice è la prima a prendere la parola, tra gli artisti presenti (troppe le defezioni), che aprirà la stagione ufficiale (dal 21 ottobre) con un testo di George Bernard Shaw, “La professione della signora Warren”, per la regia di Giancarlo Sepe, due nomi di punta quindi. La Lojodice, grande carisma il suo, anche fuori dal palcoscenico, prima si rammarica amaramente dell’assenza del suo regista e poi, dopo aver letto un brano del testo per significarne l’attualità, aggiunge: «Ho 60 anni di teatro sulle spalle, non so ancora bene come Sepe voglia lavorare su questo classico a cui tenteremo di dare un tocco sulfureo, non so ancora come voglia usarmi. Non mi piace farmi usare dai registi, ma da Sepe sì!». Da un grande classico a uno spettacolo nuovo, che incuriosisce molto, in cartellone dal 2 dicembre. «Un testo che è una scommessa – spiega il direttore Monaci – ma un teatro come il nostro deve scommettere. Mi ricorda molto Woody Allen». Stiamo parlando di “Forse un altro” di Michele Zatta, esordiente nel teatro, che presenta un cast di tutto rispetto, composto da Vincenzo Ferrera, Crescenza Guarnieri, Martino Duane e Giovanni Carta, per la regia di Marco Lucchesi il quale afferma che «è una commedia di generi, ironica, grottesca, romantica, molto divertente».

 

 

Giuliana Lojodice

Per la prima volta, la collaborazione prestigiosa con il Romaeuropa Festival andrà a integrare la stagione degli abbonati all’Eliseo. Tre titoli in programma, tra i quali spicca la presenza di Emma Dante per quanto riguarda la drammaturgia e quella di Frederick Gravel, stella della danza canadese. Alternanza tra classici e contemporanei, e tra i primi un grande ritorno come quello di Maurizio Scaparro, il celebre regista, con un’opera di Kafka, “Amerika”, al Piccolo Eliseo dal 12 novembre. Struggente il suo intervento, in difesa della cultura che a Roma: «E in grave pericolo – quasi grida – e bisogna affrontare questa stagione con l’intento di rompere le scatole a tutti, perché la cultura sta scomparendo da questa città. Stiamoci vicini, perché è un momento terribile!». Non ci va più leggero Umberto Orsini, uno dei giganti del teatro italiano, in scena dall’8 aprile al Piccolo Eliseo con “La ballata del carcere di Reading”, da Oscar Wilde. Se il direttore era stato scoraggiante, Orsini ha tuonato furiosamente contro la situazione romana e sulle politiche di gestione dei teatri nella capitale. Non si è salvato nessuno: «Roma è una città bombardata, i teatri li stanno massacrando! Non esiste un Teatro Stabile, non lo è nemmeno l’Argentina, che chiude nel fine settimana… Ho visto un grandissimo come Glauco Mauri relegato a recitare nel teatro Parioli, con tutto il rispetto per quel teatro. L’Italia, vista dall’alto – ha concluso Orsini – è molto meno disastrata rispetto a Roma! Il teatro di Roma è l’Eliseo, altro che storie!». Qualche polemica, nel corso della mattinata, l’ha provocata la sua affermazione sulla situazione del Teatro Valle occupato e sulla valenza dei giovani attori italiani. L’atmosfera non proprio serena è stata simpaticamente interrotta dall’intervento di Massimiliano Bruno autore e, speriamo, attore, con il suo “Beata ignoranza” in scena dal 16 dicembre.«Uno spettacolo surreale – spiega Bruno – in cui personaggi improbabili, perditempo nei bar, diventano geniali a seguito di una fuga di sostanze chimiche dopo un incidente automobilistico. Spettacolo che è figlio del mio monologo “La mia identità”, spero che sia divertente». Lella Costa e Paolo Calabresi saranno tra gli interpreti di “Nuda proprietà” di Lidia Ravera, dal 27 gennaio. La regista Emanuela Giordano spiega che sarà «uno spettacolo sulle cose inespresse, sulla paura delle emozioni, del tempo che passa. Uno spettacolo di sostanza e leggerezza, quella leggerezza tanto cara a Italo Calvino». Subito dopo una stoccata alle precedenti dichiarazioni di Umberto Orsini sui giovani: «Non è vero che i nostri giovani non sono bravi, per scoprirlo basterebbe andare nei piccoli teatri, nei circuiti off, dove magari gli stessi attori si costruiscono le scene da soli…». Dal 7 aprile un altro classico, “L’impresario delle Smirne” di Goldoni, di cui il regista Roberto Valerio ci tiene provocatoriamente a precisare che «è una storia del 700, storia di povertà, di stenti, di escamotage per tirare avanti, di illusioni, di promesse non mantenute dai potenti…insomma è attualissima!». In chiusura di stagione, dal 12 maggio, un adattamento teatrale molto interessante di un celebre film di Chaplin, “Il grande dittatore”, con Massimo Venturiello e Tosca. Ma è soprattutto al Piccolo Eliseo che le generazioni si incontrano, come nel caso de “I vicini” dell’elettrico Fausto Paravidino, un testo di cui già si parla negli ambienti teatrali, in scena dal 18 febbraio; oppure “Frankie e Johnny – paura d’amare” con Pino Insegno e Alessia Navarro dal 18 marzo; o, come non mai, con “Vi presento John Doe” di Alessandro Mario, un viaggio surreale tra fumetto e cultura. Tante novità miscelate con i grandi nomi che hanno fatto la storia del teatro: da Lojodice a Orsini, da Rigillo a Scaparro, insieme Iaia Forte, Paravidino, Simone Montedoro, Elda Alvigini e tanti altri. Ce n’è per tutti i gusti, tra Eliseo e Piccolo, senza dimenticare la partecipazione di Pino Caruso con “Il berretto a sonagli”, di Pirandello, dal 24 marzo, o un altro classicissimo come “Il giardino dei ciliegi” di Cechov, con Gaia Aprea elo straordinario Leo Gullotta che torna con “Prima del silenzio”, di Patroni Griffi, dal 3 marzo.

Grandi nomi, grandi classici, nuova drammaturgia di grande qualità. La stagione, pur tra mille difficoltà, sta per ripartire. Ci credono, all’Eliseo, con rabbia. Come eloquentemente dichiara la bellissima immagine – simbolo della campagna abbonamenti. Ora la parola passa ai protagonisti, sul palco e sulle poltrone.

Per info sul programma: http://www.teatroeliseo.it/stagione.php

Paolo Leone

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