È uscito da pochissimi giorni l’album live di Samuele Bersani, La fortuna che abbiamo, che celebra i venticinque anni di carriera del cantautore-poeta romagnolo e interrompe l’attesa per un nuovo disco dopo Nuvola numero nove del 2013. A dire il vero, trattandosi di un album live e non di inediti in studio, l’attesa è stata in qualche modo solo sospesa, ma a questo proposito penso sia necessaria una precisazione. Nella carriera di un artista alcune tipologie di album spesso significano che l’ispirazione latita, e in questi casi spesso le case discografiche tamponano con prodotti non originali che servono però a mantenere alta l’attenzione sui loro cantanti. Le “raccolte” per esempio, i “best of”, in versione deluxe o meno, singole o su doppio cd. Oppure i dischi di cover (proprie o altrui), o ancora il disco-strenna con standard natalizi (vale soprattutto per gli artisti anglofoni ma non sono stati pochi i casi anche da noi). E poi ci sono i dischi di duetti con partner famosi, le “riedizioni” di album del passato… e – inevitabilmente – i live.
Questo però, va detto subito, non è il caso dell’album live La fortuna che abbiamo. Che è sì un live, è sì un doppio cd e pure un dvd, e infine che vede sì la partecipazione di alcuni nomi “celebri” come collaborazione o featuring che dir si voglia (Marco Mengoni, Carmen Consoli, Gnu Quartet, Pacifico, Musica Nuda, Caparezza, Luca Carboni e l’Orchestra dei Pomeriggi Musicali), ma di fatto, insieme a cotanti ospiti o anche senza di loro, Samuele Bersani vi rivisita le tappe della propria carriera in maniera originale, diversa. Anzi no: matura. E non perché non fossero mature al momento della loro pubblicazione queste canzoni, ma perché passando gli anni, la prospettiva che si ha sulla vita, sulle dinamiche e le storie che nell’arco di questa si vivono o raccontano cambia. Cresce. Ecco quindi che i brani più esemplificativi della sua carriera sono reinterpretati con un pizzico di consapevolezza maggiore, con sfumature musicali ma soprattutto interpretative che li arricchiscono ulteriormente. Del resto Bersani è un paroliere che in effetti è prima di tutto un poeta urbano, capace di condensare in qualche verso stati d’animo come nessuno. Non è un caso se gli è stato più volte (ben tre) attribuita la Targa Tenco, e per Giudizi Universali (canzone contenuta nell’album del 1997 chiamato semplicemente Samuele Bersani) il Premio Lunezia come miglior testo letterario dell’anno in ambito discografico. L’autore di Chicco e Spillo, di Il mostro, di En e Xanax, della già citata Giudizi Universali in realtà in ognuna di queste composizioni ha musicato un romanzo breve, raccontato una storia. A volte piccola e personale, a volte rappresentativa di una generazione, ma una storia, sempre ispirata e compiuta. Ognuna delle collaborazioni celebri ricordate dimostra come lo “stile Bersani” sia stato fatto proprio e riproposto anche da colleghi con percorsi lontani e diversi dal suo. I brani forse più interessanti tra i ventitre che compongono la tracklist sono (ma è inevitabile che all’interno di un progetto coerente e organico come questo il giornalista lasci la propria funzione di critico e si esponga a titolo privato in qualità di semplice ascoltatore, testimoniando il proprio gusto e i propri interessi) Il pescatore di asterischi (con Mengoni), Freak (con Gnu Quartet), Giudizi Universali (la Consoli è compagna perfetta) e Come due somari (con Musica Nuda, in una splendida versione acustica). Discorso a parte infine merita l’unico inedito, che dà anche il nome all’album e che lo ha anticipato di qualche giorno come singolo.
Una delle migliori qualità di Samuele Bersani è la leggerezza e la profondità dei versi e nell’album live La fortuna che abbiamo la si ritrova in piccole fotografie fatte di parole: “Disponi dei miei atomi e serviti pure/Se hai sete davvero/Non prenderti un bicchiere/Bevi come le piante che credono nel cielo”. Solo un poeta può raccontare che la vera avventura di un amore non sono le prove che il destino ti può eventualmente proporre, ma il saper trovare una strada per comunicare all’altro i propri sentimenti, anche quando lo scoglio da superare è il proprio senso di inadeguatezza. La fortuna che abbiamo infine diventerà anche un tour che Samuele Bersani, a partire dal prossimo 14 ottobre, porterà in molte piazze d’Italia per ricantare, ancora una volta, le nuove versioni dei suoi più grandi successi. Il che non è poi così inaspettato perché, esattamente come gli innamorati, anche i poeti – si sa – hanno bisogno di comunicare i propri sentimenti. Ascolta le canzoni di seguito.