Saturnino Celani, famoso bassista, ha collaborato e collabora con importanti cantanti e musicisti, da Sting a Pino Daniele. In questa intervista Saturnino parla del suo libro Testa di Basso, scritto con Massimo Poggini.
A 14 anni imbraccia il suo primo basso elettrico, a 22 inizia la pluridecennale collaborazione con Jovanotti, poi firma una linea di occhiali che porta il suo nome. Infine, a marzo, pubblica “Testa di Basso – Le meravigliose avventure di Saturnino Celani”, la sua autobiografia scritta a quattro mani con Massimo Poggini ed edita da Salani. Insomma, non si può certo dire che i primi 45 anni di vita di Saturnino siano stati noiosi e ordinari. L’artista di Ascoli Piceno torna dunque con un volume che raccoglie storie, episodi e aneddoti della sua carriera costellata da incontri eccellenti e collaborazioni gloriose (da Sting a Nile Rodgers fino a Pavarotti e Pino Daniele), raccontate a uno dei più importanti giornalisti musicali italiani. Il titolo del libro, che riprende quello del suo primo disco solista uscito nel 1995, riesce quindi a riallacciare il racconto dei suoi inizi musicali a quello che Saturnino è oggi, cioè uno dei migliori bassisti dell’intera scena internazionale. E magari smarcarlo un po’ dal perenne, inevitabile accostamento con Lorenzo, di cui ormai è il braccio destro artistico da più di 20 anni. Saturnino (per chi non lo sapesse, è proprio questo il suo vero nome) è, come si dice in gergo, “tanta roba” e non solo “il bassista di”. A Cultura & Culture racconta qualcosa in più di questo libro, con la leggerezza che da sempre lo distingue.
Saturnino, a 20 anni dall’uscita di “Testa di Basso”, il tuo primo disco solista, arriva questo libro. Perché pubblicarlo proprio adesso e cosa deve aspettarsi un lettore appassionato della tua musica?
Questo libro arriva perché è molto bello essere me e ci tenevo a fornire un piccolo manuale per chi come me desidera trasformare la propria passione in (come la chiamo io) una passione remunerata!
Se questo libro fosse un disco, che genere sarebbe?
E’ esattamente come il disco da cui prende il titolo, il disco di un bassista che può essere piacevolmente ascoltato da chi necessariamente non suona il basso. Questo libro è un libro melodico.
Saturnino raccontaci, secondo te, la storia più divertente e quella più triste che hai inserito nel libro.
“Testa di Basso” può essere letto come il libro delle risposte, cioè aprendolo a caso oppure leggendolo tutto dall’inizio alla fine, il lettore rimarrà sempre soddisfatto.
Parlaci del tuo rapporto con Massimo Poggini e di come è nata l’idea di lavorare insieme.
Massimo è meraviglioso, a lui va il merito di questo libro perché è partito tutto da una sua telefonata. Massimo sta a questo libro come Lorenzo sta al disco.
Sappiamo del tuo litigio con Giovanni Allevi (di cui parli in queste pagine) e quindi non infieriamo. Al contrario, c’è un’amicizia recente di cui sei particolarmente contento?
Giovanni è un ingrato e questo è un fatto. Ma personalmente mi ritengo molto fortunato, ho amici su cui contare.
Saturnino, in quanto bassista, i tuoi punti di riferimento sono sempre stati artisti come Sting, Jaco Pastorius o Bootsy Collins. C’è qualche musicista recente che invece, da adulto, ti ha insegnato qualcosa di nuovo?
Non credo nell’esistenza dell’adolescenza, ho la stessa curiosità di quando avevo 10 anni.
Prossimo libro? Tra altri 20 anni?
Magari “Testa di Basso” diventerà una trilogia 😉
Paolo Gresta