Se Dio vuole: recensione e trama del film
In alcune zone d’Italia una volta, forse anche adesso, quando si programmava di fare qualcosa, si aggiungeva “se Dio vuole”, perché – sostenevano gli anziani – se Dio non vuole nulla si può fare. Questo modo di dire, che era un po’ come un portafortuna che ti faceva sentire protetto, oggi è in disuso perché siamo diventati più razionali, eppure non sempre la logica ci aiuta ad affrontare i problemi della vita. Anzi! A volte, per superarli, bisogna lasciarsi andare.
Come si è lasciato andare Tommaso, noto cardiochirurgo, che faceva del cinismo il suo mantra, perdendo di semplicità e assumendo un atteggiamento saccente e arrogante verso i pazienti, verso i propri subordinati e nei riguardi della propria famiglia, la quale non era mai alla sua altezza. Tutto questo fino a quando il figlio, Matteo, gli comunica che vuol farsi prete, perché – dice il ragazzo – ha incontrato Gesù.
A fare da intermediario tra Dio e il giovane Matteo è stato Don Pietro, un sacerdote con un marcato accento romano, che – dopo essere stato in carcere più volte – è entrato in seminario. Tommaso, che afferma di preferire un figlio gay anziché prete, vuol vederci chiaro e quindi comincia ad indagare sul misterioso sacerdote. Questa la trama, coinvolgente, di “Se Dio Vuole”, il film con Marco Giallini, nel ruolo di Tommaso, e Alessandro Gassmann nelle vesti di Don Pietro.
La pellicola, diretta da Edoardo Falcone, descrive in modo alquanto originale un’altra faccia dell’Italia, quella più genuina, più vera e mai raccontata. E lo fa con una commedia ironica e appassionante che si chiude con il brano di Francesco De Gregori ‘Cose‘, il quale ci fa proprio riflettere sui piccoli gesti, come un sorriso, un saluto, un arrivo inaspettato, qualcosa che cambia su questo soffitto, un giorno che cammina, una notte che si trascina. Queste cose le guardiamo passare… e c’è… qualcosa che brucia in tutto questo fumo.
In realtà «Dio è ovunque», dice tra le righe Don Pietro al cardiochirurgo, facendogli capire che, per vivere bene e “in sintonia”, bisogna abbattere tutti gli schemi e, quindi, quei pregiudizi che ci ingabbiano in una realtà bicolore, senza sfumature. Don Pietro segue lo stile di Papa Francesco, diventando uno di noi. Simboleggia, con il suo linguaggio colorito, la pecorella smarrita dei Vangeli e perciò piace ai giovani.
Con Se Dio vuole il regista ha corso il rischio, del tutto scongiurato, di creare un prodotto scontato e stucchevole. Falcone ha rischiato e ha vinto, divertendoci con un cast di grandi attori, di cui fa parte anche Laura Morante nei panni della moglie del protagonista.
Tommaso con il suo modo di fare dimostra che il nostro Paese è ancora diviso tra la classe “medio-alta” (come si diceva una volta) e il popolo minuto, i cui valori possono essere compresi solo se si esce dal luogo comune, facendosi affascinare dalle piccole cose che rendono magica la nostra vita; come sentire, una mattina qualsiasi di un giorno qualunque, la brezza sul viso. Ciò che però fa di Se Dio vuole un film riuscito è soprattutto la bravura degli attori, in particolare di Gassmann che crea un personaggio carismatico e allo stesso tempo autentico. Maria Ianniciello
Trailer di Se Dio vuole