Il rischio di alcuni spettacoli, che rimandano a una tradizione popolare secolare e che tentano di restituirne il senso, il sapore, il colore, è quello di cadere nella retorica, nell’era meglio quando si stava peggio. Pure a Natale, semo o nun semo, lo spettacolo in scena all’Ambra Jovinelli di Roma, teatro tra i più antichi e significativi della capitale, non cade mai nel melenso, anzi, è una vera lezione di storia, musicale e non, sulla città eterna dei nostri padri, dei nostri nonni. Una scoperta delle più autentiche radici per lo spettatore giovane, un tuffo nella gioventù per quello più attempato. La garanzia è il Maestro Nicola Piovani, un vero Re Mida, che confeziona uno spettacolo raffinatissimo, con un’opera di recupero e valorizzazione di un capitale musicale da scoprire, riascoltare ed apprezzare.
Vere e proprie chicche, a partire dalle composizioni di quel Romolo Balzani, tanto amato dai grandi attori e cantanti romani, quanto sconosciuto ai più, primo cantautore romano di fine 800 e creatore di canzoni immortali, nate in teatro.
Del resto, come lo stesso Piovani ha tenuto a dire nel finale della serata, le musiche dello spettacolo, pur appartenendo al passato, continuano in qualche modo “a camminare nell’aria” anche oggi. Per farcele ascoltare, il tutto è stato affidato alle belle voci dei quattro bravissimi interpreti e agli strumenti suonati dall’Ensamble Aracoeli. Donatella Pandimiglio, Pino Ingrosso, Sara Fois e Carlotta Proietti, accompagnati dagli aneddoti e i racconti del grande attore Massimo Wertmuller, ci hanno accompagnato in un viaggio delizioso, dai primi Festival della canzone romana di San Giovanni, a Petrolini (che ha calcato il palco dell’Ambra Jovinelli), dalle composizioni di autori ignoti divenute dei grandi classici della commedia musicale romana, addirittura dell’opera (Tosca), agli stornelli (patrimonio esclusivamente romano), ai modi di dire e pensare tipicamente romani, come il rapporto con la morte, la cui origine sfugge ai più giovani, fino alla poetica degli immensi Gigi Magni ed Armando Trovajoli. Un viaggio che si fa ironico e disincantato dipinto di un popolo, di un modo di essere che nasconde un graffio in ogni sorriso, caustico ma mai cinico.
Valorizzazione di una romanità massacrata e villipesa da certa comicità greve, volgare, da cui purtroppo siamo stati sommersi. Un teatro ricco di virtuosismi vocali e racconti sorprendenti. A giudicare dall’accoglienza entusiasta del numerosissimo pubblico, forse non tutto è perduto.
Uno spettacolo bellissimo e delicato, che ridipinge e forse risarcisce un popolo che ha bisogno di ritrovare e custodire gelosamente le proprie origini, il senso del proprio essere.
Rallentare la propria insensata corsa e riascoltare echi lontani di musiche, di poesia, di saggezza, di sfrontatezza, perché no. Per non perdersi nel vuoto piatto che ci circonda. Per riscoprire, alla fine del viaggio, se “semo o nun semo”.
Paolo Leone
Roma, Teatro Ambra Jovinelli dal 18 dicembre al 6 gennaio 2015.
Compagnia della Luna presenta: Pure a Natale, semo o nun semo.
Uno spettacolo di Nicola Piovani
Con Sara Fois, Pino Ingrosso, Donatella Pandimiglio, Carlotta Proietti, Massimo Wertmuller e l’Ensambre Aracoeli.
Testi di Pietro Piovani. Coordinamento scenico di Norma Martelli.
Si ringrazia l’uffcio stampa del Teatro Ambra Jovinelli nella persona di Maria Letizia Maffei.