Si Alza il Vento rappresenta l’ultima occasione per poter assistere al miracolo cinematografico compiuto da uno dei più grandi maestri del cinema giapponese, Hayao Miyazaki. Il suo decimo lungometraggio, proiettato in anteprima al Giffoni Film Festival, ha avuto la sua premiere lo scorso anno alla Mostra del Cinema di Venezia, dove il regista ha annunciato il suo ritiro. Per l’addio al cinema, Miyazaki ha dato vita ad un racconto epico riguardante la vita di un giovane ragazzo con il sogno di progettare un aeroplano. La storia è tratta dall’omonima mini-serie manga in due capitoli, ideata dallo stesso Miyazaki, pubblicata nel 2009 sul magazine Model Graphix. In essa vengono narrate le vicende di Jirō Horikoshi, che nel film verranno descritte attraverso una serie di flashback in un arco di tempo lungo vent’anni, che si dipana dall’inizio fino alla metà del secolo scorso. Durante il periodo degli studi universitari, infatti, Jirō assisterà al terremoto del 1922, durante il quale incontrerà l’amore della sua vita Naoko. I due si perderanno per ritrovarsi diversi anni dopo quando Jirō sarà ormai diventato un talentuoso ingegnere aeronautico. In seguito al lavoro in Germania alla Mitsubishi, Jirō tenterà di progettare degli aerei più innovativi che possano competere con quelli stranieri. Naoko, sospesa tra la vita e la morte a causa della tubercolosi, lo accompagnerà con i suoi mezzi, ovvero la dolcezza e la comprensione, lungo un percorso creativo faticoso e ostico. Agli albori del secondo conflitto mondiale, Jirō riuscirà a progettare numerosi aerei da combattimento utilizzati dai giapponesi contro gli americani, tra i quali quelli dell’attacco di Pearl Harbor. Si alza il vento può essere considerato, più di ogni altro, un film vero e proprio mascherato da cartone animato, discostandosi in maniera abbastanza evidente dai precedenti lavori di Miyazaki.
La personalità di Jirō viene tratteggiata in modo dettagliato e profondo. Il regista lo introduce tramite i suoi sogni da bambino, nei quali compaiono gli aeroplani che sogna di realizzare e che successivamente vengono impersonati dall’ingegnere italiano Giovanni Battista Caproni, pioniere dell’ingegneria aeronautica, che ha conosciuto leggendo delle riviste specializzate. Il sogno, la passione, l’amore, il viaggio: nel film di Miyazaki trovano una delle migliori rappresentazioni di sempre i topoi classici della letteratura mondiale. Caproni simboleggia infatti una sorta di guida virgiliana che accompagnerà la formazione di Jirō sia dal punto di vista professionale che umano. Il talento di Jiro e la sua tenacia, ma anche la sua generosità e la sua purezza, lo rendono il migliore tra tutti i personaggi mai raccontati dal Maestro. L’amore che nutre per Naoko è favoloso ma realistico, tenero ma egoista. Il legame tra Jirō e Naoko ed il loro sacrificio può essere comparato a quello tra le grandi coppie del cinema classico da Casablanca al Dottor Zivago. Omaggia tutti Miyazaki, toccando punte di lirismo impareggiabili (come la scena dell’aeroplanino di carta) dando vita ad una struttura narrativa insolita che non prevede il numero di personaggi strambi che avevano popolato i suoi precedenti lavori come La Città Incantata.
Il romanticismo e l’umanità sono alla base dell’ennesimo capolavoro di un regista che nella sua carriera ha rivoluzionato i canoni del cinema d’animazione innalzandolo a livelli spesso irraggiungibili per il cinema di finzione. Si alza il vento è la sua opera più personale. Nominato agli Oscar come miglior film d’animazione, il lungometraggio è stato clamorosamente snobbato dall’Academy che gli ha preferito il ben più semplicistico Frozen della Walt Disney. La pellicola uscirà finalmente anche nelle sale italiane, nelle giornate evento del 13, 14, 15 e 16 settembre, a cura di Lucky Red.
Rosa Maiuccaro