Gli operatori umanitari italiani di Medici Senza Frontiere (MSF) si raccontano nel libro “Noi non restiamo a guardare”, pubblicato da Feltrinelli Editore. In questa raccolta di lettere – una quarantina in totale – si condensano emozioni, paure, speranze, dubbi e aspirazioni di donne e uomini che hanno deciso di mettere a disposizione la propria professionalità per fornire soccorso alle popolazioni in pericolo.
«Sono brani di lettere che i nostri operatori hanno scritto ad amici e parenti, in momenti spesso difficili. Un diario intimo, di donne e uomini che hanno deciso di mettere in pratica i propri ideali attraverso MSF, al di là della retorica che spesso aleggia intorno al lavoro delle organizzazioni non governative. Non si tratta né di eroi né di angeli in camice bianco, ma semplicemente di persone normali, di eccellenti professionisti che hanno deciso di schierarsi dalla parte delle vittime», dichiara Konstantinos Moschochoritis, Direttore generale di MSF Italia. Accanto alle testimonianze delle operatrici e degli operatori di MSF, sono presenti i contributi di alcuni scrittori e giornalisti che hanno voluto contribuire a tratteggiare il profilo di queste persone: Daria Bignardi, Silvia Di Natale, Andrej Longo, Antonio Pascale, Renata Pisu, Antonio Scurati. La prefazione di Dacia Maraini apre questo viaggio che attraversa mondi dimenticati, ma anche il mondo interiore degli operatori, in equilibrio fra sogni e scelte difficili.
«Le loro lettere sincere, che a volte mostrano, è vero, la stanchezza, il senso di impotenza di fronte ai compiti immani e alle difficoltà che si moltiplicano, non si rivelano però affatto arrese, né scoraggiate né ciniche. Al contrario, sono piene di vita e di pensiero. (…) Comprendere è difficile, ma quasi sempre questi coraggiosi italiani (i migliori di noi, i più generosi e intrepidi), finiscono per comprendere, e nel modo più generoso e sincero, quando le loro mani nude e impaurite si fermano su un corpo piagato, sperando con tutte le proprie forze di guarirlo. In quella speranza sta il segreto di una meravigliosa scommessa», scrive Dacia Maraini nella Prefazione.
Dall’Africa all’Asia e dall’Europa all’America Latina, si percorrono crisi umanitarie lontane dalle prime pagine dei giornali, ma dove milioni di invisibili lottano ogni giorno per sopravvivere a conflitti, malattie, epidemie, catastrofi naturali. Afghanistan, Somalia, Repubblica Democratica del Congo, Haiti, India, Guatemala, Bangladesh, Italia, lotta all’AIDS e cura delle malattie dimenticate sono solo alcune delle sfide con cui si confrontano ogni giorno gli operatori di MSF.
Chirurghi, anestesisti, pediatri, infettivologi, infermieri, ma anche architetti, ingegneri, logisti, amministratori, psicologi, ostetriche, farmacisti sono solo alcune delle professionalità degli italiani che lavorano con MSF. Nei primi dieci mesi del 2012 dall’Italia sono partiti con l’organizzazione oltre 260 operatori umanitari (circa il 10 per cento di tutto lo staff internazionale di MSF). Fra questi, quasi la metà (140) sono i profili sanitari, fra medici e infermieri, 50 circa i coordinatori di progetto, altri 50 i logisti e infine una trentina gli operatori in ambito amministrativo/finanziario. Professionisti di ogni età che affiancano migliaia di altri operatori locali, reclutati nei singoli Paesi in cui MSF lavora.