“The Interview”, trama e recensione del film più chiacchierato

James Franco e Seth Rogen sono due sbadati giornalisti in un film fanta-politico, sarcastico e anticonvenzionale, che mette a nudo i rapporti fra la Corea del Nord e l’America. Trama e recensione di “The Interview”, pellicola che fa rumore ma che è incapace di smuovere le coscienze.

Abile strategia di marketing o semplice fenomeno di costume? E’ su questo dualismo che gioca molto sagacemente The Interview, il film prodotto e diretto da Seth Rogen, il famoso comico americano. Affiancato da James Franco, ormai ben lontano dai suoi standard recitativi, l’attore nelle vesti di regista concepisce una pellicola che fa molto rumore per nulla. Si ride e si scherza per le ovvie situazioni paradossali, ma non si spiega l’esplosione del caso mediatico attorno alla sua uscita nelle sale. Prima tutte le proiezioni sono state cancellate, poi la Sony torna su i suoi passi, annunciando che il film verrà negli Usa distribuito solo in 300 copie ed il resto del mondo potrà acquistarlo grazie alla piattaforma di iTunes.

Neanche a dirlo The Interview diventa in rete un fenomeno di culto che, per curiosità o semplice voyeurismo, convince lo spettatore anche quello più restio. La formula del suo successo? Rendere utopistica una difficile realtà politica e contaminando il racconto con tutti i classici clichè di una commedia americana volgarotta e sui generis. Ma il sottotesto del film è più interessante di quello che traspare in superficie. Seth Rogen nel film è un noto giornalista e produttore di una trasmissione televisiva macina ascolti, condotta dalla verve comica di James Franco. Nel cercare di fare il salto di qualità e confermarsi come leader dell’intrattenimento, i due amici/colleghi, riescono ad ottenere un’intervista esclusiva con Kim Jong-un, dittatore spietato del Nord Corea. La situazione è arrivata all’orecchio della CIA che finirà per coinvolgere Aaron e Dave, i due giornalisti appunto, in un folle intrigo internazione dai risvolti imprevedibili.

Tralasciando per un attimo battute grossolane e situazioni al limite dell’irrealtà, The Interview rappresenta a conti fatti il prossimo step evolutivo della commedia americana. Rimanendo ancorata a tutti i suoi punti nevralgici, il regista decide di virare sulla satira politica e mettere su un racconto in bilico fra realtà e pura fantascienza dispotica. Nella sua interezza il film è irriverente, sboccato e stuzzica l’immaginazione dello spettatore, vince per un’ottima release scenica, pecca nelle interpretazioni degli attori (sembrano delle macchiette uscite da un cabaret), ma The Interview essenzialmente vuole essere un atto d’amore e di puro patriottismo, alla grande potenza americana che vince sempre su tutto e tutti. Il film però è anche, ed aggiungerei soprattutto, un atto d’accusa ai mass media mondiali che sono soliti costruire un processo mediatico su pallide congetture e sparute informazioni. The Interview quindi rappresenta, sotto ogni aspetto, la situazione culturale e politica in cui la popolazione mondiale sta annaspando. In una continua voglia di autocelebrazione il film, che a quanto sembra nelle sale italiane non verrà mai proiettato dato che fino ad ora manca un distributore, il comico americano non fa altro che raccontare dal suo scanzonato punto di vista, in che condizioni vive la realtà americana. In recessione e con un leader politico che ha perso i consensi, Seth Rogen delinea la realtà di una nazione che nonostante tutto, riesce sempre a risorgere con onore e cognizione di causa.

I fatti di cronaca poi che hanno preso vita prima dell’uscita del film, non solo hanno contribuito al lungometraggio stesso di diventare un vero fenomeno commerciale, ma sono il riassunto della situazione politica, appunto, che l’America sta vivendo con il resto del mondo. Questo tira e molla tra il Governo Obama ed il dittatore della Corea del Nord, non è il preambolo di un’ipotetica guerra mondiale, ma il simbolo che anche una potenza come l’America non riesce più a tenere il passo con l’evoluzione della società stessa, perdendo quindi inevitabilmente il primato di leader mondiale. Fa ridere quindi che una semplice commedia satirica, come The Interview, abbia dato vita ad un fermento politico di questa portata, forse nessuno si è reso conto che la vita non è un film ma una pura e semplice immagine speculare dei nostri sogni e desideri.

Carlo Lanna

Commenti

commenti

Lascia un commento

Torna in alto