Trama e recensione di “Tutto Molto bello”, il film con Paolo Ruffini e Frank Matano
Ci sono film che nascono per essere stroncati. E’ questo il caso di Tutto Molto Bello, opera seconda di Paolo Ruffini. Se pensate che è ciò che questa penna sta per fare, allora vi sbagliate di grosso. Il film, prodotto dalla Colorado Film e distribuito da Medusa, conta sulla coppia Ruffini/Matano che nel giro di ventiquattro ore stravolgerà il corso della vita di entrambi. Giuseppe (Ruffini) è un esattore delle tasse di 33 anni che si vede “costretto” a prendersi cura della moglie Anna (Chiara Francini) incinta di un figlio non propriamente voluto. Il peso della responsabilità e il brutto rapporto con il padre di lei Marcello (un esilarante Paolo Calabresi), romanista sfegatato che vorrebbe chiamare il nipote Gervinho, in onore dell’attaccante giallorosso, spingono ovviamente Giuseppe a darsela a gambe. Il pretesto glielo serve su un piatto d’argento l’incontro con lo strampalato Antonio (Matano) che dietro l’apparenza da bravo ragazzo, generoso e un po’ capestro, lo trascina in un’avventura, nel corso della quale faranno amicizia con un’attraente interprete (Nina Senicar), un cantante fallito (Eros), la sua amata (Gensini) e il suo fidanzato psicotico (Angelo Pintus) e perfino Pupo (quello vero!) e uno sceicco che vuole sfruttarli per il proprio spettacolo di cabaret.
Tutto Molto Bello nasce da un soggetto di Giovanni Bognetti ed è una delirante e sfrenata commedia che oscilla tra il vecchio (figlia dei non rimpianti cinepanettoni, rappresentato da Scintilla) e il nuovo (che si intravede nel potenziale di Frank Matano). Anche Ruffini, pur non brillando particolarmente a livello interpretativo (“Sono il peggior attore che ho diretto”, ammette lui) mostra un nuovo sé, o meglio, rivela a piccole dosi la sua comicità più perfida ma anche quella più dolce e scanzonata. In Tutto Molto Bello intravediamo il conduttore dei David di Donatello che tanto ha fatto infuriare Sophia Loren e migliaia di addetti ai lavori per averle dato poco elegantemente della “bella topa”. La verità è che quel Ruffini o lo ami o lo odi perché sa essere irritante ma anche indifeso quando si trova di fronte a una platea semi-deserta di giornalisti che non ridono alle sue battute e si preparano mentalmente per massacrarlo sulla carta o sul web. Tutto Molto Bello ha poco o niente a che fare con la critica. “Il mio mestiere consiste nel rendere felici le persone”, una dichiarazioni di intenti la sua che lascia poco o niente al caso.
Se con Fuga di Cervelli aveva sguazzato liberamente nella volgarità e nel cattivo gusto, qui Ruffini decide di “ripulire tutto” e realizzare “un film un po’ più perbene”. Il suo asso nella manica è quel Frank Matano che oggi a 25 anni è il numero uno degli youtubers italiani, un domani potrebbe diventare talmente grande da costringere anche i critici più snob, che oggi storcono il naso solo a vederlo, ad accorgersi di lui. La sua comicità, sebbene ancora acerba, non è legata al vincolo territoriale. E’ un napoletano, è vero, ma nel film non usa mai il dialetto e i milioni di fan del suo canale provengono dall’Italia intera. Inoltre, Matano possiede un’innata dolcezza e delle corde malinconiche inesplorate che potrebbero presto riservare interessanti sorprese. Nell’attesa, vi ricordiamo che Tutto Molto Bello è uscito nelle sale il 9 ottobre e tenterà nell’impresa di superare i quasi cinque milioni di euro incassati da Fuga di Cervelli. In bocca al lupo!
Intervista Paolo Ruffini e Frank Matano
Rosa Maiuccaro