Anche quest’anno l’associazione Vicino/lontano rinnova la collaborazione con Medici Senza Frontiere – la più grande organizzazione medico-umanitaria indipendente, fondata nel 1971 e oggi operativa in oltre 60 paesi – e presenta, alla Galleria fotografica Tina Modotti dal 3 al 6 maggio 2012, la mostra multimediale “Urban Survivors”. In esposizione le immagini realizzate da cinque grandi fotografi dell’agenzia internazionale Noor – Pep Bonet, Alixandra Fazzina, Stanley Greene, Jon Lowenstein e Francesco Zizola – che hanno aderito al progetto “Urban Survivors” di Medici senza Frontiere per raccontare al mondo le storie di chi ogni giorno lotta per sopravvivere nelle baraccopoli, o slum, di Dhaka (Bangladesh), Port-au-Prince (Haiti), Johannesburg (Sud Africa), Karachi (Pakistan) e Nairobi (Kenya). Alle loro immagini si affiancano i contributi video realizzati in collaborazione con la Darjeeling Productions e candidati, per il loro valore, ai Webby Awards, il prestigioso riconoscimento dell’International Academy of Digital Arts and Sciences per i materiali diffusi su internet, l’equivalente di un premio Oscar per il Web.
A Udine la mostra di Medici senza frontiere
“Urban Survivors” ha lo scopo di mettere in luce le emergenze umanitarie e sanitarie che Medici senza frontiere affronta nelle baraccopoli delle più grandi città del mondo e, al contempo, di sensibilizzare l’opinione pubblica internazionale sull’entità del fenomeno. Negli ultimi secoli si è assistito a un processo di urbanizzazione senza precedenti. Si prevede che nel 2030 l’80 per cento dell’umanità vivrà in contesti urbani. L’enorme flusso migratorio dalla campagna verso le città, alimentato dalla ricerca di migliori condizioni di vita, ha fatto letteralmente esplodere il problema degli slum – cresciuti in maniera esponenziale negli ultimi 15 anni – con tutte le implicazioni che ciò comporta in termini economici e sociali: disoccupazione, esclusione sociale, specie per le generazioni più giovani che conoscono un alto tasso di alcolismo, droga e violenza. Più di un miliardo di persone, ad oggi, vive nelle baraccopoli: un settimo della popolazione mondiale.
Medici Senza Frontiere ha avviato progetti in più di 20 città nel mondo, aumentando la propria capacità e rapidità di intervento in contesti urbani svantaggiati e in situazioni di emergenza cui spesso non si presta sufficiente attenzione. Da qui la collaborazione con la Fondazione Noor (“luce” in arabo), un’organizzazione internazionale no-profit nata nel 2007 ad Amsterdam, che elabora e distribuisce materiale foto-giornalistico con lo scopo di accrescere la consapevolezza e fare “luce” su tematiche che non sono rappresentate a sufficienza dai mezzi d’informazione. Tra i cinque fotografi coinvolti nel progetto c’è anche l’italiano Francesco Zizola. Romano, laureato in antropologia, dal 1986 le sue fotografie appaiono sulle più importanti testate di tutto il mondo (The New York Times, Stern, Der Spiegel, El Mundo, solo per citarne alcune). Con i suoi scatti, Zizola ha vinto per ben sette volte il World Press Photo – l’ultimo nel 2011 – e una volta il World Press Photo of the Year per le immagini che documentavano la tragedia delle vittime delle mine antiuomo in Angola. La mostra “Urban Survivors” aprirà giovedì 3 maggio alle 18 e sarà visitabile, a ingresso libero, nei soli giorni di vicino/lontano, dalle 10 alle 22. Sabato 5 maggio, in occasione della Notte Verde, resterà aperta fino a mezzanotte, nel corso della giornata, alle 16.45, presso l’Oratorio del Cristo, si svolgerà inoltre un dibattito dal titolo “Urban Survivors: sopravvivere negli slum”. Interverranno François Dumont, in passato responsabile della comunicazione di Medici senza frontiere durante le emergenze in diversi paesi e attualmente coordinatore della comunicazione e della produzione audiovisiva – tra cui la mostra “Urban Survivors” – presso il centro operativo di MSF a Bruxelles, e Simone Apollo, sociologo specializzato in territorio e ambiente, che ha lavorato in diversi paesi dell’Africa e dell’America Latina sui temi della povertà urbana, dello sviluppo locale e dell’inclusione sociale. A moderare l’incontro sarà Oliviero Bergamini giornalista e storico, ora caporedattore del TG3. Docente di Storia del giornalismo all’Università di Bergamo, ha pubblicato numerosi studi di storia politica, militare e del giornalismo e ha realizzato servizi e reportage da diverse zone di crisi, tra cui Iraq, Afghanistan, Cecenia, Libano. Inoltre Medici Senza Frontiere, dal 3 al 6 maggio, sarà presente anche con un suo stand, di fronte alla chiesa di San Francesco, per fornire informazioni sulla propria attività.