Era in vendita all’asta, ma la notizia vi sfuggì perché siete di quelli che non trovano il tempo per leggere i giornali, pensano solo a lavorare. O forse ve ne stavate distratti in poltrona a godervi l’ozio, come sa goderselo soltanto chi ha molto lavoro da fare e lo evita accuratamente. Insomma non faceste caso a quel mezzo metro di tela con qualcosa dipinta sopra, messo in vendita senza cornice. Spuntò fuori un tizio e se lo comprò. La Casa di aste inglese ne comunicò il nome alla solita cerchia di compratori e studiosi, col patto di non svelarlo. E voi gente distratta, ora che vi ho detto che lo so, vorreste sapere da me chi è quel tizio, per ricorrere dopo anni in tribunale sostenendo che in quel momento non avevate a portata di mano venticinque milioni di euro per pagare il quadretto? Che sciocchezza, direbbe il giudice, venticinque milioni li trova chiunque, se vuole. Lasciate perdere, ormai è fatta.
E poi, a chi fareste causa se vi dico che quel tizio l’ha rivenduto oggi per la bellezza di cinquanta milioni di euro? E’ esattamente il doppio di quanto aveva speso, roba da mangiarsi le mani, vi capisco, ma proprio per evitare che qualcuno possa ridursi a schiavo di invidia, peccato capitale, il tizio misterioso ha annunciato un’opera di bene per l’umanità intera: ha obbligato per contratto il nuovo acquirente ad esporre il quadretto per qualche giorno nel prossimo gennaio 2014 nella National Gallery di Londra senza far pagare il biglietto d’ingresso a nessuno, senza distinzione di sesso, colore di pelle e religione! Io no, ma sono convinto che molti andranno a vederlo.
Per la verità, fotografie a colori di quel benedetto quadretto, e di altri simili dipinti dallo stesso pittore, se ne trovano dappertutto, sui libri, su internet. Insomma non ci sarebbe bisogno di correre in Inghilterra, chiunque può ingrandirle quanto gli pare, organizzare una cena a casa con amici e proiettarle per tutta la serata con valzer di fine Ottocento in sottofondo, l’epoca del quadretto. Ma volete mettere il piacere di andare a gustarvelo da vicino, a Londra, per la gioia degli occhi e senza invidia nel cuore?
Lo so, forse potrebbe sembrare malato di mente uno che paga tanti soldi per portarsi a casa un piccolo dipinto con una parete giallina, un vasetto di terracotta per terra, e quattordici fiori già prossimi a marcire, che se ne vedono dappertutto, anche qui nelle nostre campagne. Ma siccome certi manifesti costringono spesso alla strana alternativa ‘non fiori ma opere di bene’, fa piacere che qualcuno si preoccupi finalmente sia di fiori sia di opere di bene, contemporaneamente! Il fatto è che sto parlando di Girasoli, un quadretto firmato nientemeno che da Vincent Van Gogh, l’universo fantastico del grande artista olandese racchiuso in mezzo metro di tela. E malato di mente era proprio lui, Van Gogh, che pur avendo inventato un modo mai visto di dipingere, in tutta la vita riuscì a vendere soltanto La vigne rouge, quattro contadini che fanno vendemmia in autunno, un altro pezzetto di tela da non farci caso.
No no, a questo punto non andate in giro a domandare… quanto costa quest’altro quadretto: non è in vendita, è esposto nel Museo Puškin a Mosca.
Elio Galasso