Perché oggi è così difficile lasciarsi andare? Perché tendiamo a rimuginare sulle cose e ci prendiamo troppo sul serio? Beh! La risposta è molto semplice: abbiamo perso la nostra naturalezza, quella spensieratezza tipica dei bambini. Cerchiamo di gestire le emozioni e non ci accorgiamo di come quest’ultime ci dominano. Basta osservare i bambini per comprendere quanto siamo lontani dalla “retta via”.
Loro, infatti, vivono le emozioni in modo autentico. A volte provano rabbia, tristezza e… paura ma, vivendo queste sensazioni in maniera naturale, consentono loro di fare il proprio corso e di trasformarsi in gioia, spensieratezza… amore. Ci sorprendiamo di come facciano a passare da una sensazione all’altra in maniera così spontanea ma questo avviene perché loro non giudicano gli stati d’animo.
Lo stesso fanno gli animali, che provano emozioni quali gelosia, tristezza, noia e le manifestano ma non se ne lasciano dominare. Sono esseri più evoluti e sanno vivere in armonia con la natura. Con il tempo, noi esseri umani perdiamo la spontaneità di quando siamo bambini e diveniamo troppo razionali. In base alle esperienze, che viviamo, ci creiamo delle credenze e iniziamo a vedere la realtà in base a questi paradigmi.
Perdiamo così la fede nelle infinite possibilità che l’universo sa darci e finiamo per crearci una prigione mentale. In altre parole smettiamo di essere liberi e diventiamo prigionieri della vita. Le nostre energie ristagnano dentro di noi; esse non trovano sblocchi e tale ristagno crea disordine nel nostro corpo. Quando evitiamo di provare amore per paura di soffrire o di perdere il controllo, diventiamo sterili, rigidi, grigi; quando evitiamo di manifestare la rabbia per qualcosa, questa si trasforma in rancore e risentimento; quando evitiamo di appassionarci e di provare gioia, per paura di un ipotetico e successivo dolore, diventiamo critici e insoddisfatti.
Quando non viviamo appieno i sentimenti, ci creiamo degli schemi ripetiti e agiamo in modo da bypassare tutto quello che è fuori dal nostro controllo, evitando di uscire dalla nostra zona di confort, nonostante i segnali del corpo. I disturbi e i malesseri c’invitano a lasciarci andare. Abbiamo il diritto e il dovere di essere felici, ma non possiamo esserlo se non lasciamo andare il passato, perché continueremo a ricreare situazioni che possano confermare le nostre credenze.
Osserviamo i bambini: li possiamo vedere ridere o piangere ma mai rimuginare sul passato; ugualmente osservate i cani: li potete vedere contenti o tristi ma noterete nel loro comportamento la capacità di lasciare andare. Sanno meglio di noi che la vita è breve e sono consapevoli dell’importanza di godersi il presente con tutto quello che riserva. Lo ripeto ancora: la vita è come un viaggio, dove la cosa più importante non è la meta bensì il percorso.
Noi sappiamo dove siamo diretti, né quando arriveremo. Non abbiamo queste facoltà ma possiamo sempre decidere come fare questo viaggio. Possiamo scegliere di farlo da soli o in compagnia; possiamo cambiare direzione o fare sempre la stessa strada. Qualsiasi scelta facciamo non dimentichiamo che la vita è il nostro viaggio ed è di sola andata.