La Festa della Mamma si arricchisce anche nel 2016 di significati che vanno oltre le frasi e i biglietti d’auguri, sicuramente sinceri – nessuno lo mette in dubbio -, ma per non far diventare questa ricorrenza un’occasione persa, trasformandola in un momento solo ludico e commerciale, sarebbe opportuno aprire gli occhi e il cuore a nuovi punti di vista. Di recente, mi è arrivata una lettera di una figlia in guerra (lei scrive proprio così) con la mamma ormai da anni. Sabrina era stata abbandonata da sua madre da piccola ed era cresciuta con i nonni materni. La mamma, tossicodipendente, l’aveva concepita con un rapporto occasionale servitole per guadagnare un po’ di soldi; quindi Sabrina era stata privata pure dell’affetto di un padre. Tuttavia, gli anni e le esperienze possono cambiare le persone rendendole diverse in meglio. Sua madre, dopo essersi disintossicata, si era sposata, aveva avuto altri figli e voleva fare la pace con Sabrina che però l’aveva allontanata con parole e toni colmi di rabbia. Lei, ormai trentenne, poteva fare a meno di quella figura così contorta e, a suo dire, «inutile», salvo poi rendersi conto che quel conflitto, non metabolizzato, rendeva la sua quotidianità infernale, facendola convivere con ansie, frustrazioni e addirittura malesseri fisici. “La psicologa che mi tiene in cura mi sta aiutando a trovare la mia strada, facendomi prendere confidenza con la mia femminilità negata e, dopo vari tentativi, sono rimasta finalmente incinta – mi scrive -. Ci provavo da anni inutilmente; adesso l’odio e la rabbia, che cercavo di camuffare sotto una coltre d’indifferenza, si stanno affievolendo. Riesco a guardare la mia vita nella sua totalità e sono grata a mia madre per avermi dato l’opportunità di esistere. E chissà magari queste vicissitudini serviranno a qualcosa, avranno una loro utilità nel mio percorso di crescita. Non voglio fare la pace con lei in questo momento e non mi sento più in colpa per non essere riuscita con la mia nascita a salvarla dalla tossicodipendenza a suo tempo. Non mi sforzo più di fare la cosa giusta. Penso solo a ciò che è meglio per me, vivendo con naturalezza, e chissà magari un domani, guardando mio figlio negli occhi, potrò comprendere le sue ragioni. Mai dire mai nella vita”. Per fortuna i rapporti tra genitori e figli non sono sempre così conflittuali, comunque Sabrina scrutando dentro di sé si è data un’occasione, senza forzature, tenendosi però aperta a nuove possibilità.
Che c’entra, vi chiederete, questa storia con la Festa della Mamma 2016, con i biglietti d’auguri e le frasi speciali di cui è pieno il web. Sicuramente non molto ma ci rende bene l’idea di quanto sia importante la figura materna, intesa come energia femminile, che da sempre ci nutre e ci accudisce facendoci sentire meno soli e in sintonia con il Tutto. Le culture antiche onoravano la Madre Terra attraverso tante divinità, molte delle quali femminili, che erano presenti negli elementi della Natura. Nell’antico Egitto Iside era la dea della maternità, della fertilità e della magia e aveva tra le braccia un bambino. In Grecia Afrodite era la dea della bellezza, Giunone per i Romani rappresentava il parto. E oggi, per i Cristiani, la mamma per antonomasia è la Madonna, che incarna valori nobili e idilliaci, basti osservare quanta gente accorre nei luoghi di culto mariani, come Medjugorje o Fatima o anche Lourdes. Riappacificarci, anche se solo simbolicamente, con nostra madre (soprattutto con i lati che non ci piacciono di lei) o semplicemente guardarla da altre prospettive equivale a riconoscere e onorare la femminilità che è in noi (anche negli uomini).
La Festa della Mamma di conseguenza potrebbe assumere in questo 2016 un significato catartico che ci libera da stati d’animo talvolta nocivi. Il film di Nanni Moretti “Mia Madre”, con una lodevole Margherita Buy nelle vesti della figlia, offre uno straordinario spaccato su questo rapporto così viscerale, perché nasce letteralmente nelle viscere, lasciando nel nostro cuore ricordi, a volte amari – come nel caso di Sabrina – e tante altre piacevoli. Il Cinema si è, dunque, spesso soffermato su questo importante legame; pellicole come “La Voce dell’Amore” (1998) con Meryl Streep e Renée Zellweger ci hanno emozionato e coinvolto proprio perché parlavano il linguaggio dell’anima. Insomma, pensate a tutto questo e a molto altro quando l’8 maggio portate a vostra madre i doni che con tanto amore avete acquistato, ai quali avete allegato biglietti d’auguri con frasi speciali. Buona Festa della Mamma 2016 ai figli e alle madri che ancora credono nella Vita e nei rapporti autentici.