Perché si prova rispetto, che cosa ci spinge a provare tale sentimento e che significato ha? Sono tutte domande alle quali ognuno di noi potrebbe rispondere in maniera soggettiva, in base alle proprie esperienze e ai propri paradigmi. Sicuramente al di là del significato più o meno diverso che possiamo dargli, è innegabile la sua importanza. Nella vita di coppia, nelle amicizie, in famiglia, al lavoro, per strada, in ogni interazione sociale il rispetto è un valore imprescindibile. In pratica una società è sana nella misura in cui ogni cittadino ha rispetto per sé e per il prossimo. Oggi si danno troppe cose ancora per scontate, tipico di un mondo consumistico. Lo sviluppo economico che si è avuto nei decenni scorsi se da una parte ha sicuramente migliorato la vita di molti, dall’altra ha posto le basi per generazioni non propense al sacrificio e al senso del dovere ma più inclini alle ricompense facili. Quella che comunemente si chiama crisi non è altro che un’evoluzione di un processo economico e sociale non più idoneo.
Che cosa centra il rispetto con tutto questo discorso? La risposta è semplicissima; nel corso degli anni si è andata sempre più perdendo la cultura del lavoro e le nuove generazioni non sono più abituate a guadagnarsi le cose, perché si è persa di vista una regola troppo importante e cioè che se non dai non puoi pretendere di ricevere niente. Non voglio essere frainteso. Oggi ci sono situazioni di disagio in molti casi tra chi sa cosa voglia dire ‘guadagnarsi la pagnotta’ e tanti sono i giovani intraprendenti, molti dei quali sono stati costretti a emigrare all’estero. Mi riferisco, quindi, più in generale a una perdita di valori. In altre parole noi, per evolverci e passare di conseguenza alla fase successiva, dobbiamo dare il nostro contributo alla società, sia nelle piccole e sia nelle grandi cose, preoccupandoci più per quello che possiamo fare e dare al mondo e non solo per quello che il mondo deve fare e dare a noi. Non possiamo pretendere di avere Istituzioni giuste oneste e rispettose se noi, nel nostro piccolo e nei gesti quotidiani, non facciamo altrettanto. Oggi un po’ tutti affermiamo che le cose non sembrano andare come dovrebbero e definiamo il momento in cui stiamo vivendo come uno dei peggiori, ma appena cinquant’anni fa la stragrande maggioranza della popolazione era analfabeta e aveva difficoltà a mettere un piatto a tavola. Oggi ci preoccupiamo in maniera ossessiva del futuro e di non avere diritti eppure la pensione, la disoccupazione e molte altre cose di cui oggi usufruiamo (a volte in maniera abusiva) non molti anni fa erano sconosciute per quasi tutte le famiglie italiane, che vivevano solo di quello che la provvidenza dava attraverso la terra e l’allevamento degli animali. Tutti vogliono un guadagno e tutti i diritti a esso connesso (è una cosa giusta, per carità). Esiste tuttavia la legge di causa ed effetto, in base alla quale siamo ricompensati nella stessa misura in cui abbiamo offerto il nostro servizio o contributo e questo, ahimè, non capita spesso.
Oggi viviamo un’epoca che sa darci grandi opportunità assieme a tante sfide, non guardiamo il bicchiere solo mezzo vuoto, smettiamola di trovare scuse e di puntare il dito perché non serve a nulla se non ad aumentare l’insoddisfazione. Impariamo invece a credere di poter fare e ottenere di più e poniamo il rispetto al centro della nostra vita. Oggi, infatti, deve emergere nuovamente il rispetto delle regole da parte delle Istituzioni e dei cittadini. Ci vuole rispetto per chi dà lavoro e per chi svolge il proprio lavoro, bisogna avere rispetto degli impegni presi e della parola data. Bisogna avere rispetto per il merito e non attribuire a chiunque lo stesso valore, bisogna avere rispetto dell’individuo e concedere a tutti un’identica possibilità ma non mettere sullo stesso piano chi s’impegna con chi è negligente. In poche parole, rispettare è forse la cosa che più di tutte serve alla nostra società oggi; ritrovare questo valore ci consentirebbe di riprendere lo smalto ormai perduto dentro di noi. Per fare ciò tutti noi dobbiamo iniziare a rispettarci un po’ di più perché – se è vero che “come in dentro così in fuori” – una società rispettabile è creata prima di tutto da individui rispettosi.