Notevole l’articolo di Emanuele Imperiali, Corriere del Mezzogiorno del 12.01.13, che, evidenzia il legame tra sviluppo e cultura. Opportuno definire, con la massima chiarezza e senza lasciare adito a dubbi ed a false interpretazioni, in teoria e pratica, i termini sviluppo e cultura, cosa facilissima per chi ne pontifica quotidianamente, che potrebbe correre il solo rischio di parlare a sordi, cioè a non attrezzati mentalmente per capirlo, come già è capitato, per esempio, a Mazzini ed a Filangieri. Già il fatto che la notizia non sia stata ripresa da tutti i media si presta a qualche riflessione, che i competenti non dovrebbero lasciarsi sfuggire. L’antica abitudine dei reali di lasciar cadere monetine, senza chiederne l’uso, mutatis mutandis, è ancora di moda in Italia, che assiste il Meridione ed in Europa, che sostiene stati membri in difficoltà: Italia ed Europa praticamente, se i risultati che si leggono sono veri, mettono lanterne in mani di ciechi. Italia ed Europa hanno fatto e continuano a fare le loro più o meno laute elargizioni e si ritengono in regola con la coscienza: solo incorreggibili scontenti potrebbero negarlo, evidenziando persino fini reconditi non giovevoli ai destinatari e magari trascurando, particolare di non poco conto, che, esiguità degli aiuti a parte, gli interventi finora non sono serviti nemmeno a stabilizzare, per rimanere in Italia, il divario Nord-Sud, che invece cresce. Se i Meridionali continuano a non ascoltare Filangieri, che pure fu consigliere di Beniamino Franklin, ed a non realizzare l’augurio di non essere mai più ai secondi posti di Francesco De Sanctis, che pure insegnò al politecnico di Zurigo, una ragione ci deve pure essere. Alle volte l’agiografia si preferisce alla storia e l’ipocrisia piace più della verità, per non rivedere fatti ed avvenimenti che non onorano, che si addebitano ad altri, i quali, se hanno fatto affari loro in casa altrui, hanno avuto, se non la compiacenza, almeno la tolleranza dei padroni di casa. Per costringere Italia ed Europa a mantenere quello che promettono con costituzioni non servono rivoluzioni, ma azioni di diritto, mosse da politici, da singoli cittadini e soprattutto da media al servizio dei lettori, ricordando che cultura corrente favorisce conforme azione civile.
Nunziante Minichiello